A partire dagli Anni '60 del secolo scorso la cultura del paesaggio venne prepotentemente investita, a livello internazionale, dalla corrente ecologista, la quale giunse a dotarsi di un quadro teorico alquanto solido, finendo in tal modo per esercitare un ruolo importante sia sul fronte accademico che su quello della pianificazione. Si trattò di un movimento di idee che contribuì significativamente a contrastare gli approcci estetici sino ad allora dominanti, fondati su una cultura utopica che presupponeva una certa qual separazione fra paesaggi - con le loro tracce visibili e invisibili - e società reale, fatta del vissuto storico e di quello della contemporaneità. Quella corrente di pensiero ebbe altresì il merito di mettere alle corde il movimento moderno dominante fra le due guerre (lasciateci uccidere la natura, si diceva spesso allora) e il conseguente funzionalismo economicistico che per decenni fece da sfondo alla manipolazione ambientale e alla deregolamentazione selvaggia.
Per sua intrinseca natura l'ecologismo finì nondimeno col separare l'ambiente dal territorio umanizzato, scindendo in tal modo il paesaggio dalla storia di una società che sempre lo segna, lo fa proprio, lo incide con le proprie tracce. È, questo, un insieme di valori e di significati che sono stati poi riproposti dalla cultura paesaggistica più recente e che la Convenzione Europea del Paesaggio ha fatto propri, interpretandoli e dando loro un significato che travalica la riflessione accademica, per investire il campo della politica, della pianificazione, dei progetti di salvaguardia.
Separandosi dall'ecologismo, la Convenzione ci ha ricordato che il paesaggio non è mai un qualcosa di dato - nel tempo e nello spazio - dal momento che gli sguardi che noi volgiamo a esso altro non sono che degli interrogativi sospesi che chiamano in causa il progetto, allo stesso modo in cui quest'ultimo interpella a sua volta l'osservatore. Ciò presuppone due svolte decisive nella nostra cultura. La prima chiama in causa la convinzione - tuttora largamente diffusa - secondo cui le misure di salvaguardia involgono una severa selezione, e quindi l'esigenza di individuare i bei paesaggi dotati di qualità eccezionali: ispirando in tal modo un'azione volta a separare quei paesaggi giuridicamente degni di essere riconosciuti dagli altri, che finiscono per essere pensati come suscettibili di qualsivoglia trasformazione. Da questo modo di intendere il mondo che viviamo discende una doppia separazione: non soltanto quella tra paese e paesaggio, ma altresì quella tra natura e cultura, con la conseguenza di dimenticare il fatto che i paesaggi sono sempre l'esito di processi storici protrattisi nel tempo e che proprio per questo si presentano come un mosaico di utilizzi a volte sapienti, altre volte inconsapevoli, del nostro territorio. È a questo riguardo che la Convenzione prevede giustamente di attribuire rilievo giuridico a tutti i paesaggi, indipendentemente dal loro valore specifico.
La seconda svolta culturale, che ne consegue, comporta che l'idea stessa dí salvaguardia - così come quella della conservazione e della gestione del paesaggio - necessita di essere ripensata alla radice, prevedendo la definizione di una nuova politica di regolazione.
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SOMMARIO
PARTE PRIMA: SENSI E PAESAGGIO
1. PAESAGGI DELLA VISTA - Maria Chiara Zerbi
1.1. Il paesaggio nel dibattito contemporaneo
1.2. Educare al paesaggio
1.3. Paesaggio e ben-essere
1.4. Il paesaggio della vista: interpretazioni
1.4.1. Il paesaggio degli artisti
BOX - La fotografia di paesaggio come strumento di documentazione ed
interpretazione del paesaggio - Elena Fois
BOX - Il paesaggio nelle immagini turistiche - Beatrice Cassinelli
BOX - Arte nel paesaggio - Francesca Marzorati
1.4.2. Il paesaggio dei geografi
1.4.3. Il paesaggio come patrimonio collettivo
1.5. Il paesaggio nelle Convenzioni internazionali
1.5.1. Dai paesaggi di valore universale eccezionale ai paesaggi della
vita quotidiana
1.5.2. Agenda per il paesaggio
1.6. Dalla pianificazione al progetto di paesaggio
BIBLIOGRAFIA |
Maria Chiara Zerbi
IL PAESAGGIO DEI SENSI
editore L'ARTISTICA
edizione 2008
pagine 110
formato 22x22
legatura in brossura con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
14.00 €
14.00 €
ISBN : 978-88-7320-210-3
EAN : 9788873202103
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