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1914-1918 L'INUTILE MASSACRO
PREFAZIONE
Mario Isnenghi

A dare il tono del lavoro valga subito una citazione, tratta da uno dei due saggi di Nicoletta Fasano, quello di impostazione generale.
È la prima guerra dominata dall'artiglieria pesante, che ha un "impatto devastante" su tutto, sul paesaggio ma soprattutto sui corpi, che vengono letteralmente smembrati, mutilati in modo permanente e definitivo. È soprattutto la deformazione dei corpi e delle menti che rende orrenda questa guerra'.
Vedete? L'effetto — i corpi smembrati, il lascito delle mutilazioni permanenti e delle nevrosi, così come le trasformazioni durevoli dell'ambiente — e però anche le cause specifiche e innovative, il sopraggiunto "uso dell'artiglieria pesante"; l'orrore, ma per "questa guerra", non genericamente per la guerra. Siamo all'inizio, ma questo avvio — il cui spirito trova puntuale conferma nelle pagine che seguono — chiarisce subito il carattere insieme aggiornato ed equilibrato dell'approccio.
Siamo ad Asti e di fronte all'elenco informatizzato dei 4640 presumibili caduti astigiani nella Grande Guerra; ma non in chiave di chiusura localistica: il quadro generale c'è e ben costruito. E ancora: c'è l'umana emozione per le vittime della carneficina, ma questa non declina immediatamente in non-senso, in un assurdo disumano venuto da chissà dove; i pezzi di artiglieria — con tutta l'economia di guerra che c'è dietro la macchina militare — li fabbricano e li manovrano altri uomini, in un intreccio ineludibile di attori e di vittime. Detto in modo più brusco: questo è un libro di storia, e non di buoni sentimenti e di educazione civica. Politica della memoria, d'accordo; non però a detrimento della storia, cioè dei fatti, così come si riesce a documentarli e accertarli.
Questo equilibrio ricercato fra storia e memoria, pace e guerra, sensibilità e ideologie attuali e del 1914- '18, non si può dire che si manifesti e sia sempre assicurato negli "usi pubblici" della prima guerra mondiale; e bisogna proprio dire così, "usi pubblici", magari a fin di bene, si capisce; ma gli usi pubblici del passato sono sempre, per definizione, "a fin di bene", per chi vi si dedica.
L'argine che Nicoletta Fasano si dà rispetto al debordare dei sentimenti e dell'obiezione di coscienza alla guerra non consiste in una rinuncia alla storia sociale e delle soggettività degli uomini alla guerra, con un ritorno a una più tradizionale storia politica, tutta presa dalla dimensione pubblica e ignara della dimensione privata; anzi, il suo approccio tendenziale è proprio quello di una storia sociale, quanto meno degli uomini al fronte, se non del paese nel suo insieme, che sarebbe stato poco funzionale alla natura di questi testi. L'argine prescelto è — inatteso — quello della storia militare. Meritoriamente, perché — per paradosso — non si può dire che le nostre guerre godano spesso di cure scrupolose e approcci attenti in chiave di storia militare: molto più spesso, fino a ieri, la chiave unilaterale prescelta era la storia politica, e oggi la storia culturale. E tanto più meritoriamente — piccola nota personale su cui non vorremmo insistere più di tanto, ma che non va omessa —in quanto questa ricerca l'ha impostata e condotta un'autrice: la quale, in quanto tale, avrebbe potuto mostrarsi più e non meno legittimamente sensibile alle gerarchie di rilevanza della storia di genere, che tanto ha agito, negli ultimi anni, nel ri-orientamento della storiografia dal politico al sociale e dal pubblico al privato.
Qui, invece, ci troviamo di fronte a un'apprezzabile attenzione agli sviluppi della tecnologia militare e alla «guerra che diventa "impresa" economica su vasta scala»2. È per questa via che si ripristina la potenza oggettiva dei fatti. E quindi, i numeri. In questo lavoro ci sono molti numeri, c'è una scrupolosa attenzione alla quantificazione dei fenomeni: quelli relativi agli armamenti, come s'è detto, e soprattutto — come è nella natura della ricerca — sulla diversificazione interna della morte di massa: morti, feriti, dispersi, certo; ma poi, morti in combattimento (relativamente pochi), morti in seguito a ferite o a malattie di guerra (molti di più).
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INDICE

Prefazione
di Mario Isnenghi
Ringraziamenti

La Grande Guerra
I Caduti della Grande Guerra. Il caso astigiano

1914-1918. L'inutile massacro
una guerra di massa
una guerra industriale
le armi - fucili
le armi - baionette
le armi - mitragliatrici
le armi - artiglieria
paesaggi
le armi - carri armati
le armi - aerei
le armi - dirigibili
le armi - gas
maschere antigas
le armi - lanciafiamme
trincee
trincee
trincee - filo spinato
trincee - filo spinato
trincee
la pubblicità entra nelle trincee
soldati - grigioverde
soldati
soldati
soldati
scritture
scritture
scritture
giustizie
giustizie
prigionieri
prigionieri
ritorni
ritorni
invalidi
monumenti
monumenti
milite ignoto
milite ignoto

Bibliografia





Nicoletta Fasano

1914-1918 L'INUTILE MASSACRO + CD

editore ISRAT
edizione 2009
pagine 120
formato 21x29,7
brossura
tempo medio evasione ordine
5 giorni

15.00 €
12.00 €

ISBN :
EAN : 9788889523131

 
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