"Le
Langhe non si perdono", ha scritto Cesare Pavese. Ma non sempre è cosi.
Le Langhe del destino avverso e dell'abbandono, della miseria materiale
sovraccarica di ignoranza e di superstizioni sono un lontano retaggio di
un mondo feudale, per troppo tempo ancorato ai suoi privilegi.
Un mondo fatto spesso di sofferenze e di inganni, da rinnegare, di cui liberarsi.
Un mondo di cui ci si è a lungo vergognati, ingombrante, rimosso. Proprio
per questo il bisogno del recupero dell'identità, di un luogo dove i langhetti
possano riconoscersi ed essere riconosciuti, appaesarsi, farsi terra e paese,
dando spazio e fisicità alle voci dell'anima, è venuto alla ribalta in questi
ultimi decenni con prepotenza, come un gesto di sfida. Di questa sfida,
di un ritorno al paese ideale che tutti ci portiamo dentro, «che anche quando
non ci sei resta ad aspettarti», Donato Bosca è stato e continua ad essere
interprete. A contatto con persone che hanno ancora vissuto il tempo della
tradizione orale, ha impegnato tutto se stesso nella ricerca della zona
grigia dell'esistenza, essenziale per una comprensione non addomesticata
della vita e della cultura, imbattendosi in masche, libri dei comando, guaritori,
santi, renitenti, preti, padroni, servi, vinti e vincitori che hanno cercato
nei riti consolatori della rappresentazione, della preghiera, del canto,
della questua, del gioco e dell'affabulazione le ragioni dei loro stare
al mondo.
Ne è scaturita una ricerca sul terreno che non è solo indagine di tradizioni,
gesti, parole, trasmessi di generazione in generazione, da padre in figlio.
E' un'azione più complessa, ripetuta, mai conclusa, paragonabile al lavoro
di dissodamento dei terreni messi a coltura, strappati al diserbo. Lavorando
con ostinazione a questo suo microcosmo, lo studioso delle masche ha dato
volto e luminosità al territorio che lo scrittore albese Beppe Fenoglio
ha battezzato come "il vero Sinai delle colline".
E le Langhe vivono in questo libro come in un affresco nascosto sotto la
calce, ripulito, tornato visibile. Un affresco con i sapori forti e delicati
della storia e della poesia, senza enfasi né retorica, raccontato quasi
con pudore.
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INDICE
Introduzione
Prefazione di Mario Cordero
Prefazione di Franco Piccinelli
Prefazione di Franco Vaccaneo
Prefazione di Gianni Vercellotti
PARTE I
I protagonisti
Nota introduttiva
Giovanni Cane
Giacomo Bona
Filippo Bona
Don Giuseppe Bona
Giuseppe Bona
Pietro Bosca
Marianna Pio
LE LANGHE DELLA MEMORIA
racconto per immagini
PARTE II
Le testimonianze
Nota introduttiva
I BOSCA
Robertina
Vigin
Marieta
Esterina
Anodina
Giulia
Ernesto
Pietro
I BONA
Aldo
Vigin della maestra
Magiorina
Giulio
Genia
I PIO
Giusepina
Magin
Berto
Maria
Vigin dei Pio
Gioanin Cit
Gepino
I CARMINE
Pasqualin
Gioànn
Ida
I NEBBIA
Vigina
Maria
Placido
Gli altri
Marieta del Piage
Maria del Saussissin
Domenica
Catlinin
Maria dei Gian
Gepin
Pavido
Magiorina
Pietrin
Carmelina
Ricardo
Giusep
Valentina
Raoul
PARTE III
Documenti. Allegati. Glossario
Documenti
Nota introduttiva
Allegati
Glossario
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Donato Bosca
LE LANGHE DELLA MEMORIA
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2000
pagine 240
formato 17,5x25
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
19.50 €
19.50 €
ISBN : 88-8068-160-5
EAN : 9788880681601
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