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RICETTARIO DI CUCINA PIEMONTESE
arsetari dla cusin-a piemontèisa
E', questo, un volume che ha raccolto, ed intende offrire, un "Tesoro" di Ricette della cucina Piemoniese...popolare.
Una scelta di "cose buone e belle" che ha il proposito ambizioso di voler evidenziare e fare apprezzare le preziosità e le sublimità che l'anima (la linfa e l'essenza!) delle creature che ci circondano sa esprimere. Un libro, pertanto, che si propone di far sentire le ricchezze misteriose e piene di poesia d'un mondo che, anche attraverso il "buon gusto e il bel garbo", sa manifestarci le finezze del suo "bene".
Un Ricettario-Poesia, dunque, che intende educarci ad ascoltare la voce preziosa della nostra Madre-Terra!


Parlare di Camillo Brero...

...è facile, ma è anche difficile non perché sia una persona poco disponibile, tutt'altro. È difficile parlarne perché egli rappresenta un'icona della lingua e della cultura piemontese incarnando nel modo più completo e verosimile la figura di quel «Brandé» che sostiene ed alimenta la fiamma sempreviva che ha rappresentato una gran parte della sua vita. Vita che nessuno può chiamare scialba o inoperosa, anzi io la definirei la vita di un'ape regina (molto più lunga delle omonime del mondo insettivoro) che ha dato vita ad un grande alveare, che ha fatto nascere tante altre api e che tutte assieme hanno contribuito a far sì che oggi ci si possa esprimere, con onore ed una punta d'orgoglio subalpino, con le parole dei nostri antenati. Non solo, ma quest'ape regina ha anche scritto in forma chiara e comprensibile quelle regole di grammatica, grafia, sintassi e morfologia che sono state, sono e saranno le basi essenziali su cui fondare tutto un discorso culturale e linguistico.
Entrato giovanissimo a far parte dell'associazione voluta da Pinin Pacòt, Oreste Gallina e Andrea Viglongo e da loro simpaticamente chiamato «lé sforniòt-il nidiaceo», ne è sempre stato attivo collaboratore raccogliendo poi l'eredità preziosa alla scomparsa dei fondatori. Si è così venuto a trovare nella condizione di essere il capofila di quella «seconda generazione dei Brandé» che ha continuato la sua funzione trainante nel movimento letterario in piemontese ed anche è stato (e continua ad esserlo). l'anello di giunzione fra la generazione dei Grandi del secolo scorso e quelli che sono emersi poco a poco e proseguono sulla strada (sla carzà) tracciata dai padri.
Penso che nessuno possa esimersi dal dire di aver appreso i rudimenti della
grammatica piemontese proprio dal libro di Camillo Brero, passato attraverso varie edizioni e dal piemontese all'italiano ma che mantiene tutt'oggi la sua inossidabilità e resiste brillantemente ai tentativi d'imitazione. Però citando Camillo Brero è inevitabile parlare di poesia, perché la sua vita è fatta principalmente di poesia, poesia come voce del cuore e dell'anima, due scrigni che in lui sono stracolmi di lirica soave e concreta al tempo stesso. Molte sono le raccolte di poesie di Camillo Brero, ma non si possono nemmeno per un istante dimenticare le sue prose sensibili e piene di vita, esempi vividi e coinvolgenti di come si possa coniugare tranquillamente la poesia con la prosa raggiungendo vette elevate da cui lo sguardo può spaziare verso quell'infinito presente a cui tutti dobbiamo tendere.
Il suo attaccamento alla lingua ancestrale è così forte che non lo ha mai abbandonato aggiungendo ad una personalità di valore quel carisma che incanta le platee, che coinvolge anche il distratto e convince lo scettico. I valori dei Grandi della Letteratura piemontese (raccolti da Brero in tre volumi di storia ed antologia) sembrano coagularsi nel suo modo di esprimersi semplice, comprensibile, ma pieno e completo al tempo stesso: un concentrato che non ammette distrazione o superficialità.
Tuttavia la sua poliedricità, mai decantata a sufficienza, non cessa di stupire ed è stupefacente scoprire come quella voce, quella penna, quella mente che sa incantare con l'interpretazione dei medievali «Sermon Subalpin» sappia anche portarci in quel mondo semplice, ma anche «anciarmant», che è la cucina. Anche qui, commentando in modo superficiale l'«Arsetari dla Cusin-a Piemontèisa» perché il solo modo di giudicare sarebbe la sperimentazione diretta dei manicaretti, ci si deve inchinare con deferenza prima di entrare in questo mondo che ai più pan-ebbe inusuale per un poeta come Brero. Non c'è nulla di strano o di stonato in tutto ciò perché l'abilità dell'autore sta appunto nel saper svestirsi per un momento del serto d'alloro e vestirsi non con il camice bianco ed il cappello a tubo dello stesso colore, ma con l'abito semplice di chi torna verso le origini. Sì, verso le origini perché si entra nel mondo della cucina. semplice, povera e ricca assieme, di un tempo passato anche se non da molto. Ricette fatte con il poco che la natura rendeva disponibile nei tempi grami e che la saggezza popolare sapeva tesorizzare per comporre dei menù che oggi si rimpiangono
[..]

