Esistono ombre che si materializzano accanto alle opportunità. Un uomo con gli scarponi gialli in compagnia del suo adorato cane Achille, mastica la strada che da una Torino barocca e indifferente, lo conduce in un percorso a tappe, fino al soffio gelato delle Grandes Jorasses. Di fronte al tradimento, il chinare il capo è un gesto di rivalsa verso un mondo capovolto e silenzioso… sempre senza fare rumore. |
PREFAZIONE
In un recente convegno di letteratura alpina cui ho partecipato, è emerso in modo rilevante un diffuso impoverimento delle idee da parte di chi scrive con soggetti alpini di fantasia. Aggiungo che è addirittura fatto assai raro incontrare alpinisti che possano "definirsi" scrittori nel senso più compiuto del termine esulando dal tradizionale recit dascension o dalla saggistica, decidendo coraggiosamente d'esplorare quella complessa e talvolta poco comprensibile dimensione "dell'essenza dell'essere".
Luca Frisoni giunto al suo secondo romanzo lascia alle spalle — anche se non del tutto — la genuina semplicità di una trama provinciale per andare oltre, e lo fa con la sorprendente abilità dello scrittore compassato che anela a un finale per nulla scontato. La descrizione e la cura del particolare anche nei momenti meno importanti della narrazione, assumono i tratti della sceneggiatura di un film, che peraltro propone temi e situazioni decriptate per il lettore di "prossimità alpina" già riconosciute nella cinematografia rivolta al grande pubblico.
Si prenda, per esempio, il tema della fiducia e dell'adozione solidale che vince lo stereotipo del severo e infamante giudizio collettivo, che si concreta nella "seconda opportunità" offerta da un padre con sua figlia (Danny the dog— 2005, scritto da Luc Besson e diretto da Louis Leterrier, con Jet Li).
Oppure un tema più tradizionalmente caro alla cinematografia d'ispirazione letteraria degli anni '50, che risentendo ancora di un certo idealismo tardo-romantico pone al centro il
valore della verità e della rettezza morale quasi ingenua t: montagna — 1956, di Edward Dnuffrik, con Spencer Tracv e Robert Wagner).
Stupisce quindi la capacità di Frisoni — ricordiamolo, alpinista e di formazione non certo letteraria o filosofica — di mescere la realtà di ordinarie situazioni provinciali con alti momenti d'introspezione filosofica, di matrice che potremmo definire "esistenzialista". Vi si riconoscono i tratti di un panismo universalista e solidaristico ma anche le riflessioni dell'"io" di fronte al mondo, dove la precarietà e l'inutilità si affrontano facendo affidamento esclusivamente su se stessi, con sfumature dell'esistenzialismo ateo-anarchico dí Camus. L'uomo dagli "scarponi gialli" non insegue la rivalsa e la sfida finale che platealmente pareggerà i conti, sfuggendo così al classico impianto romanzesco o allo stereotipo cinematografico: toccherà a personaggi inaspettati restituirgli quell'integrità e quella purezza che di per sé, però, egli ha sempre conservato. Ricomposta una rotta interiore grazie al recupero dei valori del suo mondo ristretto, egli riprende metaforicamente la strada dell'"io" in compagnia del suo cane, anch'egli simbolo di quel disadattamento cui troppo spesso la nostra società, flaccida e votata all'apparenza, volta disattenta le spalle.
MARCO BLATTO
Accademico e Delegato per il Piemonte e la Valle d'Aosta del Gism
Accademia di arte e di cultura alpina Membro del Groupe de Haute Montagne (GHM) di Chamonix
Membro dell'Alpine Climbing Group di Londra
|
Luca Frisoni
LA LEALTA' DELLA MONTAGNA
editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2016
pagine 264
formato 13x18,5
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
12.00 €
12.00 €
ISBN : 978-88-6804-044-4
EAN : 9788868040444
|
|