When speaking of design, Kostas Murkudis says it is the person who wears the clothes that interests him the most. That is not surprising at first. Creating fashion without context seems theoretical and nonsensical. But the extent that he is inspired by people is remarkable: His work is narrative in a subtle way. it does not seem to be foremost a relationship between him and the persons to be clothed. Designing fashion is for him a generai, encompassing way of communicating. In his collections he speaks of the characters that have shaped his lite. He is not driven by nostalgia, but rather esteem, and productive longing. As the son of Greek parents who arrived in West Germany from East Germany as a teenager, Murkudis is used to being "strange". Upon arrivai he jumped head over heals into Pop culture, embracing it like an old friend. He remembers he was not old or bold enough to become a punk himself. Nonetheless this coarse, wild blend of unfiltered emotion and distance, of pathos and coolness, magically attracted him. For the admirable Debbie Harry these opposites became a fascinating style. So Murkudis dedicated Blondie, one of his first collections, to her.
The supposedly irreconcilable is woven through Kostas Murkudis's work like a finely spun subtitle. Like the fine seam between synthetic and silk that Murkudis once sewed the two materials together with. And that, perhaps in all modesty, can be counted as one of the designers keenest gestures: Irreconcilable materials simply come together, seam for seam. The end of either/or.
Murkudis's fashion defines values here and disposes of representative categories. This has more to do with the postmodern dissolution of originai and counterfeit. The colors of the two materials used by him are almost the same (highlighting the different) so they underscore what is important for him: Silk and synthetic fiber both have the same skin-colored tone.
Skin tones are an ever recurring theme. He says there are infinitely many facets of them, which is what makes it so interesting for him to work with. Not just in bodies, but also in coporeality. Like in the form of undergarments, the interface between clothing and body where skin and fashion meet. Undergarments are another of Kostas Murkudis's inspiring motifs: turned inside out to give the wrapping another connotation. Or using transparencies to emphasize other parts of the body than the ones we have learned to appreciate.
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Quando crea, dice Kostas Murkudis, è interessato soprattutto all'uomo. Questo, in un primo momento, non è nulla di
unge- sorprendente. Perché fare la moda, senza al contempo pensare alle persone che dovranno portarla, sembra stranamente teorico e praticamente senza senso. E' però degna di nota la costanza con cui si lascia ispirare dalle persone: il suo lavoro è da un sottile punto di vista molto narrativo. Non sembra trattarsi innanzitutto del rapporto tra lui e le persone da vestire. Piuttosto, il creare moda è per lui una possibilità generale e completa per potersi esprimere. Nelle sue collezioni racconta dei caratteri che hanno plasmato la sua vita. E qui non è la nostalgia che lo sprona, ma più la stima. E un desiderio nostalgico-produttivo.
Figlio di genitori greci, che era abituato a essere uno "straniero", da teenager si trasferì dalla DDR (Repubblica Democratica Tedesca) nella Germania Occidentale. E si buttò a capofitto nella cultura Pop. Così come ci si lancia su qualcuno di cui si è sentita a lungo la mancanza. Per diventare lui stesso un punk era troppo vecchio o non abbastanza coraggioso, ricorda Murkudis. Ciononostante, questa selvaggia miscela tra distanza ed emozione senza filtri, tra pathos e coolness, lo attirava magicamente. Con l'ammirevole Debbie Harry questi contrasti divennero stile, in modo affascinante. E così Murkudis ha dedicato alla Blondie una delle sue prime collezioni.
Ciò che presumibilmente è inconciliabile, attraversa come un sottotesto finemente tramato l'opera di Kostas Murkudis.
Così come quella sottile cucitura tra fibra sintetica e seta, con la quale una volta Murkudis unì i due tessuti. E' quel che forse con tutta la dovuta moderazione, conta tra i gesti più arditi del designer: i tessuti che infondo sono inconciliabili si incontrano naturalmente, cucitura su cucitura. La fine di "l'uno o l'altro". La moda di Murkudis ridefinisce qui la valenza ed elimina categorie rappresentative. Qui si tratta di più che della semplice risoluzione postmoderna dell'originale e del falso. La colorazione dei due tessuti da lui utilizzati l'uno accanto all'altro, che sono quasi uguali (e proprio per questo così diversi), indica ciò che veramente gli interessa: la seta e la fibra sintetica hanno entrambi lo stesso color pelle.
Le tonalità della pelle sono un tema ricorrente. Ne esistono, dice, infinite sfaccettature, ed e' proprio ciò che rende
ent, il lavoro con esse così interessante. Non solo sui corpi ma anche sulla corporeità. Come nella forma di biancheria, il punto di incontro tra abbigliamento e corpo, lì dove si incontrano pelle e moda. La biancheria è un ulteriore motivo
ispiratore di Kostas Murkudis: utilizzato verso l'esterno, per dare al rivestimento un'altra connotazione. Oppure
lavorando con le trasparenze, per sottolineare delle parti del corpo completamente diverse da quelle che abbiamo imparato a considerare.
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INDEX
Introduction
Archive
1996-2001 | Kostas Murkudis
2000 | Hellenic Fabrics S.A.
2000-2003 | New York Industrie
2005-2008 | Schiesser
2003- | Kostas Murkudis
2008- | Johnstons
Impulse
DIE SYNAPSEN FEUERN | Sehen. Erinnern. Gefunden werden.
Infinity
SPACE | AM 1
TEXTURE | Dipron
AESTHETICS | Perspective
AURA | Charis
GRACE | Blue
MOTION | Criarde - An Acoustic Sculpture
SOUND | Athens
TENDERNESS | Skin
STIMULUS | Luca
Index
Imprint |
aa.vv.
KOSTAS MURKUDIS
editore DAAB
edizione 2009
pagine 176
formato 18x23
hardcover
tempo medio evasione ordine 5 giorni
19.95 €
10.00 €
ISBN : 978-3-86654-066-8
EAN : 9783866540668
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