Pubblicato nell’ambito delle manifestazioni per le celebrazioni
del 250 ° anniversario della nascita di Vittorio Alfieri, il volume
presenta una rassegna dei luoghi “alfieriani” del Piemonte,
quei siti cioè che egli abitò e frequentò o che comunque
a lui sono uniti da qualche non troppo labile legame. Pier Massimo Prosio,
con la guida delle opere alfieriane, in particolare la Vita, ha cercato
di capire che cosa questi luoghi abbiano rappresentato per l’Alfieri,
creando così un interessante percorso storico e biografico estremamente
agile e di piacevole lettura.
IL PIEMONTE DI VITTORIO ALFIERI
Nel 1778 Vittorio Alfieri prende la decisione di "spiemontizzarsi"
e di "disvallarsi": "...non dubitai punto, ciò visto,
di lavorare con la maggior pertinacia ed ardore all'importante opera di
spiemontizzarmi per quanto fosse possibile; ed a lasciare per sempre,
ed anche a qualunque costo il mio mal sortito nido natio"( Vita,
epoca IV, cap.VI). Già prima del 1778 Alfieri era stato
a lungo lontano dal Piemonte per quegli avventurosi viaggi che l'avevano
portato per tutte le contrade d'Europa, ma da allora il Piemonte cessa
di essere la sua residenza ufficiale e vi tornerà solo più
in occasione di brevi passaggi: e tappa essenziale e sintomatica di tale
percorso con cui Alfieri si tagliava tutti i ponti alle spalle fu la donazione
dei propri beni alla sorella Giulia, la cui laboriosa procedura iniziò
appunto nei primi mesidi quell'anno. Ma l'indifferenza e l'insofferenza,
a volte anche l'avversione, che egli sempre manifestò per il "mal
sortito nido natio" si rivolgevano essenzialmente al Piemonte politico,
al regno di Sardegna, cioè, misoneista e retrivo (ai suoi occhi
perlomeno, che è quello che conta). Ma è facile scorrendo
con amore e intelligenza i suoi scritti, dall'autobiografia alle lettere
alle rime, è facile accorgersi che una costante rassicurante fiammella
d'affetto per la sua terra natale sempre la coltivò: anzi una intima
fierezza di esser piemontese. Citerò solo due esempi tra i numerosi
tratti della personalità alfierana in cui l'attento lettore può
cogliere segni indubbi della persistenza di questo tenace legame sentimentale
con il "bel Piemonte". Il primo è il tumultuoso e plebeo
episodio della rissa con il servo Elia a Madrid, narrato nel capitolo
della Giovinezza, che dopo le botte da orbi scambiate tra servo
e padrone, e la conseguente pacificazione, si chiude con l'avvertenza
che "questo reciproco misto di ferocia e di generosità per
parte di entrambi noi, non si potrà facilmente capire da chi non
ha esperienza dei costumi e del sangue di noi piemontesi": l'episodio
nell'orgogliosa affermazione di una mentlità etnica, diciamo così,
attirò anche l'attenzione di Stendhal che lo notò in Rome,
Naples et Florence, come dimostrazione che il Piemonte poteva ancora
"donner des grands hommes".
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INDICE
Il Piemonte di Vittorio Alfieri
ASTI
La casa natale . Palazzo Alfieri
La seconda abitazione astigiana
Monastero di Sant'Anastasio
Chiesa del Carmine
Chiesa di San Martino
TORINO
Casa dello zio Pellegrino. Prima abitazione torinese di Alfieri
Accademia militare
Casa della sorella Giulia. Seconda abitazione torinese di Alfieri
Casa di Piazza San Carlo
Casa di Gabriella Turinetti di Priero
Casa dell'abate di Caluso
Monastero di Santa Croce
Palazzo Cavour. Società Sanpaolina
Casa di Benedetto Alfieri
Teatro Regio
Teatro Carignano
Villa Tournon
Villa Amoretti
CUMIANA
Palazzo Canalis di Cumiana
MAGLIANO ALFIERI
Castello degli Alfieri di Magliano
SAN MARTINO ALFIERI
Castello di San Martino
CESANA
Casa Aillaud
CUNEO
Casa dello zio
MASINO
Castello
BIBLIOGRAFIA
INDICE DEI NOMI
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
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Pier Massimo Brosio
IL PIEMONTE DI VITTORIO ALFIERI
editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2003
pagine 90
formato 15x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 8 giorni
12.50 €
11.00 €
ISBN : 88-8262-065-4
EAN :
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