dalla
PRESENTAZIONE:
Tra il 1903 ed il 1906, la Tipografia editrice G. Brignolo di Asti pubblicava
in quattro volumi il "Codice d'Asti", tradotto in lingua italiana dal testo
originale latino del Codex Astensis, a cura del prof. Vincenzo Ratti con
la collaborazione di altri studiosi locali. Il Codex conteneva 990 documenti,
riguardanti privilegi, investiture, concessioni di imperatori, donazioni,
patti, cessioni, vendite, atti di fedeltà e accordi con altri comuni o autorità
esterne, che costituiscono la più preziosa fonte storica medioevale della
nostra città nei secoli in cui si resse come libera repubblica. Seguì nel
1990 un'apprezzata versione in italiano dei cronisti astesi Ogerio Alfieri,
Guglielmo Ventura e Secondino Ventura, che offrirono in latino medioevale
un quadro, sia pure incompleto, delle vicende politiche astigiane dall'antichítà
e soprattutto dal periodo comunale, fino al 1457, quando ormai la città
era sottomessa alla dominazíone orleanese. Il lavoro fu realizzato da Natale
Ferro, Elio Arleri e dal compianto Osvaldo Campassi, che nel 1995 si cimentarono
altresì nella più impegnativa impresa di rendere in italiano il complesso
Corpus degli antichi Statuti cittadini raccolti nel cosiddetto "Codice Catenato"
e contenenti le norme di legge su cui si resse fino a non molti secoli addietro
la nostra città, in virtù di varie integrazioni successive alla data della
loro ufficiale compilazione, disposta nel 1381, sulla base di un testo già
in vigore nel 1211.
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Ora
lo stesso Natale Ferro, con la collaborazione di docenti e anche allievi
del Liceo Classico "V. Alfieri", del Liceo Scientifico "E Vercelli" e
dell'Istituto Magistrale "A. Monti" della città, ha realizzato l'analoga
traduzione dell'ultimo importante autore di storia medioevale astigiana:
Antonio Astesano, nato a Villanova d'Asti nel 1412 da famiglia astigiana
e autore del Carmen de variare Fortunae, sive de vita sua et gestis civíum
astensíum (poema sull'ínstabilità della fortuna ossia sulla vita e sulle
gesta dei cittadini astesi). Per quest'opera l'Astesano attinse dai predecessori
Ogerio Alfieri e Guglielmo Ventura, aggiungendo molte altre notizie non
trattate dagli stessi, su personaggi e fatti che toccarono più o meno
da vicino la "patria astese", con una particolarità
che egli narrò di sé, di Asti e di importanti eventi esterni non già in
prosa, ma in sei libri di distici elegiaci latini, per complessivi 4250
versi, quanti ce ne sono pervenuti. Anche questo autore, un po' dimenticato
e sottovalutato (Asti gli ha dedicato la piazza omonima) meritava di essere
fatto conoscere al pubblico astigiano, attraverso la versione in italiano
della sua opera maggiore, versione che, pur rispettando il testo originale,
(scritto in un latino classico che egli aveva appreso e perfezionato mediante
severi studi umanistici e tramite illustri maestri dell'Università di
Pavia), non può, come tutte le traduzioni, rendere il ritmo e l'efficacia
di un componimento poetico, che ha ingentilito ed esaltato molti episodi
già noti o meno noti della nostra storia medioevale.
I traduttori si accontentano di averlo interpretato fedelmente e correttamente.
Ad essi va il plauso e il ringraziamento dell'Amministrazione Comunale.
ADRIANA MARCHIA
Assessore alla Cultura
del Comune di Asti
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Antonio Astesano
SULL'INSTABILITA' DELLA FORTUNA
editore PLATANO
edizione 1999
pagine 208
formato 21x29,7
copertina plastificata
tempo medio evasione ordine 2 giorni
29.50 €
29.50 €
ISBN :
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