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INTERVENTI DI RESTAURO NEL PALAZZO DELLA ROVERE DI SAVONA
INTRODUZIONE

Com'è ormai consuetudine della nostra Soprintendenza, a conclusione di un importante ciclo di restauri di un complesso monumentale effettuato con fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si promuove una pubblicazione scientifica, con l'intento di documentare il lavoro eseguito. Ciò rappresenta non soltanto un imperativo, in quanto si deve lasciare alle future generazioni le informazioni sulle attività di restauro effettuate, ma anche un obbligo morale, dovendo rendere conto alla collettività di come sono stati impegnati i fondi pubblici. È anche un'occasione per approfondire studi, indagini, ricerche, tanto presso archivi pubblici e privati, quanto sulla struttura dell'edificio, sui materiali e sui metodi di costruzione.
Il caso del restauro del Palazzo della Rovere di Savona che emerge dalle pagine di questa pubblicazione, anche se ancora non concluso, ne costituisce un chiaro esempio.
Come meglio illustrano i contributi dei vari autori dei saggi inclusi nel presente volume, coordinati con impegno da Maria Di Dio - la stessa architetto che ha curato anche i restauri degli ultimi sedici anni - il Palazzo ha da sempre avuto un ruolo importante nella storia architettonica, urbanistica e sociale di Savona. Progettato tra il 1493 ed il 1494 come dimora del cardinale Giuliano della Rovere, nipote di Sisto IV, divenuto anch'egli Papa assumendo il nome di Giulio II, in un contesto urbano caratterizzato da un impianto edilizio ancora medioevale, il Palazzo serba ancora oggi una dimensione quasi "fuori scala" per il centro antico savonese. Un grandioso prospetto, di impianto rettangolare, con aperture regolarmente distribuite, sul modello delle facciate albertiane e michelozziane della Firenze quattrocentesca, ed un vasto cortile porticato "alla romana" - ben lontano dagli esempi coevi o dai pozzi di luce che si impiegavano nell'edilizia gotica genovese -, sono gli aspetti che si impongono nel contesto artistico ligure come il risultato di un linguaggio estraneo, quale quello impiegato da Giuliano da Sangallo, architetto fiorentino sconosciuto in Liguria, ma ben noto nella ricca committenza delle corti italiane del Quattrocento.
Il Palazzo eretto lungo la Fossalvaria non costituisce l'unica operazione urbana promossa a Savona nel Quattrocento, periodo che per la città si può a buon diritto definire come "secolo dei della Rovere".
Non lontano da qui era in piena attività il cantiere del convento francescano, i cui spazi si andavano rinnovando ad opera di Sisto IV che dal 1481 aveva promosso il rifacimento del primo chiostro e della sala capitolare, nota come "Cappella Sistina", e dello stesso cardinale Giuliano che, prima di edificare il nuovo Palazzo, aveva sistemato a proprie spese alcuni locali del convento per adattarli a proprio appartamento savonese, finanziando anche la costruzione del secondo chiostro. Tanto la cappella che alcune parti del convento, sono state anch'esse oggetto di restauro e di studio nell'ultimo decennio del secolo scorso sotto la direzione di che scrive, al cui lavoro si rimanda per un più puntuale approfondimento.
La proprietà roveresca del Palazzo ha breve durata: nel 1527 gli eredi di Giulio II, Clemente e Giulio della Rovere, si trasferiscono a Genova, dove, nel 1587, nella contrada di Luccoli, costruiranno due sontuosi palazzi affiancati, prospettanti su una piazzetta che da loro prese il nome.
In seguito all'inurbamento genovese gli stessi eredi vendono, nel 1532, il Palazzo savonese, non ancora ultimato, a Francesco Maria Spinola di Garessio. Le successive vicende dell'edificio sono state chiarite dalla Di Dio nel presente volume, grazie alle ricerche effettuate nei vari archivi pubblici e privati tra Savona, Genova, Roma, Parigi ed Avignone: così, ad esempio, è stato indagato il completamento del Palazzo ad opera degli Spinola e l'avvio di un programma decorativo per mano di Andrea Semino, Matteo Campora e del Baglione.
La notevole dimensione del Palazzo, la cui funzione residenziale monofamiliare non dovette essere di facile soluzione, fu verosimilmente la causa del cambiamerito di destinazione d'uso che esso subì nel 1676, quando divenne sede di una comunità di Clarisse: ne conseguirono inevitabili adattamenti e la costruzione, in adiacenza, della chiesa conventuale, su disegno dell'architetto Gio.Batta Costanzo.
Ancora profonde trasformazioni furono effettuate dopo il 1797 quando, con la caduta della Repubblica di Genova, il Palazzo venne espropriato ed incamerato dal pubblico demanio, e più ancora dopo il 1805, al tempo del dominio napoleonico, fino al secolo scorso, quando il Palazzo fu destinato a sede della Questura.
Molti temi di grande interesse storico e critico emergono dal presente volume, richiamati dagli autori dei saggi in esso contenuti che aprono a nuove possibili scoperte. Ancora una volta lo studio materiale della fabbrica, che rappresenta un vero palinsesto di storia, non solo edilizia, si propone come campo di ricerca disciplinare ad ampio raggio, generando sempre nuovi prodotti.
Di grande rilevanza è il tema del restauro di un simile edificio, per il quale le difficili scelte operate costituiscono una casistica da manuale per le metodologie di intervento adottate.
Esso rappresenta il prodotto di diversi fattori: la complessità dei tipi strutturali, la varietà dei materiali e delle tecniche esecutive, le stratificazioni storiche e formali, i prodotti culturali e le diversità di destinazioni d'uso che, se hanno lasciato un segno non sempre positivo, ne hanno tuttavia garantito la conservazione.
Siamo convinti che uno dei compiti primari dell'azione di tutela sia la garanzia della durata fisica di un bene culturale per un tempo che si spera il più lungo possibile. Un obiettivo da raggiungere con tutti i mezzi disponibili, dalla conoscenza dei materiali e delle tecniche tradizionali alle nuove tecnologie presenti sul mercato. Si tratta di un processo che comporta scelte continue e variabili, non lineari, e che ha portato un grande studioso come Edoardo Benvenuto a ricomprendere il restauro nel "grande progetto di architettura, dove si coniugano poesia e tecnica, dove si accede all'ineffabilità dell'opera e nel medesimo tempo si esercita il pensiero critico e scientifico".
[..]

