In questi racconti, Neri Mietti Norega racconta le sue due Città - Napoli e Torino - con umorismo non disgiunto dalla tenerezza. Dai divertenti bozzetti del passato napoletano alle ricognizioni dell 'Oltre Po torinese perlustrato rigorosamente a piedi non c' è soluzione di continuità, solo l'itinerario di un viaggio, per «Caso», di sola andata.
«Quante vicende nella vita umana sono dovute al caso ? Credo tante. In effetti, gli avvenimenti più importanti, che hanno determinato mutamenti radicali nella mia vita, non sono dipesi da mia scelta. Norberto Bobbio era convinto dell' importanza del caso nelle vicende umane: nella sua vita di filosofo e docente universitario non mancarono interventi determinanti del signor Caso (con l' iniziale maiuscola) , come lui stesso ammette.
Mi sorprendo talvolta a pensare quale sarebbe stata la mia vita senza i numerosi interventi del signor Caso. Meglio non pensare a questa ridda di supposizioni. È andata così e tutto sommato posso dirmi soddisfatto e contento di essere in Piemonte...»
INTRODUZIONE
Quante vicende nella vita umana sono dovute al caso ? Credo tante. In effetti, gli avvenimenti più importanti, che hanno determinato mutamenti radicali nella mia vita, non sono dipesi da mia scelta.
Norberto Bobbio era convinto dell ' importanza del caso nelle vicende umane: nella sua vita di filosofo e docente universitario non mancarono interventi decisivi del signor Caso (con 1 'iniziale maiuscola), come lui stesso ammette.
Ne sono convinto: gli eventi che hanno causato un certo indirizzo della mia esistenza sono estranei alla mia volontà, sono eventi fortuiti, accidentali, imprevisti. Si può definire «destino» il succedersi di eventi se li crediamo preordinati da una forza superiore contro la quale nulla può la volontà umana; si può parlare di buona o cattiva «sorte» secondo l'esito favorevole o sfavorevole. Per quanto mi riguarda gli interventi del signor Caso sono stati parecchi e tutti decisivi. Li riassumo brevemente. |
«Il tram più moderno del dopoguerra, a carrelli, con porte automatiche, attraversava Napoli passando per il centro. Quella mattina il tram era più affollato del solito ed i passeggeri particolarmente sordi all'implorazione del fattorino di andare avanti; al fattorino non rimase altra soluzione che lanciare al manovratore l'ordine perentorio: "Rafè, 'na fermata stantanea ! " , prontamente eseguita dal manovratore. Le ruote bloccate dai freni scivolarono sui binari in uno sprazzo dí scintille e dopo pochi metri il tram si fermò. I passeggeri per il principio di inerzia fecero tutti un passettino in avanti e le persone sul predellino riuscirono a salire in vettura».
«Giunsi a Torino nell' autunno del 1949. Dopo aver assunto dettagliate informazioni sull'itinerario dal portiere dell'albergo, salii su un tram diretto al centro della città. Ignoravo di dover chiedere la fermata suonando il campanello; fatto il conto delle fermate, come suggerito dal portiere dell'albergo, mi avvicinai all'uscita, ma la vettura passò oltre, senza fermarsi; il fattorino rispose alla mia protesta con un misterioso "ca possa 'l ciochin". Mentre riflettevo sul significato di quelle parole ("ciuchin", mi ha forse dato dell'asinello?), una voce alle mie spalle con tono gentilissimo domandò "cala cò chiel?". Cercai di indovinare e gli dissi l'ora..."
INDICE
Introduzione
NAPOLI TORINO SOLO ANDATA
La Sindrome di Stendhal
Bozzetti napoletani
I. I tram del dopoguerra
Il tram più moderno
Il tram più antiquato
II. Vingt ans après
Un napoletano in Piemonte
Borgo Po: la Cíttà «altra»
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Nieri Mietti Norega
NAPOLI TORINO SOLO ANDATA
editore ANGOLO MANZONI
edizione 2009
pagine 160
formato 15x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
10.00 €
6.90 €
ISBN : 978-88-6204-049-5
EAN : 9788862040495
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