«Ogni nostro sasso più modesto è talmente pieno di sensi molteplici, talmente intriso di abitudini spente, soprattutto delle più umili e quotidiane, che val la pena ogni tanto raccattarlo», afferma Gian Luigi Beccaria.
Orbene, l'Autrice ha "raccattato", in relazione alla propria lingua materna, parole nei fondali della propria mente e nelle annotazioni di anni, realizzate con l'ausilio del questionario per la stesura dall'Atlante linguistico ed etnografico del Piemonte Occidentale, sia per serbare memoria delle generazioni che ci hanno preceduti; sia per fornire uno spunto e uno stimolo a ulteriori più approfondite analisi (fonetiche, fonologiche, semantiche, culturali, ecc.), di consuetudini e visioni del mondo, anche in rapporto a parlate affini o "dominanti".
Gli esempi di uso, i detti, i proverbi, le formule dialettali aprono talora squarci sulla "cultura", sui valori, le norme, le consuetudini, le sapienze e le fatiche di un mondo in via di sparizione.
PROLOGO
Mi erano stati dati due nomi che amo, Vittoria Carola, i nomi delle due grandi nonne contadine com'era consuetudine, ma sono sempre stata chiamata Carla. Sorte peggiore era toccata a Papà, il cui nome era Alfredo, ma che fu sempre chiamato Giuvanìn, anche da Mamma.
Risulto nata a Vico Canavese nel 1929, quando Trausella era divenuta frazione di Vico, ma rivendico il mio essere nata a Ufrai, Regione Rustinne, Comune di Trausella.
Sono stata allevata trilingue: trausellese in famiglia, ruegliese con i compagni (Papà insegnò a Rueglio sino al 1939, quando chiese il trasferimento a Torino), italiano a scuola.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere, ho insegnato con passione inglese, quanto almeno era dato insegnarne nelle nostre scuole per l'insufficiente numero di ore e i modesti strumenti a disposizione.
Ho fatto traduzioni dall'inglese e mi sono occupata di didattica dell'insegnamento dell'inglese come lingua straniera.
Perché scelgo ora di riflettere sulla mia lingua materna?
Potrebbe essere una "deformazione professionale". O non è piuttosto amore per ciò che ti ha nutrito con il latte materno e che è rimasto (per ora) quale indelebile traccia nella tua mente, nel tuo modo di essere, anche nel tuo modo di guardare il mondo (penso alla centralità del lavoro per la donna e alla sua autonomia e libertà).
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INDICE
Prologo
Introduzione
Chiavi di lettura del dizionario
Tabella grafie
Fonemi
Durata
Plurali
Accento tonico
Verbi
Abbreviazioni
Dizionario dalla A alla Z
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Appendice fotografica
Nota bibliografica
Ringraziamenti |
Vittoria Carola Vignola
LA PARLATA DI TRAUSELLA
editore HEVER EDIZIONI
edizione 2014
pagine 568
formato 14,5x21
brossura editoriale, con doppia copertina ad aletta ripiegata
tempo medio evasione ordine 2 giorni
30.00 €
30.00 €
ISBN : 978-8896308318
EAN : 9788896308318
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