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| MONFERRATO ARTE E STORIA n. 34 dicembre 2022 |
| Giacomo Rossignolo a Casale Monferrato. Il fregio con la Tavola di Cebete per Rolando Dalla Valle e altre notizie casalesi JACOPO TANZI I recenti affondi condotti sulla poco nota figura del monferrino Giacomo Rossignolo (documentato dal 1545 al 1604)1, pittore di corte dei duchi sabaudi nella seconda metà del Cinquecento e autore di una sfolgorante Resurrezione ancora oggi nel Duomo di Torino (fig. 1), permettono di contestualizzare meglio la fase precedente al suo approdo presso il capoluogo piemontese nel 1563, fino ad oggi scarsamente analizzata. L'arrivo del pittore a Torino coincide con l'elezione della città, proprio nello stesso anno, a nuova capitale per volere del duca Emanuele Filiberto di Savoia, il quale inizia a raccogliere attorno alla corte una pluralità di artisti che dovranno dare nuova forma esteriore alla città. Le difficoltà nella ricostruzione di un profilo credibile per Rossignolo, dovute in gran parte alla scarsità di opere a lui attribuibili, determinano tuttavia anche per il periodo torinese, il più ricco dal punto di vista documentario, diverse incertezze. Anche per l'intervallo 1563-1604 quindi, quando il pittore è ininterrottamente al servizio dei duchi sabaudi, risulta arduo dare una definizione credibile della sua personalità artistica2. Tali difficoltà poi sono ancora più evidenti se si vuole indagare, come nel nostro caso, la fase precedente, trascorsa da Rossignolo tra il marchesato monferrino e — plausibilmente — la Roma farnesiana. Tuttavia, una nuova lettura iconografica per un determinato ciclo casalese e la ricucitura più attenta di certe voci documentarie già note ma disconnesse dal profilo del pittore aprono ad interessanti nuove prospettive in questo senso. Rossignolo, come dichiarato dall'ambiziosa epigrafe tombale, fortunatamente ancora conservata nella chiesa di San Tommaso a Torino (fig. 2), è originario di Livorno "di Monferrato", ovvero Livorno Ferraris, un piccolo centro oggi in provincia di Vercelli ma che in epoca moderna risultava compreso entro i domini del marchesato monferrino. La cittadina si situa su quello che era il limite estremo del territorio un tempo controllato dai Paleologo, area che, dopo la morte senza eredi di Gian Giorgio nel 1533, passa gradualmente e non senza tribolazioni sotto l'egida dei Gonzaga. Culturalmente Livorno può dirsi orientata verso la capitale marchionale Casale Monferrato. Nulla o quasi si può affermare, al momento attuale, sulla formazione di Giacomo che va plausibilmente immaginata in linea con gli stilemi tardo span-zottiani diffusi entro i confini del marchesato. Proprio in questo senso sembra incoraggiante constatare che un certo Bernardino «Resignolo de Tridino», cioè Trino nel Monferrato, firma una Madonna di Misericordia d'impronta fortemente spanzottiana (1524, fig. 3) assieme ad un altro pittore misconosciuto — Gabriele Petiti da Chieri — nella chiesa del Carmine a Prascorsano nel canavese3. Mancano ancora elementi inconfutabili che permettano di unire questi due frammentari percorsi artistici anche se la forte assonanza del cognome e la vicinanza dei due centri d'origine permettono, con prudenza, di ipotizzare un qualche legame di parentela tra questo Bernardino e il nostro Giacomo. [..] |
SOMMARIO STUDI Jacopo Tanzi Giacomo Rossignolo a Casale Monferrato. Il fregio con la Tavola di Cebete per Rolando Dalla Valle e altre notizie casalesi Carlo Aletto, Antonino Angelino La spada e lo scherno. Da noti duellanti a difensori di Casale assediata Gabriele Angelini L'"officina" di un umbratile filologo: il Fondo Canna della Biblioteca Civica di Casale Monferrato Barbara Corino La collezione Bistolfi. Una questione, anche, di donne DOCUMENTI Barbara Corino Trentasei mesi: la guerra, la prigionia, il ritorno dalla Russia di un soldato casalese AD MEMORIAM Carlo Aletto, Antonella Perin x UN ricordo di Antonino Recensioni e segnalazioni Attività dell'Associazione 2021-2022 |
 
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