PSICOLOGIA E ALZHEIMER |
INTRODUZIONE La demenza di Alzheimer può essere affrontata da più prospettive: - culturali: idee che la nostra società conserva della mente o in particolare della memoria come sede della nostra storia, della nostra coscienza; demenza come perdita di facoltà mentali che può colpire chiunque; - sociologiche: costi e individuazione di ruoli o figure che si occupano di tale malattia, nonchè gli aspetti organizzativi, etici e giuridici; - psicologiche: considerazioni cognitive (teoria della mente, confronto tra il ritardo mentale e la demenza, conoscenza sul modo e le strategie del ragionamento del demente), considerazioni emotive (vissuti della diagnosi e utilizzo dei meccanismi di difesa, processi di elaborazione del lutto) e relazionari (difficoltà di assumere il ruolo di padre del proprio padre, cambiamenti del modo di relazionarsi come il far finta di aver capito, difficoltà nel valutarlo, cioè sapere se non riesce o non vuole capire). La scelta della prospettiva illustrata in questo volume si riferisce al contributo che la psicologia, e in particolare la professione dello psicologo, può apportare alla conoscenza, supporto e aiuto all'anziano affetto da Alzheimer e ai suoi familiari. La decisione di pubblicare è nata da un lato dall'esigenza di far conoscere alla comunità degli psicologi alcuni contributi esperienziali e alcune riflessioni sulla realtà della demenza. Settore ancora troppo poco considerato dagli psicologi sia come argomento di studio che come area lavorativa. Il presente lavoro non sarebbe stato possibile senza l'appoggio caloroso e sostenuto dei familiari del paziente Alzheimer, che, attraverso l'associazione AIMA, hanno accettato l'idea di pubblicare l'esperienza che la maggior parte degli autori ha svolto in alcune serate organizzate dall'associazione rivolte ai familiari. I contributi presentati ricalcano buona parte degli interventi esposti nelle serate ma con l'aggiunta di altri argomenti che non furono affrontati a causa di mancanza di tempo. Gli autori fanno parte esclusivamente del mondo degli psicologi per una scelta di "campo": un modo per richiamare l'attenzione dei colleghi e allo stesso tempo per rammentare ai familiari e ai servizi socio-sanitari di rivolgersi con sollecitudine agli psicologi per ottenere un servizio di aiuto per affrontare l'Alzheimer. L'intenzione è quella di non sentirci fuori posto se ci occupiamo della demenza, ma anche di non far sentire fuori luogo la richiesta di aiuto psicologico effettuata dai familiari. Dei curatori due sono psicologi con esperienza decennale con anziani, l'uno (Demichelis) come psicologo in una struttura sanitaria ospedaliera, l'altro (Piumetti) come psicologo nell'organizzazione di servizi assistenziali nelle case di riposo; il terzo (Di Maria) è il presidente della sezione provinciale di Cuneo dell'Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) che raccoglie i familiari di pazienti con Alzheimer. All'interno del volume hanno collaborato come autori alcuni psicologi con esperienza nel settore privato (Vezza A., Vezza R.), psicologi neolaureati con esperienze recenti con l'Alzheimer (Cerruti, Costamagna, Gandolfo, Gè), psicologhe tirocinanti (Piselli, Rinaudo) interessate al settore psicogeriatrico. Il presente lavoro è rivolto alle familie delle persone con Alzheimer, a coloro che assumono il ruolo di caregiver, agli psicologi che entrano in contatto con il paziente anziano, alle figure sanitarie (medici, terapisti della riabilitazione, infermieri) che si occupano della cura e agli operatori sociali (assistenti sociali, educatori, ADEST, OSS) che sono impegnati nell'assistenza nonchè agli amministratori per sensibilizzarli su un tema che assume sempre di più la veste di un costo sociale significativo. Un ringraziamento doveroso deve andare al paziente con Alzheimer, che ci ha permesso di conoscerlo, ascoltarlo, osservarlo durante i colloqui che abbiamo avuto con lui nei contesti più diversi. Ci ha consentito di comprendere ciò che aveva perso, il significato e i vissuti connessi, ma ci ha insegnato a capire ciò che rimaneva in lui, le sue risorse, le compensazioni e il modo di sopperire alle lacune. Ci siamo accorti di avvicinarci a lui con la sensibilità nell'accompagnarlo e la curiosità nel conoscerlo; ora elementi indispensabili nel bagaglio personale e professionale di ciascuno di noi. |
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