UN PICCOLO ZOLA PIEMONTESE
Questa ristampa de « La cracia - romans dal ver » fa seguito alla pubblicazione, sempre nelle edizioni Viglongo, di altri due romanzi in piemontese di Carlo Bernardino Ferrero: « La Bassa Russia » (1976) e « Ij mòrt 'd fam » (1978). Ripresenta ione opportuna perché, nell'assenza di adeguati studi sulla storia della letteratura piemontese (fermi sempre al saggio di Giuseppe Pacotto nella « Storia del Piemonte », Vol. II, Casanova, 1960, appena annotato nelle antologie di Camillo Brero e di Renzo Gandolfo), è utile che il pubblico possa accedere alla conoscenza di testi che hanno posto per dignità propria e significato nella letteratura stessa.
Dello scrittore Carlo Bernardino Ferrero, fratello del più noto Alfonso, sappiamo solo che la madre, Pasta Teresa, vedova del notaio Ferrero, mancò a fine marzo 1921 (necrologia su 'L Birichin del 31 marzo 1921); che durante la prima guerra mondiale gli mori, sul Carso, nel 1917, il figlio Bernardino, sottotenente del 3° Alpini (« fieul del nòstr carissim amis e colega Bernard ») e che la sua perdita venne annunciata da 'L Birichin del 3 aprile 1924 con commosse parole: « martes passà Bernardin Ferrero, lé scritor dialetal an pròsa, an verss e comediògrafo » è morto. « Pér tanti ani anssema a sò fratel Alfonso, a l'ha dirigiù '1 nòstr giornal... quand che la boleta a tnisia anvisca la fiama 'd nòst dialet, riunend la famija dialetal senssa invidie, senssa inimicissie, tut entusiasm. E Bernard a l'è sempre stait lontan da le beghe ». La sua direzione del maggior giornale in piemontese durò dieci anni, fino al 1896. Gli anni difficili dell'inizio, dalla eredità da l'Aso, quando Ferrero era non solo direttore ma anche proprietario del giornale, e per di più proprietario della tipografia, in via Barolo 12: « Stab. Tip. Ferrero, con Tipografia, zincografia, zincotipia, fototipia, glipotia, autotipia e fotolitografia, e da sí un paira 'd meis la litografia (Proto buta nen litrografia) ». I giornalisti di « casa birichinòira » volgevano volentieri tutto in scherzo, ma certo i fastidi non erano pochi, per mandare avanti la baracca, anche se le tirature erano lusinghiere.
Carlo Bernardino Ferrero non è stato finora ricordato secondo i suoi veri meriti, scarsi o molti che siano. Ha parlato occasionalmente di lui, tra i suoi coetanei, soltanto Arrigo Frusta, scrittore egregio, ma memorialista moschettiere (discepolo infatuato delle gesta e dei modi di Augusto Franzoj) il quale non dice assolutamente nulla della sua produzione giornalistica e letteraria, ma racconta che gestiva un negozio di biciclette in piazza Solferino, dove Arrigo Frusta stesso imparò a pedalare, e che, durante la sua gestione de 'L Birichin usava riunire ogni anno, il due di agosto, tutti i collaboratori del giornale in un ristorante della Madonna del Pilone, per un'agape fraterna che costituiva l'unica rimunerazione per la loro collaborazione. La cosa è presentata umoristicamente, come se Bernardino Ferrero, per il solo fatto di essere direttore-proprietario de 'L Birichin fosse il bieco sfruttatore dei collaboratori del giornale. Ferrero era giornalista e scrittore come loro, ma il fatto solo di aver assunto l'iniziativa editoriale lo poneva, per Frusta, in posizione ambigua e sospetta.
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INDICE
Un piccolo Zola piemontese
di Vannucci e Andrea Viglongo
Priama Part
Seconda Part
Terssa Part
Quarta e ultima Part
Epilogo |
Carlo Bernardino Ferrero
LA CRACIA
editore VIGLONGO
edizione 1981
pagine 424
formato 15x21
copertina a colori plastificata
tempo medio evasione ordine 2 giorni
14.00 €
12.60 €
ISBN :
EAN :
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