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| LA PROCESSIONE DA FONTAINEMORE A OROPA |
| Da sempre l'uomo ha un bisogno interiore di spiritualità. Da millenni le persone alla ricerca della fede si sono recate, sotto forme diverse, in pellegrinaggio nei luoghi di culto. Da secoli, ogni cinque anni, gli abitanti di Fontainemore e della Vallesa attraversano la montagna e si recano in processione al Santuario di Oropa per venerare la Madonna Nera, la cui statua - secondo la leggenda - fu ritrovata da un un pastorello sordomuto di Fontainemore. Negli ultimi tempi il numero di persone che affrontano questo sentiero di fede è cresciuto a dismisura. Le migliaia di persone che vi prendono parte hanno creato un po' di disorientamento ai fontainemorains che hanno paura di perdere la loro Processione, cosa che non avverrà mai perché questa professione di fede era, è e rimarrà sempre nei loro cuori, è la loro stessa vita, infatti in tutte le case del paese, si trovano immagini e statue della loro protettrice. La Processione è il vanto di questa piccola comunità che riesce anche in questa maniera a far partecipi tantissimi fedeli, che arrivano da molte parti. Le più di duecento testimonianze raccolte in questo libro possono sembrare tante, o troppe, per una singola manifestazione, ma la parola del pellegrino fa risaltare quasi tutti gli aspetti di questo avvenimento; ovviamente le ripetizioni si rincorrono, ma ognuno ha dato un suo contributo particolare. Il volume è arricchito dalla documentazione fotografica delle ultime cinque edizioni (1985-2005) insieme a una selezione di immagini d'epoca. La Processione da Fontainemore a Oropa inizia il venerdì sera alle ore 19, e si conclude alle 12 di sabato con l'ingresso in Santuario; è unica in Valle d'Aosta e si svolge ogni cinque anni. Camminare tutta la notte, in processione, lentamente e pregando almeno a tratti spesso sotto la guida di un altoparlante, è una esperienza di cui è difficile parlare: bisogna provare a farla. Questa pubblicazione che ora vi presento, secondo me, dovrebbe essere concepita come un'introduzione ad un'esperienza: se ve ne parlo e soltanto per invitare anche voi a farla! E queste mie parole dunque non vanno prese come un'introduzione a un lavoro scritto che vive totalmente per se stesso, completo in sé. Gli scritti, le testimonianze e le fotografie hanno tuttavia il pregio dell'autenticità e spesso anche dell'immediatezza semplice: esse quindi sono fatte per parlare anche a chi non si è mai o non ancora awenturato in quella antica esperienza, ma soprattutto per chi non ha o non ha più le forze per farla. Quanto a me, sono particolarmente affezionato alla Processione, credo però che non lo sarei se non vi avessi partecipato: l'ho fatta due volte, in andata e ritorno. Penso ad esempio al silenzio del lungo cammino, e al momento in cui ci si avvicina alle Cinque Croci; la stanchezza comincia a farsi sentire, conservi l'eco delle ultime avemarie e guardi il panorama che ti circonda assai misterioso perché è buio e la luna annuncia disegni d'imponenti monti nudi o coperti di foresta, e mostra rocce vicine seguite da lunghe ombre. Sarà molto bello, la domenica, tornando a Fontainemore, riconoscere il sentiero fatto con il suo panorama ampio quasi infinito. L'esperienza di cui sto parlando è di per sé espressione di fede, è, per sua natura, religiosa: così è nata cinquecento anni fa e così si conserva se si guarda ai suoi animatori e organizzatori, così l'ho vissuta io. Devo dire che per me è fondamentalmente una lunga e molto particolare preghiera, preghiera che fai con tutto il corpo, camminando come un pellegrino medioevale ma poi sapendo che sei un uomo moderno provvisto di tutto e ben protetto - ci sono i bútonniers, gli infermieri e i medici pronti a scattare se sei in difficoltà - , almeno per qualche istante rifletti sul fatto che il pellegrinaggio può essere un'allegoria della vita. Ci tengo a dire che non è importante per me e per la mia fede soltanto ciò che si celebrerà in Santuario a Oropa, ma anche, e molto, il viaggio. Non posso però negare l'effetto d'emozione forte che ha prodotto in me, le due volte che vi ho partecipato, il canto a quattro voci antico e bello che si esegue una sola volta ogni cinque anni al momento dell'ingresso in Santuario: ho visto persone serie, adulte piangere. Naturalmente la fede si esprime nella Messa solennissima e cantata del pomeriggio e nella piccola processione di sera con le fiaccole. Meriterebbe un discorso a parte tutto il ritorno a cominciare dalla Messa della domenica mattina. Sembra cambiare clima: c'è la nostalgia di ciò che è appena passato, c'è il pensiero del ritorno con la sua normale stanchezza, c'è anche la constatazione che si è ridotto di molto il numero dei pellegrini - ormai sono in maggior parte di Fontainemore - e questo crea un senso di maggior familiarità: è sicuro che nel viaggio di ritorno ci si saluterà con molta amicizia e troverai tante persone che di offrono dolci, caffé e tè. Farai anche delle bellissime fotografie... La magia del ritorno però non è tutta lì: la si scopre ancora quando, arrivati vicino al paese, si vede presto la chiesa parrocchiale ma non si arriva mai, ma poi si è dentro e si passa tra due ali di tante persone e tra queste uomini che piangono pieni di ricordi antichi e recenti; infine c'è l'immersione nel finale pieno di canto e di gioia, tutti concentrati sulla statua della Madonna nera che è in piena luce. MONSIGNOR GIUSEPPE ANFOSSI Vescovo della Diocesi di Aosta |
SOMMARIO PRESENTAZIONI Monsignor Giuseppe Anfossi Vescovo della Diocesi di Aosta Augusto Rollandin Presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta Laurent Viérin Assessore all'Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta Don Paolo Quattrone Parroco di Fontainemore Gianpiero Girod Sindaco di Fontainemore 2000-2010 PER UNA LETTURA ANTROPOLOGICA DEL RITO di Valentina Porcellana DA FONTAINEMORE A OROPA E RITORNO: LA PROCESSIONE PER IMMAGINI Cronaca fotografica di Cesare Cossavella LE INTERVISTE di Cesare Cossavella INDICE DEGLI INTERVISTATI GLOSSARIO BIBLIOGRAFIA RINGRAZIAMENTI |
 
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