Il portacote, in rame o legno che sia, vuole riconquistare in queste pagine il suo ruolo e il suo significato. Il manufatto lascia la sua pura valenza funzionale per consegnare alla storia la sua complicità con l’universo simbolico e culturale dell’uomo, per sopravvivere e far sopravvivere all’impeto del progresso un piccolo spaccato della cultura contadina, i profumi della sua quotidianità, il ritmo lento e cadenzato di un’economia, l’intensità e la pregnanza dei suoi rapporti umani e sociali. Nelle sue sfumature e nei tratti che segnano il suo corpo un invito a non dimenticare le fatiche dei nostri padri.
Per comprendere ogni strumento agricolo che le mani dell’uomo hanno ideato, plasmato e trasmesso, è essenziale rintracciare i canoni ed i requisiti fondamentali della cultura cui appartiene, ricercare la forza, l’importanza sociale e il dinamismo del settore cui si riferisce, sviscerare una sorta d’identità dei protagonisti e delle voci cui questi strumenti fanno riferimento.
La storia del portacote ci nasconde sicuramente le vicissitudini della sua tenera età, ci vela la sua infanzia e gran parte della sua adolescenza. Conosciamo, o meglio possiamo in parte intuire e penetrare solo il suo periodo adulto e il suo lento declino.
Tenteremo nelle pagine che seguono di dare voce alla storia e all’evoluzione di questo manufatto, attraverso un’analisi, seppur superficiale, del settore agricolo trentino tra Ottocento e Novecento, che porta ad importanti considerazioni su un’attività, la fienagione, che seppur di rilevanza fondamentale e apparentemente dominante nel sistema economico tradizionale è caratterizzata da forti limiti d’immobilismo e frammentarietà.
Presenteremo poi gli scarsi rimandi storici del portacote, strumento primario della fienagione, affondando nelle citazioni della latinità per riaffiorare nelle rappresentazioni locali seicentesche e trattare l’etimologia, le flessioni e variazioni fonetiche e dialettali trentine di questo termine. Concluderemo con una sorta di mappatura dei tratti peculiari che caratterizzano il portacote nei vari contesti di valle. L’ultimo scorcio lo dedichiamo alla battitura della falce e ai suoi strumenti, tributo doveroso vista la vicinanza e complicità con la pratica di filatura.
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INDICE
INTRODUZIONE
IL PORTACOTE NELLA STORIA
Appunti su un'economia montana del Trentino
Cote e portacote
Portacote e cote nella latinità
Cenni storici. L'area trentina
Il portacote. Etimologia e termini dialettali trentini
Il portacote. Viaggio tra le valli trentine
La battitura della falce
I PORTACOTE
Le tipologie
La forma
Forma ed eterogeneità
Foro e imboccatura Puntale
L'attacco e gancio
La lavorazione
La decorazione
La ricerca della forma
La pittura
L'incisione
L'intaglio
Intaglio, incisione, pittura
Il rattoppo
La peculiarità della forma
I PORTACOTE IN CORNO
I LEGNI SEMPLICI E SFACCETTATI
I semplici
Gli sfaccettati
I LEGNI ARROTONDATI E A BOSSOLO
I LEGNI LAVORATI
LE GRANDI FORME
I PORTACOTE IN RAME
Rame e latta
Dalla lastra al portacote
Il rame e le forme semplici
I lavorati a cono schiacciato
Le forme tubolari e panciute
Tra artigiani e committenza
BIBLIOGRAFIA
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a cura di Danilo Valentinotti
PORTACOTE DELLE VALLI TRENTINE
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2007
pagine 112
formato 22,5x29
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
19.90 €
19.90 €
ISBN : 978-88-8068-359-9
EAN : 9788880683599
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