PREFAZIONE
Questo primo volume della storia di Rivalta, nato anche su sollecitazione di Norberto Bobbio, cittadino onorario del nostro Comune, è un atto di riconoscenza che noi, rivaltesi di oggi, dobbiamo alla memoria dei nostri antenati, ai rivaltesi di ieri, che tra mille stenti e difficoltà fondarono questo paese, lo aiutarono a crescere e a prosperare, con una tenacia che sfiora l'eroismo, resistendo ad anni di fame, di guerra, di pestilenze.
Lo dobbiamo ai rivaltesi per sottrarre all'oblio, che ineluttabilmente avvolge tutto, qualche scampolo di vita, qualche traccia della nostra comunità, di un paese che senza di loro non esisterebbe. Come diceva Pavese: "Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Questa prima parte della storia di Rivalsa giunge fino all'inizio del 1800 e una delle caratteristiche che più mi ha colpito è la lentezza di quell'epoca; per gli spostamenti di qualsiasi natura la media oraria era di quattro o cinque chilometri all'ora, per cui sui sentieri e sulla miriade di stradine locali anche i mezzi più rapidi coprivano di rado 30 km al giorno.
Ma il problema dei trasporti non era così decisivo come oggi, perché il mondo agricolo concentrava in sé quasi tutto il lavoro e tanta parte della popolazione, per cui la vita economica era contrassegnata dall'autoconsumo e di conseguenza dall'assenza di trasporti.
Il mondo contadino era un mondo sostanzialmente statico, legato alla terra, al villaggio. La stragrande maggioranza dei rivaltesi sono nati, si sono sposati e sono vissuti nel loro paese per tutta la vita. Il contadino non abbandona volentieri la propria terra anche se possiede solo un fazzoletto, di fatto si migrava spinti solo dalla miseria.
Gli strumenti rurali e gli utensili artigiani venivano costruiti alla buona, soprattutto di legno, l'unico combustibile era il legno, anche le case dei poveri erano costruite con legno, terra e fango impastati.
Le granaglie costituivano il cibo principale, per cui dopo una o due annate di carestia, la maggioranza della popolazione cadeva in preda alla malattia e all'inedia.
L'organizzazione sociale era di tal sorta che la maggioranza dei contadini non godeva di indipendenza economica, non poteva acquistare il pane quotidiano in tutta sicurezza, condizionata dagli eventi atmosferici e oppressa dalle decime e da varie gabelle.
Era il tempo dei signori, nei signori i contadini confondevano i grandi e piccoli nobili, i borghesi, gli esattori delle imposte, i mugnai, gli uomini di legge e nutrivano per loro una indissolubile unione di odio, consolazione, timore e un certo rispetto.
In questo mondo contadino la mortalità era alta, un bambino su due non arrivava all'età adulta e le crisi demografiche si ripetevano periodicamente, 4 causa della peste, della guerra, delle carestie, dalle cattive condizioni igieniche.
Gli autori non hanno solo reso perenne la memoria di tanti personaggi che, come noi, hanno sognato e pianto, sperato e gioito, senza alcuna pretesa di lasciare un segno nella storia: una storia di cui essi, in molti casi, sono stati più vittime che protagonisti, tanto da viverla non come una piacevole avventura ma come un incubo, contentandosi di vivere umilmente senza troppo interrogarsi sul senso della vita stessa, trovando a volte un conforto nella fede.
Questo primo volume' parla di una realtà più stabile che in movimento, ma con l'avvento del 1800 si attenua l'instabiltà demografica e il vecchio mondo svanisce e lentamente lascia il posto a un nuovo mondo, a un'economia moderna che sarà l'oggetto del prossimo volume.
Il lavoro paziente degli storici ha ricostruito in questo libro la vita del nostro microcosmo, e attraverso la realtà quotidiana ha cercato di cogliere delle vedute d'insieme.
Il passato non è mai del tutto morto e se questo lavoro verrà fatto in mille comuni o parrocchie, si riuscirà a costruire un'immagine più veritiera e fedele del nostro Paese.
Il Sindaco di Rivalta Bormida
Gianfranco Ferraris |
INDICE
- Prefazione
- Le origini e l'età medievale (secc. XII-XV)
- Il Cinquecento
- Il Seicento
- Il Settecento
- Domini loci, decurioni, feudatari
- Le antiche famiglie
- Il podestà
- Il Consiglio comunale
- I "daciti"
- Le uscite del Comune e le imposizioni fiscali
- Il macello
- Il mulino
- Il pedaggio
- Sopra li bandi campestri (8 marzo 1610)
- L'antica parrocchiale di S. Michele de Campora
- La chiesa parrocchiale
- I parroci (dal Cinquecento)
- Il convento
- San Remigio
- Confraternite, compagnie e congregazioni
- I banchieri ebrei
- Il maestro di scuola
- Il med36lico
- Patti di conferma del fabbro Battista Q. Bartolini de Barchis
(22 luglio 1576)
- Locazioni di terreni e patti di massarizio
- Doti e corredi
- Inventario dei beni mobili della chiesa parrocchiale di Rivalta (19 gennaio 1563)
- La biblioteca di Innocenzo Cerruto (1599)
- Rivalta nel 1604
- L'inventario delle scritture (3 marzo 1604)
- Questioni di confini
- La peste del 1630-1631
- La lite con il marchese di Castelnuovo Bormida
- Per la fabbrica di una casa : due esempi
- Mercanti, mestieri e professioni tra Cinque e Seicento
- Inventari e suppellettili domestiche tra Cinque e Seicento
- L'uccisione del marchese Giuseppe Guasco
- Una faida familiare
- Dal "Libro I dei battezzati (1567-1632)"
dell'APR: alcuni "Carmina" del reverendo
don Antonio Aburrati, parroco di Rivalta Bormida
- Lettera di Annibale Pietrasanta da Roma
al fratello Gio.Angelo (8 ottobre 1588) 473
- Lettera di Francesco Pietrasanta da Roma
al fratello Gio.Angelo Pietrasanta (25 febbraio 1599)
- Orazione contro la febbre
- Bandi campestri ed altri bandi del luogo
di Rivalta nell'Alto Monferrato (11 dicembre 1748)
- Dalla "Descrizione della Provincia d'Acqui" dell'intendente conte Traffano di Montemarzo (15 aprile 1753)
-Transazione di questione territoriale tra la Comunità di Sezzè e Rivalta (31 maggio 1763)
- Una lettera al vescovo Buronzo da Villa de Garzia (1786)
- Un inventario settecentesco (1790)
- Intemperanze di un giovane chierico
- Un prete libertino
- Storie di varia umanità
- Personaggi illustri
- Guido Biorci: uno storico di origini rivaltesi
- Un manoscritto ritrovato
- Indice |
Carlo Prosperi - Gian Luigi Rapetti Bovio della Torre
RIVALTA BORMIDA
editore IMPRESSIONI GRAFICHE
edizione 2004
pagine 608
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
25.00 €
19.90 €
ISBN : 88-87409-41-2
EAN : 9788887409413
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