Prolegomeni a un ateneo in divenire
Ogni società ha i suoi riti e così anche le università trovano nelle inaugurazioni degli anni accademici i tempi e i luoghi per queste celebrazioni, che a dispetto di quanto possa sembrare a uno sguardo superficiale non sono semplici operazioni di immagine. In queste occasioni annuali, quando esse si siano consolidate, e a questo proposito varrà la pene spendere qualche parola in seguito, oltre alle relazioni sullo "stato" della didattica, della ricerca, della organizzazione, nonché dei rapporti con l'esterno, oltre ai discorsi di autorità e di esponenti della politica, solitamente trova spazio una "lettura" che prende il nome di prolusione, la quale costituisce l'atto iniziale di un anno accademico.
La prolusione, scritta e presentata da un docente dell'ateneo, però pur costituendo una lezione nel vero senso della parola, deve avere altre due caratteristiche: la prima è di natura aulica in quanto ha il ruolo rituale di cui si è appena fatto cenno e l'altra è di natura comunicativa, perché non può essere diretta solamente agli specialisti, ma si rivolge al grande pubblico.
Al di là quindi della retorica, che spesso accompagna alcune di queste lezioni, il contenuto delle medesime è solitamente un'analisi critica di un particolare aspetto della società, di uno specifico settore disciplinare, uno sguardo dall'alto e un'opera di sintesi. Agli occhi dello storico, trascorsi i tempi della contemporaneità, le prolusioni rivestono perciò un'importantissima funzione documentaria, sia per l'autorevolezza dei loro autori, sia per la materia da essi trattata.
Estendendo queste considerazioni alla storia della cultura politecnica torinese, si ottiene un primo quadro, inedito nella sua integrazione, di ciò che è avvenuto non solo intorno alle scuole di ingegneria e di architettura che hanno costituito l'ossatura portante del futuro Politecnico, ma tracciano un panorama inedito intorno a una città che si può a ben diritto definire luogo di scienza e di industria, una città che dopo l'Unità del Paese ha saputo ricostruirsi un'identità assolutamente nuova. Questo primo volume delle Letture politecniche contiene le prolusioni e le conferenze pubbliche che furono pronunciate prima del 1906, anno in cui ufficialmente nacque il Politecnico di Torino.
È noto come le scuole superiori di ingegneria siano nate con la Legge Casati nel 1859. Con essa si poneva fine a una prassi con cui ingegneri e architetti venivano diplomati dall'università dopo un biennio propedeutico di scienze fisico-matematiche, ma soprattutto a seguito di un tirocinio presso un professionista già affermato. Diversa era la carriera di ingegneri e architetti militari che, sin dal 1739 uscivano dalle Scuole di Artiglieria e Fortificazioni della Capitale sabauda, e che in un certo senso avevano anticipato lo spirito e solo in seguito sarebbe stato adottato dall'Ecole Polytechnique. Con la Legge Casati a Torino, e in altre città del Regno di Sardegna e successivamente in molte altre città del Regno d'Italia, sorgevano le Scuole di applicazione per gl'ingegneri, all'interno dell'ordinamento per l'istruzione superiore universitaria. Intanto alcuni anni più tardi (1862), nasceva sempre a Torino, sotto l'egida del Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, il Museo Industriale Italiano, destinato anch'esso a laureare ingegneri, seppure con più specifiche vocazioni per il contesto industriale e la formazione di una nuova classe di insegnanti per gli istituti tecnici professionali. Diverse strade seguiva l'architettura che aveva trovato spazi, a fianco dell'Università, anche presso l'Accademia Albertina, seppure con profili professionali leggermente differenti.
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INDICE
Vittorio Marchis
Prolegomeni a un ateneo in divenire
Enrico D'Ovidio
Uno sguardo alle origini ed allo sviluppo della matematica pura (1889)
Salvatore Cognetti De Martiis
Lo spirito scientifico negli studi sociali (1894)
Ermenegildo Rotondi
Sui progressi dell'industria della Soda e sull'importanza dell'impiego dell'energia elettrica nelle industrie chimiche
(1897)
Cesare Thovez
Dei progressi e dell'importanza dell'industria tessile in Italia (1898)
Guido Grassi
La trazione elettrica (1899)
Domenico Tessari
Le scuole degli ingegneri e la loro influenza nell'opera dell'incivilimento umano (1900)
Carlo Ceppi
Arte decorativa moderna (1901)
Giovanni Vacchetta
Del nuovo stile decorativo (1901)
Ignazio Verrotti
Gli accumulatori elettrici (1902)
Luigi Einaudi
L'arbitrato industriale (1902)
Alessandro Artom
Le Onde Hertziane e la telegrafia senza fili (1902)
Effren Magrini
L'ingegneria sociale (1902)
Michelangelo Scavia
L'industria della carta (1902)
Alessandro Bonacossa
Sull'industria del ferro in Italia (1902)
Angelo Bottiglia
Le macchine nelle industrie (1903)
Cesare Penati
Il metodo sperimentale negli studi di ingegneria (1904)
Icilio Guareschi
La chimica e le arti (1905)
Margherita Bongiovanni e Olivia Musso Note biografiche
Nicoletta Fiorio Plà
L'Archivio Storico del Politecnico di Torino |
Vittorio Marchis
LETTURE POLITECNICHE I (1889-1906)
editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2008
pagine 408
formato 15x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 5 giorni
28.00 €
28.00 €
ISBN : 978-88-8262-143-8
EAN : 9788882621438
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