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PRIGIONIERO DI GUERRA
Russia, 7-1942 - 12-1945
Finalmente tutti fuori, volti verso i vagoni, vorremmo tutti essere i primi a salire sui carri, su quelli che per molti di noi risulteranno poi essere carri mortuari.

Questo libro andrebbe letto dopo Centomila gavettedighiaccio di Giulio Bedeschi e dopo Se questo è un uomo di Primo Levi, non per porre questo sullo stesso piano di quei capolavori della letteratura della sofferenza e della lotta per l'esistenza, ma per debita complementazione.
La campagna di Russia, già sciagurata nella sua ideazione, si risolse nella disfatta della ritirata, di cui fiumi di inchiostro hanno già delineato i contorni disumani e atroci, sebbene mai compiutamente. La prigionia, ulteriore calvario nel calvario, è qui protagonista.
I gulag di Alexandr Soljenitzin sono gli stessi che gli italiani scoprono amaramente e dei quali pochi potranno raccontare. Anche qui si ritrova il germe dell'odio di uomini contro altri uomini, confluito nella follia dell'annientamento del nemico che Domenico Tarizzo compendiò efficacemente ne L'ideologia della morte.
Prigioniero di guerra di Attila Trombetti ne è una testimonianza diretta, cruda, semplice, nuova. In definitiva, vi leggiamo l'eterno dramma dei vinti.

PRESENTAZIONE

Le memorie di guerra e di prigionia, messe per iscritto, nel 1946, da Attila Trombetti mentre era ricoverato all'Ospedale Militare di Ancona non potevano restare un manoscritto. Chi le legge sente l'obbligo morale di farle conoscere al maggior numero possibile di persone, perché sappiano, si ricordino e riflettano.
La forte volontà di Attila, della moglie Ada, di amici e conoscenti di veder pubblicate queste memorie ha reso possibile l'impresa, anche se, purtroppo, qualche anno dopo la scomparsa dell'autore.
I contenuti di questo racconto sono parte della nostra storia, ma il modo che ha Attila di comunicare ci coinvolge emotivamente e ci fa rivivere attimi di speranza e di disperazione, che nessuno di noi vorrebbe provare dal vero. Come scrisse in una lettera ad Attila il Generale degli Alpini Eugenio Ugolini, la sua esposizione dei fatti é stata effettuata senza faziosità e senza odio, é una testimonianza, fedele e obiettiva, degli eventi vissuti dagli Alpini in Russia e presenta, per ciò, un valore educativo enorme, tale da meritare di essere non soltanto pubblicato, ma, addirittura, di essere dato in lettura nelle scuole ai ragazzi e ai giovani di oggi, i quali hanno la fortuna di vivere ignorando gli orrori della guerra.
I giovani sono i destinatari del messaggio di Attila, i giovani che non conoscono la brutale guerra, se non per immagini troppo sfumate e lontane. I giovani che attendono dalle generazioni precedenti un messaggio chiaro, degli ideali forti, in mancanza dei quali non c'è che sbandamento e preoccupazione.
Conoscere per evitare è lo slogan coniato qualche decennio fa. Effettivamente, se si conoscessero le conseguenze delle proprie azioni, quante parole o fatti avremmo evitato o modcato. La guerra non ha scuse. L'odio neppure. La mente malata di chi non sa dialogare porta soltanto a violenze non degne dell'uomo.
Pubblicare questo libro è un ennesimo tassello verso la speranza che le parole scritte non siano vane. È sufficiente che un solo lettore finisca il libro con il sentimento di volerlo far leggere a un suo caro ed ecco che Attila avrà colto nel segno e, con lui, tutti noi che ci abbiamo creduto.

Lorenzo Fornaca
INDICE

La partenza da San Michele Mondovì

Roccaforte

La ritirata

La cattura

Vagoni della morte

Verso il lazzaretto

Il fungo velenoso

Lager 72

Lager 101

Verso l' Uzbekistan

Lager 29/1/2/3/4/5

Taskent

Lager 29/2

Ritorno a casa




Attila Trombetti

PRIGIONIERO DI GUERRA

editore FUSTA - LORENZO FORNACA
edizione 2009
pagine 160
formato 15x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

14.00 €
8.90 €

ISBN : 978-88-95163-17-8
EAN : 9788895163178

 
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