«La meraviglia delle figure bizzarre, fantasiose, magari poste nei luoghi più segreti e nascosti, tanto che per vederle, è necessario curiosare sui cornicioni, sulle cimase, sui contorni, resi lievi e aerei pur con l'uso del cemento che sembra farsi plastico, in linee curve o sinuose, come per una ricreazione del barocco, con attestazioni di uno stile che a Torino ha gli esempi più splendidi e stupefacenti».
Liberty e Fantasy
Il cosiddetto Liberty, dicevamo, tanto frequente nei dintorni della casa di Silvia, e proprio con un famoso capolavoro come la Palazzina Fenoglio-La Fleur in via Principi d'Acaja, progettata e costruita per sé e la sua famiglia dall'esponente eccellente dell'alte nuova" torinese, Pietro Fenoglio, pressoché in coincidenza con l'Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902: un importante manifesto edilizio, d'ottima annata, almeno per l'Italia. Edificio però quasi assente, se non qualche dettaglio decorativo, in questo album, mentre sono meglio rappresentati altri testi minori e più tardi del Fenoglio nella stessa zona e - in seguito a qualcuna delle non frequentissime sortite di Silvia in altri quartieri - anche "fuori zona" (ma, nuovamente, senza neppure degnare di un'occhiata, alle propaggini della collina, un indiscusso capo d'opera come la Palazzina Scott in corso Giovanni Lanza).
Diviene quindi legittima la supposizione, nell'agire di Silvia, e nell'orientamento del suo percorso e del suo sguardo e del suo pensiero, evidentemente non "cronologici' e non fondati su valori asseverati, di suggestioni e interessi d'altra natura, ed extradisciplinari. Proviamo: in questo album ben più del maestro Pietro Fenoglio è rappresentato un "fenogliano" come Gottardo Gussoni, il già citato progettista della casa in cui Silvia abita; della sua adiacenza detta anche Palazzo del Faro o delle Aquile che da via Duchessa Jolanda svolta in via Palmieri; della casa in via Giacinto Collegno infestata da mostriciattoli-gargouilles e, soprattutto, del più tardo e più celebre cosiddetto Palazzo dei Draghi in corso Francia del 1918-19', sul quale una targa dichiara: "NEI MOMENTI PIÙ TORBIDI/ DEL DOPO GUERRA/ IL CAVALIERE DEL LAVORO/ GIOVAMBATTISTA CARRERA/ DI MAGNANO BIELLA/ COSTRUIVA/ QUESTO MONUMENTALE PALAZZO/ A RICORDO/ DELLA GRANDE VITTORIA ITALIANA" e difatti quel Palazzo venne anche chiamato, sull'onda della retorica militaresca, della Vittoria... Palazzo dunque eretto in tempi torbidi, ma un po' torbido anch'esso, proliferante com'è di sauri e draghi sin dal portone, di inquiete vegetazioni, di stemmi d'invenzione, percorso in facciata dal ritmico ornato di un segno che pare un cancro, o uno scorpione.
[..] |
INDICE
Uno sguardo laterale
di Enzo Biffi Gentili
Prefazione
Cit Turin - Cenisia
San Salvario
San Paolo - San Donato
Borgo Po - Crimea
Crocetta - Centro
Da una casa isolata... a un villaggio
Conclusione
Postfazione
di Giorgio Barberi Squarotti
Bibliografia |
Silvia Barberi Squarotti
IL LIBERTY NEI QUARTIERI TORINESI
editore DANIELA PIAZZA
edizione 2012
pagine 104
formato 22,5x22,5
cartonato
tempo medio evasione ordine 2 giorni
28.00 €
23.80 €
ISBN : 978-88-7889-266-8
EAN : 9788878892668
|
|