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| L'IMPRONTA DI ROL |
| Poesie abbracciate dalla affettuosa prefazione di Nevio Boni e congedo finale di Sergio Romano | PREFAZIONE Si tratta di suggerimenti, consigli, critiche di Gustavo Adolfo Rol alle poesie di Luciana Frassati. Nella moviola della nostra fantasia però le parole che Rol scrive alla Frassati potrebbero trasformarsi con un fermo immagine in affettuosi abbracci, in amorose occhiate furtive spesso rapide come stoccate. Nessuna mafia però nei confronti della quasi compagna del liceo d'Azeglio, Luciana. Una sorta d'impegno vitale invece quello di Rol, affinchè la «vocazione del poeta» non venga meno alla cara amica Nelle pagine uno scampolo di storia. La Frassati precisa: «Nessuno mi fu vicino e fraterno padrone delle mie poesie come Gustavo Adolfo». E davvero così. E chi ha avuto la fortuna di «essere in dimestichezza» con Rol si rende conto del privilegio di questa esclusiva reciproca fiducia. Luciana Frassati non ha segreti per Rol. Gli confida il riflesso d'uno stato d'animo nella essenziale musicalità d'un verso e Rol puo aggiungervi il bagliore d'un nuovo aggettivo. Correzione senza offesa, come caratura di preziosa amicizia. Il mestiere di cronista mi aveva portato a parlare spesso con Rol. Allora i titoli dei giornali erano tutti per «il mago Rol» e «i suoi <incantesimi». Vituperate parole per Rol che reagiva amareggiato: «Vorrei che i giornali la finissero di associare la mia persona alla magia e all'illusionismo». I suoi «misteri» però impressionavano: l'amico di Rol, Federico Fellini. Come tanti ero rimasto fortemente attratto da quanto si raccontava di lui e in un momento difficile della vita lo invitai a casa per «avere un aiuto». Rifiutò con gentilezza: «Vuole avermi accanto soltanto perché è curioso come tutti i giornalisti. È vero che lei sta attraversando un periodo poco felice, ma stia tranquillo, tutto si accomoderà. Sappia intanto che io sono già stato a casa sua». Risposi che forse mi confondeva con qualche altro collega.«No assolutamente» ribadì, e cominciò a descrivere il mio appartamento con dovizia di particolari: locali, mobili, suppellettili, quadri e fotografie; nella sua voce il timbro di gioia dirompente che hanno i bambini sorpresi dentro un gioco importante. Poi cambiò tono. «Come ha capito sono già stato a casa sua e continuerò a venirla a trovare, per aiutarla, se lei vuole». Da restare di sasso. Per dire che nel libro della Frassati scoprire adesso un nuovo aspetto della personalità di Rol non fa che accrescere il grande rispetto nei confronti d'un maestro di misteri. È vero, si sapeva della sua profonda cultura umanistica, ma come spesso succede alla "cronaca", si dava soltanto importanza ai «fatti razionalmente inspiegabili» che Rol sapeva provocare. |
 
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