8 settembre 1943: crollo di un regime, albori di una nuova libertà.
Il Piemonte, per molte ragioni, è al centro della Storia.
Il libro ricostruisce avvenimenti e clima di quei giorni, e lo fa con una metodologia innovativa, ricorrendo alle memorie, scritte o orali, di chi c'era e racconta in prima persona gli eventi: lo sbandamento dell'esercito e il ritorno a casa, la nascita della Resistenza, il riorganizzarsi della reazione fascista, la convivenza quotidiana nelle valli alpine e nelle campagne piemontesi con l'ex alleato tedesco divenuto all'improvviso nemico invasore. Il racconto dei protagonisti (Ettore Serafino, Pompeo Colajanni, Raimondo Luraghi...)
e le memorie delle persone comuni. Un materiale fotografico di grande valore storico ed emotivo. Grande Storia e vita quotidiana nella regione che ha visto nascere la coscienza del nuovo mondo nato dalle rovine della tragedia della guerra.
Un libro mai tentato. Per non dimenticare.
INTRODUZIONE
Dalla Resistenza un Paese nuovo. Ma ora che resta?
Il prossimo anno ricorreranno gli anniversari di due eventi importanti, significativi e a forte impatto sulla storia del Novecento. Si tratta di un centenario e di un settantennale che segnano, rispettivamente e paradossalmente:
- l'inizio della tragedia che portò a conclusione il processo risorgimentale;
- la fine della catastrofe che diede inizio a un periodo di democrazia e prosperità. Stiamo parlando della Grande Guerra italiana e della guerra di liberazione dal nazifascismo.
Difficile trovare elementi di contiguità tra questi due eventi, perché non furono entrambi frutto di una presa di coscienza collettiva e spontanea.
Nel primo caso, infatti, la guerra fu imposta con la violenza di una minoranza (quella degli interventisti) che si fece maggioranza e determinò la morte sui campi di battaglia di centinaia di migliaia di giovani spesso ignari dei motivi che avevano portato al conflitto a cui erano stati chiamati. I giovani appartenevano in gran parte alle classi subalterne, al cosiddetto «quarto Stato», contadini e operai, e il loro arruolamento avvenne spesso all'insegna dell'inconsapevolezza e della disperazione; quella stessa disperazione schiva e taciturna descritta con sublime efficacia dal poeta vociano Piero Jahier che, fornendo un'immagine desolante dei richiamati non più giovani, li ricordava in disparte nella caserma in cui erano appena giunti, «silenziosi, tranquilli come una squadra operaia che aspetta il suo turno di paga».
I contadini che partirono per la guerra del 1915-18 non lo fecero da volontari, le loro partenze furono sofferte non solo per il distacco dalla grande famiglia estesa e patriarcale di cui erano parte, ma soprattutto per l'abbandono forzato della loro terra, quella che quotidianamente vedevano dare frutti.
Il caso della seconda ricorrenza presenta invece una situazione di assoluta discontinuità. Qui si ricorda un conflitto che ebbe proprio nella consapevolezza di chi la combatté il suo punto di forza. La guerra partigiana, infatti, sebbene nata dalla necessità dei transfughi dell'Esercito regio di sottrarsi ai tedeschi, derivò la sua matrice ideologica dall'antifascismo clandestino, da quelle «poche migliaia di antifascisti sperimentati» - così li chiama Santo Peli nella sua Storia della Resistenza in Italia - «reduci dalla galera, dal confino, dalla resistenza francese, dall'emarginazione sociale». Costoro furono «pronti a cogliere dopo 1'8 settembre l'occasione offerta dal disastro della guerra fascista».
Se il conflitto del 1915-18 costò al paese 700.000 morti e un milione e mezzo di mutilati, inabili al lavoro e alla vita, la guerra di liberazione dal nazifascismo ebbe numeri altrettanto spaventosi, considerata la sua durata relativamente breve di soli 20 mesi. [..] |
INDICE
Introduzione
Dalla Resistenza un Paese nuovo. Ma ora che resta?
capitolo I
Una Glorieuse Rentrée dalla Vai d'Aosta
capitolo II
Giovanni Monaco, la scelta di un intellettuale
capitolo III
Ultima partenza per il fronte
capitolo IV
La mia guerra
capitolo V
Il comandante Barbato: un comunista nell'esercito
capitolo VI
In fuga dalla IV Armata: l'8 settembre di Raimondo Luraghi
capitolo VII
L'8 settembre mancato del capitano Lamberti
capitolo VIII
L'8 settembre degli uomini che fecero l'impresa
capitolo IX
Il signor 195 omicidi: la Banda Novena, terrore del Pinerolese |
Gianbattista Aimino - Gian Vittorio Avondo - Claudio Rolando
PIEMONTE 8 SETTEMBRE
editore CAPRICORNO
edizione 2014
pagine 144
formato 17x25
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
9.90 €
9.90 €
ISBN : 978-88-7707-227-6
EAN : 9788877072276
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