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Nell'estate
del 1989 venni a Torino per girare un breve film: doveva celebrare la
città in occasione dei Mondiali di calcio che si sarebbero svolti
l'anno dopo. Fu un soggiorno più lungo delle altre volte: di solito
quando vengo a Torino- la città dove nacqui ottantacinque anni
fa- mi fermo per un giorno al massimo due, a seconda delle occasioni e
qualche volta dei pretesti che mi invento per tornarci.
Ma si sa, per girare un film, anche se breve, ci vuole tempo: in quel
caso, poi, bisognava fare un film che spiegasse alla meglio, rapidamente,
la città a chi non l'aveva mai vista.
Come si fa a raccontare una città in otto minuti? Come ho fatto
a raccontare in così poco tempo la città che amo di più
di ogni altra? Bisogna fare delle scelte crudeli: questo lo faccio vedere
e questo no. Ogni rinuncia è dolorosa e va meditata. Ed io, con
calma, mi misi a ripercorrere le vie e le piazze di Torino, che conosco
così bene e che corrispondono a una topografia dei sentimenti e
dei ricordi che è tracciata profondamente nella mia memoria. Ogni
via, ogni piazza mi ricorda un volto, un incontro, un amico. Tanto è
l'amore di cui mi ha nutrito questa città. Rividi i luoghi della
mia infanzia e della mia adolescenza: la Mole Antonelliana con la sua
guglia altissima, vero e proprio tempio astratto dell'Idea ottocentesca
del Progresso, piazza San Carlo, luogo perfetto, calmo, razionale, di
un ideale ordine civile, la chiesa della Consolata dedicata al culto di
Maria Consolatrice, la stazione di Porta Nuova che pur con accenni neoclassici,
già lascia presagire i moduli dell'architettura industriale di
cui Torino è stata ed è un laboratorio di sperimentazione
perenne. E poi il Parco del Valentino e le rive del Po.
Un giorno, passeggiando nei pressi della stazione, nella via più
agitata di tutta la città, fui colpito da una scena che vidi per
strada.
Non avevo ancora deciso come iniziare il mio cortometraggio e quella scena
che vidi lì, per caso, senza averla cercata, mi sembrò ideale.
Ma non perchè fosse rappresentativa di Torino, anzi, proprio per
l'esatto contrario: un ragazzo e una ragazza, in piedi su di un marciapiede
spartitraffico, si baciavano in mezzo al traffico snervante e caotico
dell'ora di punta. Non c'era nient'altro - come quella scena - di così
contrario allo spirito della mia città. Però mi piacque
per la forza persuasiva con la quale si impose alla mia attenzione e quindi
decisi che l'avrei messa in testa alle immagini: la mia voce fuori campo
avrebbe avvertito lo spettatore che stava assistendo a qualcosa di incongruo,
di stonato, che rappresentava Torino per contrasto, negandone lo spirito
più genuino. In fretta e furia mi misi alla ricerca di due comparse
che avrebbero dovuto rifare ciò che avevo visto dal vivo, le trovai
e qualche giorno dopo feci ripetere la loro scena, in mezzo al traffico
cittadino.
[..]
MARIO SOLDATI |
Attilio Boccazzi-Varotto - Mario Soldati
PIEMONTE 360?
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 1999
pagine 170
formato 35x32
cartonato con sovracoperta plastificata a colori, inserito in prestigioso cofanetto di fattura manuale
tempo medio evasione ordine ESAURITO
103.00 €
103.00 €
ISBN : 88-8068-116-8
EAN : 9788880681168
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