C'era una volta, a Castellamonte, un povero ceramista di nome Pinót, il quale un giorno si mise a lavorare un blocco d'argilla per ricavarne un bel burattino di terracotta.
– Che nome gli metterò? – disse tra sé e sé.
– Lo chiamerò Pitócio, come le statuine che in questo paese si mettono da secoli sui comignoli. Questo nome gli porterà fortuna.
E così, radunati gli attrezzi, iniziò a modellare il burattino. Ma quando giunse a fargli il naso, questo cominciò a crescere, e cresci cresci cresci in un attimo diventò un nasone che non finiva più.
Il povero Pinót sudò sette camicie per rimpicciolirlo, ma più lo accorciava più quello si allungava.
Niente da fare, ci sono cose al mondo che si devono prendere così come sembrano!
Se "Pinocchio" fosse stato ambientato a Castellamonte certamente il suo creatore non lo avrebbe realizzato con il legno ma con la nostra bella terra rossa.
Da questa semplice riflessione nasce lo straordinario lavoro letterario, artistico e creativo dei ragazzi coordinati da Valerio Giaco-letto Papas, insegnate, ricercatore e scrittore.
Il nostro Pinocchio si chiama, ovviamente, Pitócio e promette di conquistare grandi e piccini esattamente come lo straordinario personaggio creato da Carlo Collodi.
Le avventure di questo inedito ed avventuroso eroe sono ambientate nella nostra città e la creatività dei ragazzi si è davvero sbizzarrita per trovare situazioni interessanti e soluzioni narrative insolite.
Il lettore di tutte le età viene coinvolto dal racconto e trasportato in un mondo fatto di sogno, arte, storia e, soprattutto, fantasia. Scoprire l'entusiasmo con cui questi giovani studenti si sono dedicati a un progetto così bello, ampio ed ambizioso non può che farci ben sperare per il futuro della tradizione ceramica castellamontese.
Chissà che tra loro non vi siano i talenti artistici del futuro e che, tra coloro che attualmente lavorano la terra rossa di Castellamonte, non ve ne sia qualcuno interessato a creare davvero un PinocchioPitócio di Terracotta da dedicare a questi "scrittori in erba" per ricordare un libro che vuol anche essere un vero e proprio omaggio alla nostra tradizione.
L'Assessore alla Cultura
Nella Falletti Geminiani
Il Sindaco
Paolo Mascheroni |
INDICE
PREMESSA
di Valerio Giacoletto Papas
CAPITOLO PRIMO
Com'è che Maestro Mondéla, ceramista, trova un blocco di argilla, che piange e ride come un bambino.
CAPITOLO SECONDO
Dove si narra che Maestro Mondéla regala il blocco d'argilla al suo caro amico Pinót, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino meraviglioso, che sappia ballare, cantare e giocare a pallone.
CAPITOLO TERZO
In cui si legge che Pinót, tornato a casa, inizia subito a fabbricarsi il burattino, gli mette il nome di Pitócio, e subisce le sue prime birichinate.
CAPITOLO QUARTO
Dove si dice dell'incontro del burattino con lo Stercorario-parlante, e si scopre quel che può succedere ai ragazzi che non ascoltano i consigli di chi ne sa più di loro.
CAPITOLO QUINTO
Nello svolgimento del quale si racconta che Pitócio ha fame, cerca un uovo per cucinarlo all'occhio di bue, ma sul più bello questo vola via dalla finestra.
CAPITOLO SESTO
In cui si narra come Pitócio, gironzolando per le strade a fare l'elemosina, finisce per perdere i piedi.
CAPITOLO SETTIMO
Dove si racconta che Pinót rifà i piedi al suo burattino e gli prepara una ricca colazione.
CAPITOLO OTTAVO
Capitolo in cui Pinót rifà i piedi a Pitócio e vende la sella della sua bici per comprare
il sussidiario al suo amato bambino.
CAPITOLO NONO
Dove si può leggere che Pitócio vende il materiale scolastico per assistere a uno spettacolo di wrestling.
CAPITOLO DECIMO
Come Pitócio crede di aver vinto il titolo, ma viene inseguito dal mastodontico Batista che ne vuol fare un souvenir per il suo tetto.
CAPITOLO UNDICESIMO
Dove Pitócio scampa il pericolo e diventa improvvisamente ricco perché incontra due benefattori, la Volpe e la Faina.
CAPITOLO DODICESIMO
In cui Pitócio pernotta all'Osteria del Grullo d'Oro, incontra il cugino del defunto insetto-filosofo, viene assalito dalle perfide Masche, e finisce impiccato a un lampione.
CAPITOLO TREDICESIMO
Dove la Fata dai capelli lilla chiama
Giuàna la Puiàna, raccoglie il burattino, lo mette a letto, e lo guarisce con l'aiuto di medici famosi.
CAPITOLO QUATTORDICESIMO
In cui Pitócio rifiuta latte e miele, pretende la cioccolata con panna o, in alternativa, lo zabaglione (o ancor meglio tutt'e due), e dopo altre bugie gli s'accorciano le gambe.
CAPITOLO QUINDICESIMO
Nel corso del quale, ricresciute le gambe, ritrova la Volpe e la Faina, e li segue trotterellando al Campo delle Grane per seminare le banconote da 500 euro.
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Lorenzino da Castellamonte
PITOCIO
editore TIPOGRAFIA BAIMA RONCHETTI
edizione 2009
pagine 144
formato 13,5x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
10.00 €
5.90 €
ISBN : 978-88-96322-03-1
EAN : 9788896322031
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