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| ËL NÒSTR PONT ANSIMA AL PÒ Notizie di una storia San Mauro Torinese 8 settembre 1912 |
| L'8 settembre 1912 veniva inaugurato, con importanti festeggiamenti, il Ponte Vittorio Emanuele III di San Mauro Torinese. In omaggio al Centenario, Renzo Masiero, attraverso una ricerca di archivio accurata e dettagliata, coglie l'occasione per rievocare tutte le fasi che hanno condotto alla costruzione dell'opera e riporta alla nostra mente una generazione di Sanmauresi che ha lottato e compiuto sacrifici per raggiungere un obiettivo presente ancora oggi, in tutta la sua armonia, di fronte ai nostri occhi. Un lavoro impreziosito da immagini e documenti dell'epoca, che ricostruisce un'epopea tanto fantastica, quanto dimenticata: un vero monumento alla storia ed alla comunità di San Mauro Torinese. |
PREFAZIONE L'ANIMA DI UN PONTE Non c'è modo migliore, per celebrare un ponte, che ricordarne le origini, ocumentarne la fondazione, pietra dopo pietra. Il ponte è nato con l'uomo, con gli albori della civiltà, da un semplice - ma in realtà non era affatto semplice - tentativo dí porre qualche cosa che, in presenza di un torrente, un fiume, anche di un ruscello, potesse collegare una riva all'altra consentendo all'uomo un transito, un passaggio. Dapprima fu, quasi di certo, un tronco, una tavola di legno, poi, ma assai più tardi, si pensò a qualche cosa di pietra per stabilire un valico, insomma un "attraversamento". Se ne trova traccia nelle più antiche civiltà, per non dire dei ponti in muratura lasciati dai romani nei più lontani territori del loro vasto impero. Ponte per passare sull'opposta riva, ponte pedonale, stradale, poi ferroviario, quando comparvero sulla scena i treni a scandire un nuovo capitolo nella storia della civiltà. La nascita del mattone diede al ponte un evidente contributo. Con le pietre, il cemento, la struttura del ponte mutò, si rafforzò, per non dire poi del ferro, con ponti sempre più perfezionati, tali da sopportare il peso del traffico che vi correva sopra. Ovvio che i ponti siano caratteristica delle città con uno o più fiumi. Tale il caso di Torino che, abbastanza presto, dovette studiare il metodo migliore per allungare la città verso la collina, collegando il centro urbano al verde ondulato che si apriva come promettente scenario, utile per nuovi insediamenti, ma per fare ciò ci volevano i ponti, non uno solo. Con i secoli si stabili un legame, un rapporto tangibile, fra la città, intesa come agglomerato urbano, e il "fuori", l'aldilà nel verde, nei boschi. Torino, con il Po, già definito "re dei fiumi", offre un'immagine emblematica. Ogni ponte ha, per così dire, una "carta d'identità", ossia una sorta di documenti relativi alla nascita del ponte: la prima idea, dovuta quasi sempre a necessità commerciali, poi un abbozzo di progetto, quindi un progetto architettonico più definito, quasi sempre non dovuto a un individuo singolo, ma a un gruppo di esperti progettisti, a un'impresa costruttrice. Con il volgere negli anni si è venuto a stabilire, inevitabilmente, un rapporto affettivo fra un centro urbano e il ponte che gli dà vita, che lo anima. Nelle pagine che seguono vi è la documentazione del ponte di San Mauro, uno dei più tipici della cintura torinese. Nacque da una intuizione, se possiamo chiamarla così, da una esigenza popolare, come un inevitabile trait d'union con il mondo appena più in là, oltre le case, le finestre, per "fare passare" la gente. Così, per queste pensabili esigenze, cent'anni fa San Mauro vide nascere il suo ponte, parte integrante del paesaggio. Il fiume, il Po, le lavandaie, i traffici, i commerci. Il ponte ha una sua anima e racconta la storia. Queste pagine sono dovute anche al desiderio di farlo conoscere, questo ponte, perché lo amino anche tutti gli altri. Un ponte che si collega con il mondo e che porta al mondo il profumo di San Mauro. RENZO ROSSOTTI |
 
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