Tragici episodi si sviluppano all'interno di una Casa di Riposo dove il protagonista, un volontario, si lascia pian piano coinvolgere emotivamente nelle vicende personali raccontate da quei vecchi ruderi.
Intanto morti inspiegabili si susseguono tra i ricoverati, ma queste sembrano non allarmare nessuno all'interno della struttura; la direzione dell'Istituto sembra infatti trovare sempre una plausibile spiegazione che giustifica gli allarmanti decessi.
Accadono fatti ambigui e incomprensibili che riguardano persone già provate sia fisicamente che emotivamente, e che sembrano avere atteso e persino considerato favorevolmente la morte.
Il protagonista è deciso a scoprire la verità e grazie ad un caso fortuito arriverà ad un'inquietante realtà...
PREFAZIONE
Ho deciso di scrivere questo romanzo con l'unico scopo di far conoscere al mondo esterno le gravi difficoltà di ambientamento che devono sopportare le persone anziane durante la loro "forzata" permanenza in una Casa di Riposo.
Ho potuto assistere al loro grave stato di smarrimento patito durante i primi giorni di ricovero.
Paragonavo questi ospiti ai molti ragazzi mandati nei collegi per perfezionare i loro corsi di studio e al disagio che provano per la lontananza dagli affetti famigliari e mi domandavo: - Se hanno difficoltà i giovani con una lunga vita davanti a loro e la freschezza degli anni verdi ad affrontare questa prova, come possono superarla coloro che sono ormai schiacciati dal peso della vecchiaia e senza la forza e la possibilità di reagire? -.
Ho così constatato che dopo la dura realtà iniziale, forse per la consapevolezza di non aver altre alternative, nei mesi seguenti subentrava in queste persone uno stato di rassegnazione ed emergeva in loro la speranza di lasciare questa vita al più presto.
Con la mia esperienza, fortificata da anni di osservazione della fenomenologia differenziata tra i singoli individui, ho potuto riscontrare che le persone abituate ad una vita solitaria risentono meno del cambiamento delle abitudini e trascorrono anche diversi anni nel ricovero; [..] |
Capitolo I
Il palazzone di forma irregolare perché un'ala era stata costruita e aggiunta in epoca successiva si ergeva su tre piani oltre il seminterrato. L'aspetto esterno era attraente, tanto da poterlo confondere con una clinica privata. Un grosso cancello elettrico, che rimaneva aperto durante gli orari di visita, consentiva l'ingresso pedonale e carraio; si poteva accedere ai piani percorrendo uno scalone in granito fiancheggiato dallo scivolo per i disabili. La costruzione era circondata da un grazioso piccolo parco piantumato e abbellito da macchie di cespugli fioriti. Sotto gli alberi alcune panchine con tavolini permettevano agli ospiti e ai loro parenti, nella bella stagione, dí soffermarsi all'esterno della struttura e trascorrere alcuni momenti di intimità all'aria aperta. Il parcheggio per le auto era situato all'interno del parco, in un'area asfaltata lontana della panchine.
Lo spazioso atrio, appena dopo la porta d'ingresso, si apriva su due corridoi dai quali si poteva accedere da una parte alla sala mensa e alle cucine, dall'altra alla zona ristoro, agli uffici direttivi, alle sale di lettura e di riunione e, proprio in fondo al corridoio, disposta ad angolo e arredata con cura, anche ad una graziosa chiesetta dove settimanalmente veniva celebrata la messa.
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Giovanni Obezzi
MUOIONO I MORTI?
editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2013
pagine 156
formato 14x21
brossura
tempo medio evasione ordine ESAURITO
12.00 €
12.00 €
ISBN : 978-88-98511-02-0
EAN : 9788898511020
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