PREMESSA ALLA PRIMA EDIZIONE
Questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 2000, vede oggi una nuova edizione in occasione del restauro dell'Ostensorio di S. Secondo, conservato nella Chiesa Collegiata di S. Secondo di Asti finanziato dal Rotary Club di Asti e in collaborazione ancora una volta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. Si tratta di un testo che a distanza di sette anni ha ancora una sua validità perché nonostante i molti studi e saggi di storia dell'arte, solo una mostra ha vagliato e proposto alla discussione degli studiosi nuovo materiale sulla oreficeria astigiana: "Tra Belbo e Bormida. Luoghi e itinerari di un patrimonio culturale" a cura di Elena Ragusa e Angelo Torre allestita nel 2003 a Canelli, Nizza Monferrato, Gubbio e Mombaldone.
Nell'edizione precedente già mi rendevo conto della necessità di prendere in considerazione una figura di artista pressoché dimenticata attraverso la sistemazione della mole di documenti ritrovati e avvertivo il lettore delle restrizioni che mi ero imposta: lo studio di tutte le opere conosciute di Giovanni Tommaso Groppa e della sua bottega, molte identificate proprio in quella occasione, rimandando il discorso figurativo e di confronto con altri manufatti.
Il libro fu preparato e scritto con il materiale dell'Archivio Capitolare della Cattedrale di Asti e dell'Archivio di Stato di Asti e il materiale dato alle stampe costituiva un primo resoconto per un approccio alle oreficerie barocche, inoltre devo insistere nel dire che il testo e la parte documentaria si integrano a vicenda.
Il recente ritrovamento di alcuni documenti nell'Archivio Parrocchiale di S. Martino di Asti che presento nelle pagine successive, hanno integrato alcuni anni ed eventi della famiglia Groppa. Mentre i molti nomi di artisti allora indicati quali Pelizza, Enatem e altri sono oggi ancora da studiare nonostante il panorama dell'arte astigiana risulti notevolmente arricchito.
Anche il corpus delle opere di Giovanni Tommaso Groppa che oggi sappiamo con certezza nato il 18 gennaio 1654 e battezzato nella chiesa di S.Martino ad Asti si è notevolmente arricchito dopo la conclusione della catalogazione CEI e in questa nuova edizione presento altri inediti esemplari, fotografati da Enzo Bruno.
Molti oggetti di arredo liturgico a torto considerati minori, come le oreficerie, sono stati rivelati dall'indagine sistematica sul territorio attraverso la catalogazione e la loro collocazione sarebbe logicamente all'interno di un museo diocesano per una serie di ragioni. Le ragioni sono essenzialmente tre: il museo risponde a dei criteri di sicurezza che attualmente le chiese non forniscono; la conservazione di questi oggetti è talvolta in condizioni precarie; e infine la visibilità. Alcuni oggetti sacri e preziosi sono custoditi in cassaforte, dopo la loro esclusione secondo quanto prescritto dalla grande riforma liturgica. Il luogo per eccellenza dove è possibile apprezzarne la loro importanza e bellezza è ancora il museo diocesano che può diventare uno strumento efficace di comunicazione e di catechesi. Tutti noi sentiamo sempre più l'esigenza di riscoprire le nostre radici, affinché la nostra comunità sia anche in futuro protagonista e profondamente libera. La realizzazione di un museo diocesano dove sia possibile lo studio dell'arte sacra attraverso la ricerca storica, può diventare una giusta risposta alla conoscenza del significato religioso che caratterizza la nostra cultura. |
INDICE
Premessa alla prima edizione
Nuove opere di Giovanni Tommaso Groppa
Il restauro dell'Ostensorio di San Secondo
Premessa
Il barocco ad Asti
I precedenti
Le fonti
La bottega dei Groppa
Giovanni Tommaso Groppa
Schede
Documenti
Bibliografia |
Ivana Bologna
OREFICERIA SACRA NELL'ASTIGIANO
editore ESPANSIONE GRAFICA
edizione 2007
pagine 120
formato 21x30
cartonato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
49.00 €
39.00 €
ISBN :
EAN :
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