Se è vero quello che dice Massimo Gramellini, corsivista corrosivo del quotidiano La Stampa, a proposito dell'umanità come materiale inossidabile che fa la differenza tra i libri pieni di vita e quelli nati morti, va subito detto che le passioni basse raccontate in questo libro sono traboccanti di umanità. Ci sono le prediche alla Savonarola, don Lorenzo Milani compreso, le ciabre irriverenti, i balli dei coscritti, gli accoltellamenti nelle stalle, le danze a rischio di dannazione che si facevano a Carnevale. Ci sono i ballerini che portano a casa la bandiera, quelli che fanno a pugni per rabbia e consolazione, le ragazze travestite da uomini, le madri che restano a1 di qua della balaustra del ballo a palchetto, le figlie che entrano a cercare marito. Un concentrato di storie che dimostra come il ballo in terra di Piemonte sia stato nei secoli una sorta di grande muraglia impossibile da abbattere.
Cosa succederebbe se tutti insieme, nello stesso momento, uomini e donne del nostro Piemonte che in una chiara notte d'estate hanno ceduto al richiamo di una luce diafana del tendone di un ballo a palchetto, alzassero la mano?
Avremmo centinaia di migliaia di mani sollevate, nel chiuso di alloggi, cascinali, case di riposo, magari dal letto di un ospedale. Centinaia di migliaia di persone che si emozionano nel ripensare agli anni belli della loro gioventù, alle scelte orchestre impegnate in brani melodici orecchiabili con assolo di squillanti clarini e suoni profondi di basso-tuba che invitavano a ballarе valzer, mazurche, polche e tanghi.
Anziane donne con i lucciconi agli occhi si rivedrebbero ragazze a ridosso della balaustra che racchiudeva il ballo, concentrate ad adocchiare nei momenti di pausa un probabile ballerino da accettare in саso d'invito o da respingere per fargli dispetto.
Anziane, oggi nonne e bisnonne, al pensiero di quando la banda arrivava per suonare da ballo, si sentirebbero avvampare il viso come allora, quando per prepararsi ad uscire di casa si facevano i ricci di nascosto e, sempre di nascosto, si lavavano con il campione gratuito di sapone "Rosamba", profumato di verbero.
Allo Sbaranzo di Clavesana il parroco diceva in chiesa che il ballo l'ha creato il diavolo e che, ad andarci, era come calpestare la Madonna "ca l'è mai andaita a Ьalé". "La Madonna calpestava il serpente - gridava dal pulpito l'arciprete - e voi ballando calpestate il velo della Madonna".
Al riaffiorare dei ricordi le mani alzate di centinaia di migliaia di persone che hanno amato il ballo tornerebbero ad abbassarsi. Preti e suore non avevano dubbi "le passioni basse fanno perdere la strada che porta al Paradiso". |
INDICE
Avvertenza
Prefazione - La musica che nessuno ha udito
Parte prima
Lo zio miscredente
La mala suerte del latin lover
La bandiera e il parasole
Albina in festa per il marito morto
Lipet che andava in processione
Nebbia e nuvola con gli avanzi che non c'erano
Il lenzuolo bianco e la festa di Cravanzana
Il soldato che dava tre comandi
Chi balla o è imbecille o è indemoniato
Al loro invito, opposi un rifiuto
L'ostia che non si faceva inghiottire
Mangiare la minestra in casa d'altri
La crociata delle preghiere
Il cattivo esempio della "gatta marcia"
La Madonna non andava a ballare
I cattivi pensieri dei parroci
I sette peccati capitali
Il ballo porta all'inferno
Il diavolo che mangia le parole
La grandiné punisce chi aveva voluto ballare
Ballare con il diavolo
Il sabba misterioso
In una calda notte d'estate in Alta Badia
Mettere a mollo la bruciarola
Il bal sautùn di Castagnole
Prendere il tre
Rivoltare il tempo
Carnevale nei quartieri alti
[..]
Seconda parte
Bàl, balèt, balàde
Le testimonianze
Un maestro nato con l'istinto della musica
Il ballo è una grazia di Dio
Giovanin, domatore di balli a palchetto
Mangiavo pane e uva per poter ballare
All'ora di pranzo mettevo la testa nel piatto
Alcune donne erano un po' dure
Secondo i preti si faceva peccato
La casa del diavolo
Eravamo spiate come degli ergastolani
Mio marito aveva una gamba rigida
C'era la storia delle tre arie...
Nel 1955 avevo 20 anni. Un giorno ero ben vestito e una
signora mi ha chiesto: - Va a messa? - No, vado a ballare!
Il ballo tipico dei coscritti era il Brando
Il ballo della scopa
Bastava un elemento più esuberante
Ricordo il primo ballo, ma non il primo bacio!
La prima volta che ho indossato i pantaloni
Una volta abbiamo saltato la finestra
Il parroco ha pagato per non lasciar mettere il ballo
Dama a scegliere, cavalieri composti
Mia madre ballava con i sòcrfo
Maestro di "note" con la passione della musica da ballo
Andavo a ballare nelle feste campestri
Il ballo oggi
I testimoni
Indice dei luoghi e dei nomi
Bibliografia
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Donato Bosca
LE PASSIONI BASSE NON PORTANO IN PARADISO
editore ARABA FENICE
edizione 2008
pagine 192
formato 17x24
brossura con alette
tempo medio evasione ordine ESAURITO
18.00 €
18.00 €
ISBN : 978-88-86771-70-2
EAN : 9788886771702
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