motore di ricerca
Diventa Fan su Facebook
cataloghi novità - Piemonte - Monferrato - Asticataloghi editorischede autorinotizie2022 Promozioni
Alcune proposte
I PROMESSI SPOSI
illustrato da Francesco Gonin
Nella breve presentazione della Divina Commedia illustrata da Gustavo Doré, edita nel 2004 dallo stesso Editore, scrivemmo che l'opera sostanzialmente non necessitava di alcuna presentazione, essendo unanimemente definita come una delle imprese letterarie universalmente più conosciute. Le stesse parole si potrebbero utilizzare per il celeberrimo capolavoro di Alessandro Manzoni, che presenta in effetti valenze storico-letterarie tali da giustificare una diffusione amplissima tra generazioni di lettori e che, crediamo, non merita di essere interrotta.
La lingua, tanto per cominciare. Nota a tutti è la "risciacquatura in Arno" a cui l'Autore sottopose l'opera, trasferendosi per molto tempo a Firenze così da "assimilare" il più possibile la parlata locale, che sarebbe divenuta poi lingua nazionale. Per questo motivo I Promessi Sposi può essere considerata, per molti aspetti, una delle prime opere stampate in italiano.
Un altro aspetto fondamentale del capolavoro manzoniano, sempre in ambito linguistico e stilistico, è il fatto di poterlo considerare a tutti gli effetti il primo romanzo moderno, perché stravolge i canoni di una letteratura che fino ad allora aveva espresso, seppur egregiamente, opere epiche, oratorie, retoriche, spesso ridondanti e celebrative, con la sola eccezione di qualche celebre esempio di narrazione, ma sempre schiavo di una struttura metrica precisa e codificata.
Un romanzo popolare, insomma, nella migliore accezione del termine, comprensibile e appassionante come solo la narrativa successiva, e non tutta, ha saputo presentarsi.
Sempre a proposito dell'ambito linguistico, pensiamo a quante espressioni sono entrate a gran forza nel vocabolario comune; basta citare, tra le altre, frasi celebri quali "Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno...", incipit tra i più conosciuti, "...come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro" , a significare l'incapacità di reggere la durezza dell'ambiente sociale circostante, "...questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai", usato per negare la possibilità che un evento possa avvenire, "Carneade! Chi era costui?", quando parliamo di persona anonima, ignota ai più, per finire con il tragicomico "Si figuri" detto dal sarto e con tante altre locuzioni che il lettore potrà riconoscere scorrendo le pagine del volume.
Uguale notorietà hanno, anche tra i non addetti ai lavori, molti personaggi de I Promessi Sposi, al punto che alcuni di loro hanno ormai assunto quasi il ruolo di archetipo sociale e morale. Basta pensare alla viltà, seppur giustificata, di Don Abbondio, alla forza dell'amore puro e immacolato di Renzo e Lucia, a Perpetua, sinonimo universale della domestica parrocchiale, all'arroganza spudorata di Don Rodrigo, alla sfrontata scelleratezza della Monaca di Monza, al buon senso popolano e realista, seppur ciarliero, di Agnese, madre di Lucia, all'ipocrisia meschina dell' avvocato Azzeccagarbugli, all'onniscienza pedante e polverosa di Don Ferrante, all'oscuro e misterioso passato dell'Innominato e alla vita come espiazione di Fra Cristoforo.
Altrettanto ineguagliabile è, nell'opera, la minuziosa ricostruzione del contesto storico e sociale, in una perfetta contestualizzazione di uomini, eventi e atmosfere. Quanti giovani lettori hanno avuto, a scuola, il primo contatto diretto con la peste leggendo le pagine che Manzoni dedica alla terribile epidemia milanese degli anni trenta del '600? Quante fantasie (anche proibite) raccontate in scritti, film, dipinti, sulla condizione femminile che ha ispirato Marianna de Leyva, meglio conosciuta come la Monaca di Monza? Quanto ampio sarebbe il discorso sulla denuncia manzoniana della dominazione austriaca per mezzo della raffigurazione della tirannia spagnola, con tutte le implicazioni ideali e politiche che l'Autore, vicino all'Illuminismo lombardo che ruotava attorno a Verri, Panini e Beccaria, esprime nel suo pensiero di cattolico-liberale con una chiara visione monarchica ed unitaria della Nazione? E non sono che alcuni frammenti che emergono disordinati dalle circa settecento pagine dell'opera.
Per capire meglio l'edizione riproposta in anastatica, vale la pena, seppur brevemente, di ripercorrere le tappe editoriali della nascita de I Promessi Sposi. Tra il 1821 e il 1823 viene completata la prima stesura, intitolata Fermo e Lucia. Quella che invece è conosciuta da studiosi e bibliofili come ventisettana è la seconda versione, pubblicata nel 1827, mentre è nel 1842 che vede la luce il romanzo in stesura definitiva, con il completamento della pubblicazione a dispense a cura degli editori Guglielmini e Redaelli.
L'edizione oggi proposta dall'Editore, è quella arricchita da numerose illustrazioni del torinese Francesco Gonin (1808-1889), che lo stesso Manzoni definì ammirabile traduttore dell'opera, per la capacità che ebbe di rendere, con le sue incísioní, l'anima del "classico dei classici" della narrativa mondiale.

L'EDITORE
 


Alessandro Manzoni

I PROMESSI SPOSI

editore L'ARTISTICA
edizione 2006
pagine 774
formato 17x24
legatura cartonata con inserto similpelle e sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine
5 giorni

50.00 €
50.00 €

ISBN : 88-7320-157-1
EAN : 9788873201571

 
©1999-2024 Tutti i diritti riservati
Via Brofferio, 80 14100 Asti - Piemonte - ITALY
Cell +39 3490876581
Spedizioni corriere espresso in Italia e in tutto il mondo
Riceviamo in sede su appuntamento
P.IVA 01172300053 - Cod.Fisc. BSSVCN50C23B425R - REA AT-93224
ebussi50@gmail.com