"Tengo soltanto la gamella arrugginita che è sempre stata con me ed un libretto di ricette di cucina scritto con cura proprio per essere portato a casa. Alla sera, al rientro in baracca accucciate nei letti a castello, s 'incominciava a parlare di minestre e pietanze; di tante minestre da sentirne il profumo e di tante pietanze da sentirne il sapore e parlando si scrivevano ricette sui ritagli bianchi dei giornali. Su queste pagine, in minutissima calligrafia c'è la cucina di gran parte d'Europa"
Due documenti rappresentano il cuore di questo libro: un dattiloscritto inedito sulla deportazione a Ravensbriick, redatto negli anni 70 ma sulla base di appunti precedenti, e un sorprendente libricino di 150 pagine: preziosi fogli sui quali di sera Maria Camilla annotava con precisione le ricette raccontate dalle altre prigioniere. Si tratta di un documento unico nel suo genere: parlare di ricette era un po' come sentirsi di nuovo a casa e in questo modo di rivivere il passato, mantenendolo in vita, c'era un filo di speranza per il futuro. Dunque anche uno strumento di resistenza e di trasgressione: non un passatempo qualunque, ma un'inconsapevole quanto spontanea difesa psicologica che le donne utilizzavano per sopravvivere e per preservare, dalla tremenda quotidianità che erano costrette a vivere, frammenti importanti d'identità e di femminilità.
INTRODUZIONE
1. La storia di Ravensbriick, dalla nascita del campo alla liberazione
Il campo di Ravensbrùck nasce come campo per l'isolamento e la rieducazione delle donne considerate anormali o diverse: parliamo a questo proposito di zingare, ladre, politiche, asociali, religiose; si sviluppa come serbatoio di forza lavoro per la produzione bellica, per diventare, verso la fine della guerra quando le schiave non servono più e, anzi, gravano pesantemente sul sistema economico del paese, un Lager di sterminio. La storia cronologica di questo campo è stata ricostruita partendo dalle testimonianze delle sopravvissute e da stralci di documenti rubati o copiati da alcune detenute che lavoravano negli uffici centrali del Lager. Sono questi gli unici elementi di cui disponiamo, in quanto la documentazione, i dossier, gli elenchi delle fucilate e le liste dei trasporti sono andati distrutti in un incendio doloso poco prima della liberazione del campo; era la sera del 26 aprile 1945.
Sappiamo che il campo di Ravensbriick è stato aperto, ufficialmente, "il 18 maggio 1939 con 867 prigioniere di cui 860 tedesche e 7 austriache".' La sua costruzione era stata fatta molto velocemente, da un Kommando di deportati proveniente da un altro campo, poco distante da Ftirstenberg. Le prime prigioniere ad arrivare sono politiche e testimoni di Geova, seguite poi da un trasporto di zingare. "Le politiche, contraddistinte con il triangolo rosso, sono assegnate al blocco n. 1 e vi rimarranno fino alla fine; le zingare e le asociali, contraddistinte con il triangolo nero, sono assegnate al blocco n. 2; le testimoni di Geova, contraddistinte con il triangolo viola, sono assegnate al blocco n. 3"
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INDICE
Introduzione
Biografia
Nota ai testi
"Siamo ancora vive e insieme", una testimonianza inedita
La partigiana deportata, conferenza
Il contributo delle donne alla lotta di liberazione, conferenza
Intervista a cura di Laura Matteucci
Indice dei nomi e dei luoghi
Glossario
Appendice
Biografia di Maria Alessandra Pallavicino di Ceva e di Priola
Intervista a Maria Alessandra
Pallavicino di Ceva e di Priola, a cura di Laura Matteucci
Bibliografia
Ringraziamenti
Il CD allegato contiene:
Le immagini del dattiloscritto
La riproduzione anastatica del libricino di ricette |
Elisa Mora
"NON PERDERE LA SPERANZA"
editore DELL'ORSO
edizione 2009
pagine 260
formato 15x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
25.00 €
19.90 €
ISBN : 978-88-6274-136-1
EAN : 9788862741361
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