Ritorna,
a ventisei anni dalla sua prima edizione, il libro che rivelò Franco Piccinelli
come un grande narratore di memoria collettiva e di epica contadina. Lettere
dalle Langhe, qui riproposto nella versione integrale del lungo racconto
d'inizio e delle successive lettere arricchite di ulteriori episodi, si
colloca epocalmente fra la grande depressione della civiltà rurale e il
suo lento riapprodo su rive nuove, nella travagliata ricerca d'una identità
che le consentisse di sopravvivere. E qui le Langhe sono il simbolo dell'universalità
di comportamento, pensieri, azioni, in cui si riconosce l'unitarietà del
Paese nella resistenza dei padri e dei figli alle malesorti, nella dignitosa
fierezza per la fedeltà alla bellissima e non più povera campagna italiana.
Qui, ancora, c'è memoria e attesa del futuro.
NOTA DELL'AUTORE: Queste
mie Lettere dalle Langhe furono pubblicate dall'editrice romana Cinque Lune
nel 1971. Le ripropongo qui in edizione pressoché integrale, con la sola
esclusione di tre capitoli meno pertinenti al titolo; con l'aggiunta di
alcune parti ugualmente datate, però; con il rispetto assoluto per la scrittura
del lungo racconto iniziale che a suo tempo ottenne universali consensi
critici in specie «al suo vigore, al suo grande rigore morale» come ebbe
a scrivere il Corriere della Sera. Ventisei anni sono più dello spazio d'una
generazione. Da allora a oggi l'Italia è profondamente cambíata, è diversa.
Siamo cambiati noi, trentenni di allora. Ma non poche qualità e virtù (da
non confondere con i valori, essendo la vita umana l'unico e il vero valore)
permangono, talvolta sembrano persino rivivificarsi, nel nostro affacciarci
al domani. Il lettore tenga conto di ciò. E tenga conto che la riproposizione
del vissuto sarebbe sterile, anzi nociva, in chiave nostalgica, ma si fa
nobile se è intesa come rispetto per chi ci ha preceduto da multiforme protagonista
nella civiltà di ieri. Una trasparente ironia sempre, trasparente e affettuosa,
nel guardarci alle spalle. Se fosse Malinconia saremmo prigionieri di noi
stessi.Perciò continueremo ad essere come il protagonista d'un mio remoto
romanzo: continueremo ad essere gente con la mente nel futuro e il cuore
all'antica, secondo il destino delle generazioni, di ciascuna generazione
che corre. In alcune Lettere appaiono talune espressioni gergali, comprensibilissime
però nel contesto. Vi rimangono a bella posta, nonostante la narrazione
sia senza confini ambientali o geografici. Alcuni problemi attuali in quel
tempo, sembrano posti solo oggi. Alcune situazioni si sono modificate nella
cornice, non nel contenuto. Alla velocità della luce, invece, certune accelerazioni.
E una certezza: inumando il passato, lo si ricorda con il fiore del sentimento
e con occhi bene auguranti ai semi nuovi in germoglio.
Roma, 1997
FRANCO PICCINELLI
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INDICE
Nota dell'autore
Il partigiano dagli occhi d'oro
L'ultimo traghettatore del Tanaro
Memorie di un pilone votivo
Aspetti dell'antico Piemonte
Il prozio Giovanni
Un secolo di pallone elastico
La natura che non amiamo
Perchè un parco delle Langhe
Il filosofo Pietro Chiodi
Riscoperta del bosco
Naja alpina
Una metropoli paesana
Moda e costume
Torino, prima capitale
Le bocce, o della serenità
La trebbiatrice di Monforte
Vacanze a scaglioni
Riti vendemmiali
Milano, centro turistico
I capistazione che furono
Cara libertà
L'uomo che andava per tartufi
Tramonto del paraninfo
Gioventù oggi
Elogio del cane Tabùi
Dalle tue parti
Vivere a Roma
C'è un pantalera ancora
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Franco Piccinelli
LETTERE DALLE LANGHE
editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 1997
pagine 240
formato 11x17
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
7.50 €
2.00 €
ISBN : 88-86425-43-0
EAN : 9788886425483
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