INDICE

Prim

Prima colassion dij Brè Agnolòt
Bròd éd carn
Fasolà
Farin-a 'd gran al forn Ij gnòch
Gnòch a la «Fila»
La mnestra dj'ànime
Lasagne trifolà a la piemontèisa
Mnestra marià dla granda Berard
Mnestra (o breu) 'd còj Mnestra 'd ris
Mnestra 'd fior
Mnestra 'd fave
Mnestra primavera Mnestra 'd pan gratà
Mnestra al làit e siola
Mnestra dé sparz
Polenta e bérgonzòla Cotlétte dij Bré
Mnestra 'd polenta Mnestra 'd tripa
Mnestra marià
Mnestron
Polenta piemontèisa Polenta trifolà
Polenta consa
Librèt éd polenta
Balòte 'd polenta
[..]

Scond e antipast
La fricassà mista Grive
Frità rognosa
Fritura
Polpétton
Rognon al pénansémmo
Cotlétte 'd Bèro Fìdich al butir
Fidich estuvà
Batsoà
Servela al marlipò Fricassà 'd servela
Frésse
Ran-e sautà
Faseuj e còtiche o faseuj a la cona
Ventraje 'd cunij
Rognon e caròte Sautissa al butir Colombòt a la delfin-a
Sofià 'd giambon
Scalopin-e 'd crin Lumasse al verd Euv da cuché
Euv pien
Euv dur
Euv al palèt
Fricassà 'd lampré
Euv o tonn al vèrd
Trute an carpion Trute al butir
Tenca al butir
Tenche an carpion
Bagnèt éd gola (Romice acetoso) Cossòt farà
Salada 'd biarave
Caponèt
Ij sèt gust
Cavlifior a l'euv
Articiòch éd ca
[..]

Galuparìe
Bagna càuda
La Fondùa
Fondùa a la trifola
Sòma d'aj
Farinà 'd cisi
Marenda dij Bré
Mangé da spos
Bagna càuda e... euv

Doss
Bonèt
Busìe
Fogassa dla Befana a Druent
Pan pérdù
Fricieuj
Fricieuj al Marsala
Fricieuj éd pom
Ninsòle ansucrà dle Langhe
Persi siropà 'd Canal
Pitansa 'd persi
Persi pien
Torta 'd ninsòle (specialità 'd Cortmija) Sambajon
Doss éd sairass Torta paradis
Crema al mascarpon
Torta 'd pom
Favèt
Vin emlà
Pan èd melia
Torta sbrisolon-a
Torta 'd pom a la cicolata
Crema frèida e biscotin
Giambela con le nos

Apertiv e digestiv
Vin càud o vin brulé
Licor ricostituent
Aperitiv, digestiv amèr
Digestiv ed nos






Camillo Brero

RICETTARIO DI CUCINA PIEMONTESE

editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2009
pagine 144
formato 15x21
brossura
tempo medio evasione ordine
2 giorni

6.00 €
4.90 €

ISBN : 978-88-88552-60-6
EAN : 9788888552606

 
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