9 novembre 1989:.è pomeriggio inoltrato
quando una conferenza stampa annuncia
che si potrà attraversare liberamente il confine
che separa in due Berlino. Le notizie sono confuse, ma la gente si riversa per le strade e preme sui checkpoint. Inizia una notte che segnérà profondamente la Storia.
Questo libro è un mosaico straordinario i cui 25 capitoli sono altrettante storie firmate dai più importanti scrittori tedeschi contemporanei: Durs Griinbein, Volker Braun, Katja Lange-Muller e molti altri raccontano quella notte ìncredibile. Cade il muro che per ventotto anni ha diviso Berlino e forse il mondo intero.
Un libro che ha conquistato i tedeschi,
diventando un autentico simbolo letterario di quella notte in cui chi da Ost-Berlin, aveva lo sguardo proteso verso West-Berlin potè finalmente incrociare lo sguardo di chi era dalla parte opposta.
PREFAZIONE
Le immagini fecero il giro del mondo. Volti trasformati dallo sconcerto e dalla gioia. Estranei che nella fredda notte di novembre si ritrovarono gli uni fra le braccia degli altri. Una fila. Trabi che imperterrite suonavano il clacson attraverso le barriere, persone entusiaste scalpitanti, mentre lo spumante spruzzava sui loro cofani. La gioia degli audaci che si erano arrampicati sul muro e di cui si notavano appena le lacrime che solcavano le guance. "Pazzesco" fu la parola che, in quelle ore, risuonava su tutte le labbra. In questa esclamazione si rispecchiava la totale mancanza di parole per esprimere i fatti incredibili che stavano avvenendo e a cui risultava ancora difficile credere.
La caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989, è ancora molto vicina a noi. I vent'anni che da allora sono trascorsi non hanno cambiato nulla. Le immagini vennero continuamente trasmesse in televisione anche a coloro a cui erano familiari, a chi non era presente, quando al valico di confine della Bornholmer Sua& la sbarra si alzò verso il cielo. Allo stesso tempo quella notte ci appare oggi così lontana, come "una favola dei tempi antichi". Quasi irreale, quando ritorna in mente il corso degli eventi e si considera addirittura inattendibile quello che successe quel giorno a Berlino. Da molto tempo è diventato leggenda il foglietto con cui Giinter Schabowsky, durante la conferenza stampa del governo della DDR, trasmessa in diretta tv, lesse erroneamente il comunicato che dava il via libera a tutti i cittadini che volevano espatriare nei passi di confine per la Repubblica Federale Tedesca e per Berlino Ovest, "subito, immediatamente". La notizia dell'apertura dei confini, precipitosamente diffusa durante l'edizione serale del telegiornale, si tramutò in un'affluenza verso il muro, a cui i soldati non poterono opporsi. Senza nemmeno attendere un ordine ufficiale, si aprirono infine le porte. Ciò che fu per 28 anni completamente impensabile, divenne realtà in poche ore grazie alla concatenazione di eventi favorevoli.
Il mattino stesso di quel giorno molti non l'avrebbero ritenuto possibile. Nessuno sospettò che il 9 novembre sarebbe entrato nella storia come la data più importante dell'autunno 1989. Persino il 9 ottobre, storico punto di svolta, oggi risiede nell'ombra. In quel giorno a Lipsia si è svolta la più grande manifestazione che, diversamente da come molti credettero, non finì nel sangue. Entrambe le giornate furono i punti culminanti di quella rivoluzione ritenuta inimmaginabile solo pochi mesi prima. All'inizio di giugno, l'esercito cinese aveva represso brutalmente la manifestazione per i diritti umani e per la democrazia di piazza Tian'anmen a Pechino. La cosiddetta "soluzione cinese" provocò allo stesso modo delle proteste nella DDR, dopo che i vertici dello Stato si congratularono espressamente con il governo cinese. Indimenticabili furono ancora le repressioni della rivolta in Ungheria e della Primavera di Praga. E soprattutto, il 17 giugno 1953, come non solo sentiva Thomas RosenliScher "nella coscienza collettiva era impresso il cattivo presagio della debolezza".
Al crollo, nell'autunno del 1989, erano preceduti gli anni dell'arresto e della paralisi. Della visione di una società socialista non era rimasto altro che i ridicoli motti, che nulla avevano a che vedere con la realtà. La DDR si spense lentamente: un sistema i cui pilastri presentavano ampie crepe e che tuttavia, a quanto pare, non poteva essere sradicato. I deserti di piombo degli impianti industriali imputriditi e delle città decadenti, come si offrivano agli occhi degli osservatori negli anni ottanta, sono stati descritti da Wolfgang Hilbig come nessuno è riuscito a fare. Così come la mancanza di prospettiva, unica soluzione provvisoria e duratura di questo Stato. Il presente appariva immutabile, la fine della storia pareva essere stata raggiunta. Queste erano le sensazioni di molti giovani. "Futuro, è già dire troppo", così recita una poesia di Durs Griinbein di quell'epoca.
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INDICE
Prefazione di Renatus Deckert,
traduzione di Federica Furbatto
Annett Gróschner, La vendetta,
traduzione di Valentina Freschi
Friedrich Christian Delius, Cavallo bianco, traduzione di Valentina Freschi
Durs Griibein, La strada per Bornholm, traduzione di Valentina Freschi
Katja Lange-Miiller, Bochum Bohnsdoif traduzione di Valentina Freschi
Hans-Ulrich Treichel, Troppo tardi, traduzione di Valentina Freschi
Uwe Tellekamp, Dinamo,
traduzione di Valentina Freschi
Reinhard Jirgl, Il teatro è fiori,
traduzione di Valentina Freschi
Ulrike Draesner, La signora Wiesel, traduzione di Valentina Freschi
Thomas Rosenliicher, Perché ho trascorso il 9 novembre dormendo,
traduzione di Carolina D'Alessandro
Jiirgen Becker, Il viaggio a Lipsia, traduzione di Carolina D'Alessandro
Katja Oskamp, In volo, via dalla DDR, traduzione di Carolina D'Alessandro
Ulrich Peltzer, Una vita estranea, traduzione di Carolina D'Alessandro
Richard Wagner, Lezione berlinese, traduzione di Carolina D'Alessandro
Volker Braun, 9 novembre 1989,
traduzione di Carolina D'Alessandro
Kathrin Schmidt, Lettera nella notte, traduzione di Carolina D'Alessandro
Marcel Beyer, Un giorno senza di me,
traduzione di Carolina D'Alessandro
Robert Menasse, I nuovi dolori dell'amico estraneo,
traduzione di Carolina D'Alessandro
Detlef Kuhlbrodt, Anni fiz,
traduzione di Roberto Carelli
Kerstin Hensel, Il popolo Atto,
traduzione di Roberto Carelli
Bodo Morshauser, Rivoluzione ambient, traduzione di Roberto Carelli
Michael Lentz, L'importante era che davanti fosse luminoso,
traduzione di Roberto Carelli
Emine Sevgi Ozdamar, Ah! È nevicato anche qui!,
traduzione di Roberto Carelli
Thomas Lehr, Chi c'era io no,
traduzione di Carolina D'Alessandro
André Kubiczek, La mia vita da volpe del deserto,
traduzione di Carolina D'Alessandro
Antje Ravic Strubel, Maree,
traduzione di Carolina D'Alessandro
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Renatus Deckert
LA NOTTE IN CUI CADDE IL MURO
editore SCRITTURAPURA
edizione 2009
pagine 220
formato 15x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
15.00 €
15.00 €
ISBN : 978-88-89022-50-4
EAN : 9788889022504
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