I Misteri di Genova, romanzo d'appendice a puntate di Anton Giulio Barrili, nato sulla scia
dei Misteri di Parigi di Eugène Sue e di opere simili, rappresenta la prima pubblicazione
che mostrava il capoluogo ligure, minuziosamente descritto sia nel centro storico che nei quartieri allora periferici, come scenario costante di una serie di avventure del pieno Risorgimento, a partire dal 1857. Dopo un notevole successo, venne ristampato sempre a puntate nel 1871 con il titolo I rossi e i neri. Ben strutturata per il linguaggio diretto e la vivacità della narrazione, l'opera si articola in numerose storie e microstorie che vedono protagoniste due fazioni opposte - progressisti e reazionari - e dove, senza che la politica sia preminente, risalta sempre la forte componente amorosa, fatta di innamoramenti e tradimenti, dispetti e rivelazioni.
In una Genova, per molti aspetti ancora ben riconoscibile, I Misteri di Genova testimonia
la passione degli scrittori italiani per i duelli e gli amori (meglio se infelici) notevolmente accentuata nella seconda metà dell'Ottocento.
Di ciò che avvenne e di ciò che non avvenne la notte del 29 giugno
Il cuore parla, ma la ragione giudica; quello si abbandona sovente agl'impeti generosi del sangue, questa non può sempre seguirlo ed è costretta a frenarlo, tal volta con un asciutto consiglio, tal altra con un gelido sarcasmo. Povera ragione! La chiamano fredda e severa, laddove essa non è che sincera. Se ella potesse! Figuratevi se non farebbe anch'ella le sue brave pazzie!
Poco innanzi il suo colloquio con la dolce Maria, il nostro Lorenzo Salvani era triste, ma risoluto. Desideroso di finirla con una vita increscevole, già si vedeva il petto squarciato dal piombo di una mischia notturna; egli era il primo a correre innanzi e il primo a cadere. Ma innamorato di Maria, ma dopo di averle detto: «vi amo e non ho nessuna voglia di morire» che avrebb'egli fatto? Come si sarebb'egli sottratto a quel destino che sì era, stiam per dire, foggiato colle sue mani medesime? Era egli uomo da ritrarsi dal fare, e, per diserzione o per fiacchezza d'opere, sacrificare all'utile suo la vita degli altri? No, certo; Lorenzo era uno di quegli uomini i quali, quando hanno detto a se stessi: «farò la tal cosa», gli è come se l'avessero giurato davanti a centomila testimoni; così stando le cose, che sarebbe avvenuto? Il contrasto del nuovo desiderio coll'antico proposito, era evidente, irrimediabile.
Al turbamento che ciò doveva produrre nell'animo suo, si aggiunga la commozione destatagli in cuore dalla novità di quel dialogo. Egli non aveva mai veduto Maria sotto l'aspetto di una donna che potesse un giorno esser sua.
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INDICE DEL SECONDO VOLUME
I. Di ciò che avvenne e di ciò che non avvenne la notte del 29 giugno
II. Dove si legge come andasse a finire l'impresa di Lorenzo Salvani
III. Di una corte d'amore, la quale fu tenuta nel secolo decimonono
IV. Qui si racconta di Goffredo Rudel, come per amor si morisse
V. L'uomo propone e la donna dispone
VI. Dove si legge di tre naviganti che avevano perduta la bussola
VII. Nel quale si racconta chi fossero i Templarii
VIII. Nel quale si disputa lungamente intorno all'origine della donna
IX. Dove si chiarisce la bontà del metodo induttivo
X. Qui si dimostra che, per far la guerra a modo, ci vogliono alleati
XI. "Tra male gatte era venuto il sorco"
XII. Il quale par fatto a posta per servire d'intramessa
XIII. "Se Messenia piange, Sparta non ride"
XIV. Intimazione di resa
XV. Nel quale è detto perché la signora Marianna sapesse di tabacco
XVI. Di una finestra che fece aprire una porta
XVII. Nel quale si dimostra fin dove giungesse la scaltrezza d'un gobbo
XVIII. Come qualmente mastro Pasquale perdesse il pentolino
XIX. Come una buona azione ricevesse il suo premio
XX. Nel quale si fa la conoscenza d'un nuovo personaggio, che non giungeva altrimenti nuovo al Giuliani
XXI. Dove si vede come si possa avere un amico, senza sapere il suo nome
XXII. Qui si conta del Giuliani, come sapesse afferrar l'occasione pel ciuffo
XXIII. I presentimenti della vigilia
XXIV. Che potrebbe, in via di metafora, intitolarsi "La prima ai Corinzii"
XXV. Nel quale i lettori più scarsi d'ermeneutica avranno la spiegazione della "Prima dei Corinzii"
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Anton Giulio Barrili
I MISTERI DI GENOVA - I ROSSI E I NERI Vol.2
editore FRILLI EDITORI
edizione 2009
pagine 416
formato 13x20
cartonato a colori
tempo medio evasione ordine 5 giorni
7.90 €
6.70 €
ISBN : 978-88-7563-473-5
EAN : 9788875634735
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