Un giornalista enogastronomico dei nostri tempi. Una vicenda vera e drammatica accaduta nel Seicento. Un ritratto misterioso, denso di simbologie. E una sola protagonista: Camilla Faà, contessa del piccolo paese di Bruno, illusa di essere diventata moglie del Duca di Mantova, Ferdinando Gonzaga, e costretta a farsi monaca di clausura. Sono questi gli ingredienti del romanzo "Nec ferro nec igne - Nel segno di Camilla", narrazione che si compone come un puzzle, capitolo dopo capitolo, fra passato e attualità, Monferrato, Mantova e Ferrara. Il tempo della narrazione è quello attuale, lo stesso in cui vive il giornalista - voce narrante. La storia ricostruita si introduce invece nel periodo della Guerra dei Trent'anni e delle due Guerre del Monferrato. E riserva, nel finale, un'Appendice particolare: sullo spunto del manoscritto che Camilla ci ha lasciato, descrivendo la sua infelice vicenda, si sviluppa un diario verosimile. E' il diario che spiega lo straordinario "testamento" di Camilla: quel ritratto, sinora di autore ignoto, giunto fino a noi per raccontarci la forza d'animo e la singolare intelligenza della Duchessa che la Ragion di Stato cancellò dal mondo.
“Si tratta di un romanzo storico nel suo impianto di base – indica Roberto Maestri, Presidente del Circolo Culturale- con il richiamo al vero e al verosimile di manzoniana memoria, ma con varie novità. I personaggi ‘veri’ non sono soltanto quelli desunti dalle fonti tradizionalmente ‘storiche’ ma anche persone, indicate con nome e cognome, tuttora viventi e che, in varia misura, hanno contribuito alle ricerche dell’Autrice. Fra vero e verosimile i dialoghi, intessuti fra personaggi di fantasia e persone dei nostri tempi. Attuale l’ambientazione e la dimensione temporale. Questa pubblicazione rappresenta una svolta nel panorama editoriale della nostra Associazione e intende avvicinare al ‘Monferrato storico’ un pubblico diverso da quello, per noi tradizionale, composto di studiosi ed appassionati. In realtà la ‘svolta’ non è del tutto assoluta; Camilla Faà, figura su cui si concentra il romanzo, è realmente esistita suscitando in passato, in particolare nell’Ottocento, notevole interesse anche da parte degli storici”.
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La trama – Voce narrante del romanzo è un giornalista enogastronomico dei nostri tempi, anonimo per tutta la narrazione. Sarà lui, incaricato di dedicare un servizio al Monferrato, a “riscoprire” per caso la vicenda di Camilla Faà, contessa di Bruno, piccolo paese in provincia di Asti. Camilla, nata nel 1599 a Casale, divenuta dama di Corte dei Gonzaga di Mantova, sposò il Duca Ferdinando. Il matrimonio fu però teatralmente combinato dallo stesso Duca, invaghito della fanciulla, e, nei fatti, senza alcuna validità. Dalle “finte nozze” nacque un figlio, Giacinto. Alcuni mesi dopo la nascita del bambino, il Duca sposò, questa volta con un vero matrimonio, Caterina de Medici. La giovane Camilla, privata del bambino, fu indotta a farsi monaca di clausura, affinché sparisse di lei ogni traccia. Morì nel convento del Corpus Domini di Ferrara nel 1662. Ma ci lasciò un manoscritto, testimonianza straordinaria per l’epoca, in cui narrò la sua triste vicenda. Nel romanzo, è il giornalista a ricostruire la storia di Camilla grazie al contributo di personaggi veri, che nei fatti hanno collaborato con l’autrice del romanzo nel reperimento di fonti e domumenti, e all’apporto di personaggi di pure invenzione, strategici per gli approfondimenti storici. Oltre alla vicenda di Camilla, il giornalista scopre anche sorprendenti legami fra la famiglia Faà, i Verri e Alessandro Manzoni, e cerca di comprendere il significato del motto dei Faà, “Nec ferro nec igne”, che dà anche il titolo al romanzo, e quello della “fata” che ne è stemma nobiliare. Ma il contributo più inatteso alla ricerca viene da un ritratto “parlante” di Camilla, oggi conservato nel castello di Bruno e finora di autore ignoto, denso di simbologie che il giornalista ricostruisce come in un puzzle.
Lo stile – Motori di ricerca, e-book, e-mail, Sms, iPhone, iPad e SmarPhone sono le “fonti” e gli strumenti che il giornalista utilizza a fianco di Biblioteche, archivi, testi del Seicento, testi storici e documenti inediti: una vera e propria inchiesta condotta fra passato e presente, linguaggi e mezzi attuali, epistole e pergamene. Sullo sfondo, la quotidianità di un uomo del nostro tempo: il lavoro giornalistico, un amore perduto, un portinaio un po’ impiccione e un particolare animaletto da compagnia, Gridonia, piccolo petauro dello zucchero che avrà un ruolo decisivo in vari passaggi della narrazione. La grafica è giocata anche visivamente su caratteri tipografici che differenziano la narrazione dalle email.
L’ambientazione storica – La vicenda ricostruita si concentra soprattutto nei primi decenni del Seicento e ha come sfondo la Guerra dei Trent’anni e le due Guerre del Monferrato. Il periodo è incastonato nei secoli che videro il dominio dei Gonzaga sull’attuale Monferrato, dominio che ebbe termine nel 1708 con la caduta dei Gonzaga. Sebbene sinora considerata soltanto come “storia minore”, la vicenda di Camilla Faà e del Duca di Mantova fu il motore di un cambiamento epocale nella storia dei Gonzaga: non avendo potuto riconoscere Giacinto quale legittimo erede, data la nullità delle nozze con Camilla, Ferdinando non poté garantire continuità alla propria dinastia. Alla sua morte, e dopo la morte del fratello Vincenzo, Il dominio su Mantova passò dai Gonzaga mantovani ai Gonzaga- Nevers, ramo francese della famiglia.
Il puzzle – Abbinato al libro, per una serie limitata, è un puzzle che riproduce il “ritratto parlante” di Camilla in 48 tessere: lo scopo è quello di far partecipare materialmente il lettore alla ricostruzione della vicenda narrata. Il libro presenta una particolare sezione finale di immagini fotografiche realizzate dal fotografo professionista Giuseppe Sboarina. La sezione collega gli elementi voluti da Camilla nel suo ritratto alla costruzione del puzzle.
La collana – Il libro inaugura la collana “Le storie di Gridonia”, dal nome dell’animaletto da compagnia della voce narrante, e punta alla riscoperta della storia cosiddetta “minore” in una chiave fruibile dal vasto pubblico. |
Cinzia Montagna
NEC FERRO NEC IGNE
editore MARCHESI DEL MONFERRATO
edizione 2012
pagine 208
formato 14x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
15.00 €
15.00 €
ISBN : 978-88-97103-03-5
EAN : 9788897103035
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