“Di pietra sono fatte le nostre case, quelle più antiche, quelle che ci appartengono.
Di pietra sono i nostri ricordi perché resi duri da una realtà non sempre consolante, ma ugualmente affascinante, pur se dignitosamente povera.
Di pietra sono le mura della fortezza che oggi rinasce a nuova vita, grazie all'ostinata perseveranza di chi ha creduto e continua a credere al paese dei ricordi.
Dunque un ritorno felice in un giorno singolare, alle porte di un' estate che ricorda le vacanze di un tempo, la villeggiatura, l'intrigante sapore delle ciliegie rubate, il gusto indefinito della liquirizia strappata alle pendici del castello e lavata con l'acqua del mulino a macine di pietra.
Un viaggio a ritroso che ci riporta nel paese dell'infanzia dove tutto era autenticamente nostro.
Dove il discorso delle masche affascinava ed impauriva al contempo, dove il gergo era la nostra vera lingua, dove in autunno nascevano incredibili storie ai piede di montagne di granoturco da sfogliare.
Dove c'erano un po più di amicizia e di sincerità...”
PRESENTAZIONE
Non si può parlare o scrivere di ciò che non si è vissuto,anche se in questo modo si mette a repentaglio la memoria.
Basta, infatti, una svista per svilire l'intero affresco.
Bisogna, insomma, avere nitido l'impianto, com'è appunto per il pittore consapevole che irrimediabili sarebbero le incertezze del pennello.
Questo è tanto vero quanto maggiore è il taglio diaristico della narrazione.
Si accentua l'esercizio se viene condotto sui temi perenni dell'infanzia, sui profumi dell'età spensierata che, proprio perché svincolata dagli affanni, non li scorge attorno a sé, quand'anche riferiti ai tempi della gioiosa povertà.
A maggior ragione non si può parlare o scrivere della civiltà contadina con il filtro d'una erudizione polivalente, o seguendo le mode che sono sempre convenienze sia demonizzando il passato, sia rivalutando con l'angoscia di averlo perduto intanto per sé.
La penna è strumento universale, ma chi l'adopera ne fa solitamente un uso personale che ha valenza proporzionata all'autenticità e alla felicità affabulatoria.
Per questo scorrendo i racconti di Giampietro Rubino, non nuovo a fatiche letterarie, ho provato emozioni profonde e rivissuto momenti intensi che accomunano tutti coloro che hanno vissuto personalmente spaccati della civiltà contadina.
Racconti che mi sono stati proposti dall'Editore Franco Fenoglio, il quale nello sferisterio di Rocchetta Belbo, mentre Sciorella e Danna disputavano la finale del torneo di pallapugno intitolato all'indimenticabile Pino Morino, mi disse: "Adesso, ho per le mani un libro che sicuramente ti piacerà. Mi fai la prefazione? Posso contarci...?"
Me lo chiese con un sorriso luciferino, d'attesa, in attesa, per una conferma più che per una risposta.
"Va bene. Mi hai incuriosito. Ti accontento".
E ho fatto volentieri la prefazione. E, sì, perché Fenoglio è un editore meritevole di una tesi di laurea. Per lui la globalizzazione dev'essere un termine misterioso coniato da chi, amando le astrazioni, sa definire un concetto a proprio consumo esclusivo, adeguandolo, a volte, a mercificati tornaconti.
Come in effetti è.
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INDICE
PROFUMO DI IERI - Radici, racconti, ricordi...
Prefazione
Presentazione
Introduzione
Sole e tempesta. Amicizia e Inimicizia. L'eterna competizione
Non è più come prima.
Le marche. Chi erano costoro?
Polvere di stelle
Gigin bel doit
Il silenzio che uccide
Era del colore del grano maturo
Era bello una volta all'anno tagliare i coupons
"Son livornese, parenti non ne ho..."
I prati profumavano di bucato...
Lievito "Bertordini"
Profumo di busòm
Sapeva la lingua dei Murlu
Il mare, l'altalena, l'ascensore
Unden' dei?
L'usignolo ferito
Il pane nuovo e una crosta di formaggio
Un canestro e due uova: una rabbia incontenibile
Un forno una vita
Il mestiere di saperci fare
Ci insegnò l'italiano
La saggezza di una volta
Due cuori grandi come le colline
Caro Giordano...
Sarà un raggio di sole!
Pian e Mena
Quando Pia diventò vice sindaco
Un eterno brontolio
Magnangé
Giuse 'cl Carat
Federica
Milia du Len
Gian der Cuch
Pierina du Scindich
Un chicco di grano
Cunti e Marietta
La santinfanzia
Librina
Bep e il pallone a pugni
Rita d'Main
Care
Beppe
Giulia ha pianto in silenzio
Milia du Drù
Quando gli angeli perdono le ali
Domenico d'Mericca
Ciao... e fu la fine
Minga
Sergio d'Luigina
Milia d'Gandulfu
La leva
Il vento nei capelli
Introibo ad altarem Dei
Una scommessa chiamata Presepe Vivente
La campagna del grano
La canzone del grano
La lingua dei "Murlu" |
Giampietro Rubino
PROFUMO DI IERI
editore EDITORIALE EUROPEA
edizione 2002
pagine 176
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine 6 giorni
12.00 €
9.00 €
ISBN :
EAN :
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