La
prima edizione di quest'opera, Alle Porte d'Italia, uscita nel
1884, piacque ad Edmondo de Amicis poichè rifletteva in sintesi il
suo spirito, l'ardire romantico, il gusto di rovistare fra le pieghe della
storia, soprattutto di quella piemontese, divenuta, con l'unità nazionale,
storia dell'Italia intera.
L'attrazione delle " dentate scintillanti vette", l'amore per
la montagna, i castelli, l'ardore di arrampicarsi sui gradini del forte
di Fenestrelle, lo spingevanbo a sognare, a rievocare dentro di sé,
per il piacere di comunicarle al lettore - visioni di battaglie, di cavalli
al galoppo, di stendardi al vento.
Un libro, Alle Porte d'Italia, da accogliersi come "documento",
perchè aiuta a scoprire De Amicis come autore "nuovo",
diverso da quello che siamo soliti riconoscere nelle pagine di Cuore.
Un De Amicis quasi cronista, che potrebbe dirsi storico, se la sua narrazione
non fosse ammantata, spesso, dalla fantasia irresistibile. Ne scaturiscono
pagine godibili, senza dubbio romantiche. Sarebbe un peccato che i lettori
affezionati a Cuore non le conoscessero.
PREFAZIONE
Nel 1883 De Amicis è piuttosto sereno: se il matrimonio con Teresa
Boassi s'incrina, i figlioletti Furio e Ugo sono la sua gioia e per l'anno
a venire si profila il viaggio in Argentinan che tanta fama gli procurerà
e tanti nuovi pensieri. Di mezzo, poco noto ai giorni nostri ma popolare
allora come La partita a scacchi di Giacosa, una "sciocchezzuola
medioevale" alla Flaubert. Alle Porte d'Italia, apparso ai
primi del 1884 in tre puntate sulla "Nuova Antologia" e subito
dopo in volume a Roma presso Sommaruga, che nel 1891 lo riproporrà
in magnifica edizione ornata da 172 disegni di Giuseppe Amato. Non è
il caso di parlare dello screzio con Treves per il cambio d'editore, basta
ricordare che il 5 ottobre 1883 Edmondo poté proporre a Soomaruga
un libro da intitolare La città dei principi d'Acaja. Titolo
che a lui non piacque e fu surrogato dal più cattivante Alle
Porte d'Italia, ma che svela la suggestione provata dall'autore nel
riandare ai fasti della Corte che in Torino aveva eretto il possente castello,
oggi Palazzo Madama.
Si suol dare, con certo sprezzo, a de Amicis del reporter di bocca buona,
ma è provato che per questo libro consultò uno storico quale
Nicomede Bianchi e si consigliò pure con l'amica Emilia Peruzzi.
Il "sogno gotico" non doveva qualificare comunque tutto il volume
ma esserne la nota d'apertura: di riparazione anzitutto per l'oblio calato
sugli Acaja e sulla loro dimora e poi, via via, di curiosità per
la loro vita quotidiana.
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INDICE
Prefazione
Un sogno gotico
Pinerolo sotto Luigi XIV
I Principi d'Acaja
Il Forte di Santa Brigida
Il Forte di Fenestrelle
Emanuele
Filiberto a Pinerolo
La Ginevra Italiana
Le Termopili Valdesi
La Marchesa di Spigno
La Rocca di Cavour
Dal Bastione Malicy |
Edmondo De Amicis
ALLE PORTE D'ITALIA
editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2003
pagine 320
formato 11x17
brossura
tempo medio evasione ordine ESAURITO
9.00 €
9.00 €
ISBN : 88-88552-09-X
EAN : 9788888552095
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