PREMESSA
La peste evoca immagini che alimentano paure contrassegnate da molteplici sfaccettature: infatti, questa terribile malattia, ha colpito gli uomini per secoli e secoli e in varie parti del mondo, lasciando nelle memorie aspetti, reali ed enfatizzati dalle cronache e nelle ricostruzioni successive, che si sono radicati nella palude delle nostre angosce.
Oggi, la peste viene spesso richiamata nell'attualità quando la nostra civiltà scopre di essere indifesa davanti all'Aids, alla mucca pazza o all'aviaria. Segno tangibile che le grandi epidemie di peste, se pur appartengono all'archeologia della medicina occidentale, non si sono mai allontanate da un retaggio culturale che, in modo diverso, comunque accomuna tutti noi.
In questa ricerca analizzeremo la peste in Piemonte tenendo conto, in particolare, delle notevoli implicazioni socio-antropologiche, ma anche religiose, che erano comunque chiamate in causa quando era necessario stabilire le origini della malattia, sempre contese tra credenze che volevano essere razionali e la diffusa paura degli untori.
In particolare nelle epidemie del XVII secolo, fu piuttosto diffusa l'idea che vi fossero persone impegnate a «ungere» i luoghi più diversi per propagare il morbo. In alcuni casi, come vedremo, tale sospetto fu connesso, e a volte sovrapposto, alle presunte relazioni che streghe e stregoni avrebbero intessuto con il diavolo.
Osservando il quadro globalmente e davanti alla notevole quantità di materiali sull'argomento - dei quali, per ovvi motivi, in questa sede proporremo una selezione - si raggiunge la consapevolezza che potrebbe essere giustificato declinare la peste al plurale, poiché ogni località colpita dall'epidemia, pur avendo aspetti in comune con altri luoghi in cui si manifestò i1 morbo, ebbe una propria storia, un suo itinerario, un suo epilogo.
Per collocare gli eventi nella giusta cornice storica e culturale, il libro propone anche una serie di capitoli indispensabili per conoscere l'effettiva dimensione socio-antropologica, economico-sanitaria e anche umana, in cui si mosse e colpi la peste.
Ogni epoca, ogni società, ha la sua peste: la malattia, come ha posto in rilievo Susan Son-tang, è metafora della fragilità di qualunque cultura, anche la più evoluta.
In EcceHomo, Friedrich Nietzsche evidenzia che la rottura della routine determinata dalla malattia ha come effetto la presa di coscienza, costringe a uscire dal nottambulismo del quotidiano, per imboccare una via di maggiore consapevolezza.
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INDICE
PREFAZIONE
di Paolo Berruti
PREMESSA
LO SPETTRO DELLE EPIDEMIE NEL PIEMONTE DEL PASSATO
Miseria e carestia
Malattie «pauperum»
FLAGELLUM DEI...
Tra storia e immaginario
Una malattia misteriosa
La ricerca di una causa
...la massima parte morì...
L'ira divina
Il diabolico topo
IL PERICOLO GIUNGE DALL'ESTERNO E DAL DIVERSO
Bollette di sanità
Barriere protettive
L'aggressione esterna
La congiura dei lebbrosi
Gli ebrei avvelenatori di pozzi
UNTORI O VITTIME?
Categorie pericolose
De peste manufacta
ADEPTI DI SATANA
«Permette l'Iddio l'incrudelirsi degli animi»
Diavoli incubi e succubi
Il potere di Satana
«Compongono veneficij pestiferi e contagiosi»
Unguenti e filtri diabolici
«Monna venere è la vera peste»
La magia dei tempestari
«L'intervento fraudolento dei demoni»
SCIENZA, MAGIA E FEDE
Il lazzaretto
Tra il dire e il fare...
Rovesciamento dell'ordine sociale e biologico
La misteriosa Triaca
Tra prevenzione e cura
Purificare l'aria
Erit pestis patronus
Sacro e profano
BIBLIOGRAFIA
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Massimo Centini
LA PESTE IN PIEMONTE
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2008
pagine 136
formato 17,5x25
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
18.50 €
18.50 €
ISBN : 978-88-8068-400-8
EAN : 9788880684008
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