Giorgio Rossini

Soprintendente per i Beni Architettonici
e Paesaggistici della Liguria
SOMMARIO

Maurizio Galletti
Presentazione

Giorgio Rossini
Introduzione

Maria Di Dio
Interventi di restauro nel Palazzo della Rovere di Savona

Francesca Bulgarelli
Le Clarisse a Palazzo della Rovere. Aspetti di una comunità religiosa femminile dai reperti di scavo

Lucia Maria Bertino
Moneta da cinque centesimi del 1826 Scheda numismatica

Paola Parodi e Stefano Vassallo
Schede di restauro

Alessandra Bonanni
Rilievo e analisi mensiocronologiche e archeometriche

Andrea Leonardi
"Regia clara domus": Palazzo della Rovere dopo i della Rovere.
Per una presenza Spinola a Savona

Lauro Magnani
Gli affreschi di committenza Spinola nel Palazzo della Rovere

Collaboratori

Imprese esecutrici

Fondi stanziati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Bibliografia

Indice dei nomi

Indice dei luoghi

Referenze fotografiche

Ringraziamenti




a cura di Maria Di Dio

INTERVENTI DI RESTAURO NEL PALAZZO DELLA ROVERE

editore FRILLI EDITORI
edizione 2010
pagine 186
formato 21x30
cartonato con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine
3 giorni

35.00 €
35.00 €

ISBN :
EAN : 9788875635497

 
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