| Premessa alla nuova edizione 
 Il 12 novembre 2003, di prima mattina, le agenzie battono la notizia di un attentato a Nassiriya, nel sud dell'Iraq: è uno dei tanti attentati che attraversano il Paese mediorientale dopo la conclusione dell'operazione "Iraqi Freedom" (meglio nota come seconda guerra del Golfo), che nella primavera precedente ha portato alla caduta del regime di Saddam Hussein. Nel volgere di poche ore, si precisano però i contorni di un attacco mirato dalle conseguenze drammatiche. Obiettivo dei kamikaze è il contingente italiano, che dal 3 luglio, con la missione "Antica Babilonia", partecipa alle operazioni di "peacekeeping" deliberate dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
 Il Comando dell' IJTF (Italian Joint Task Force), affidato all'Esercito, si trova a 7 km da Nassiriya, in una base denominata "White Horse", che a sua volta dista 4 km dal Comando americano di Tallil. L'unità oggetto dell'attentato è però il reggimento MSU-IRAQ (Multinational Specialized Unit), composto da personale dei Carabinieri italiani e dalla Polizia Militare Romena (a cui stanno aggiungendosi 120 uomini della Guardia Nazionale Portoghese). Mentre l'Esercito ha scelto di stabilirsi lontano dall'abitato per avere una maggiore cornice di sicurezza, i Carabinieri hanno invece scelto di posizionarsi nel centro cittadino per avere un maggior contatto con la popolazione: il reggimento MSU si è così distribuito tra due basi, la "Maestrale" (nota anche come "Ani-mal House" e durante gli anni del regime di Saddam sede della Camera di Commercio), dove è acquartierata l'Unità di Manovra, e la "Libeccio", dove si trova il comando del Reggimento.
 Alle 10.40 locali del 12 novembre (8.40 in Italia) un camion-cisterna carico di circa 300 kg di tritolo mescolato a liquido infiammabile scoppia davanti alla base "Maestrale". L'attentato è organizzato da Abu Omar al-Kurdi (reo confesso) e colpisce la base "Maestrale" perché si trova lungo una strada principale che non può essere chiusa al traffico. Quando il camion si avvicina in velocità , il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all'ingresso della base, riesce a colpire i due attentatori-suicidi, arrestando il mezzo sul cancello di entrata ed evitando che eploda all'interno della caserma: lo scoppio è però ugualmente devastante, perché coinvolge il deposito munizioni della base. Corpi riversi, lamenti di feriti, fiamme dovunque, oggetti di metallo, di legno, di plastica scagliati a centinaia di metri: l'esplosione è stata talmente forte da provocare danni persino alla base "Libeccio", che pure dista diverse centinaia di metri in linea d'aria. In un attimo la base "Maestrale" diventa un inferno: mentre carabinieri, polizia irachena e civili prestano soccorso alle vittime, l'aria si riempie dell'odore acre del fuoco, tra il rumore caotico delle sirene d'allarme, il fragore del traffico impazzito e il muoversi brusco delle ambulanze.
 Nelle ore successive, si precisano le conseguenze dell'attentato. I morti sono ventotto, di cui diciannove italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell'esercito, 1 cooperatore internazionale e 1 reporter televisivo. A questi si aggiungono 9 civili iracheni. I feriti (alcuni molto gravi) sono cinquantotto: tra questi venti sono italiani, 19 carabinieri e 1 operatore televisivo. La camera ardente per tutti gli italiani morti a Nassiriya viene allestita a Roma nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, dove una folla immensa si reca in pellegrinaggio. Mentre nel Paese viene proclamato il lutto nazionale, i funerali di Stato si svolgono il 18 novembre nella basilica di San Paolo fuori le Mura, officiati dal cardinale Camillo Ruini alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
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 | SOMMARIO 
 Premessa alla nuova edizione
 
 Introduzione
 
 I Nasce un nuovo corpo militare
 LE REGIE PATENTI DEL 13 LUGLIO 1814
 ORDINAMENTO DEL CORPO
 IL CARBINIERE REALE, «IMMAGINE» DEL POTERE
 
 II I custodi dell'ordine nella Restaurazione
 LA RIVOLUZIONE DI SANTORRE DI SANTAROSA DEL 1821
 IL REGOLAMENTO DEL 1822
 1834: UNA MINACCIA DALLA SAVOIA
 INTERVENTO DURANTE LE CALAMITÀ NATURALI
 L'ORDINAMENTO ALLA VIGILIA DEL RISORGIMENTO
 
 III Il Risorgimento 1848-1861
 LA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA
 LA CARICA DI PASTRENGO
 DALLA GUERRA DI CRIMEA ALL'UNITÀ
 L'ORDINE PUBBLICO NELLE NUOVE PROVINCE
 LA TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA E LA CONQUISTA DI ROMA
 
 IV La repressione del brigantaggio meridionale
 CONTRORIVOLUZIONE E PROTESTA SOCIALE
 IL RUOLO DEI CARABINIERI
 DA PIZZICHICCHIO A NINCO NANCO
 LA LETTERATURA E L'ICONOGRAFIA
 
 V La ricerca del consenso
 IL «GALATEO» DEL CARABINIERE
 L'ESERCIZIO DELLA FUNZIONE REPRESSIVA
 GALANTUOMINI E BIFOLCHI
 LE CONTRADDIZIONI DEL MODELLO
 RAPPRESENTAZIONE E AUTORAPPRESENTAZIONE
 LE CARTOLINE DELLE LEGIONI
 
 VI L'ordine nell'età liberale
 LE LEGGI PER MANTENERE L'ORDINE
 EVOLUZIONE ORGANICA E ARMAMENTO
 I REGOLAMENTI DEL 1892
 IMPIEGHI OPERATIVI IN ORDINE PUBBLICO
 I CARABINIERI ALL'ESTERO: ERITREA E CRETA
 L'ETÀ GIOLITTIANA
 
 VII Dalla Guerra Mondiale al fascismo
 LA POLIZIA MILITARE NEL 1915-18
 LE FABBRICHE OCCUPATE DEL BIENNIO ROSSO
 L'AVVENTO DEL FASCISMO
 I FATTI DI SARZANA
 LE FORZE DELL'ORDINE NEL VENTENNIO
 LA GUERRA D'ETIOPIA
 LA GUERRA 1940-43
 
 VIII Dalla lotta di liberazione alla Repubblica
 L'ARRESTO DEL DUCE
 L'ORDINE PUBBLICO DI BADOGLIO
 LA GUERRA DI LIBERAZIONE CON GLI ALLEATI
 L'IMMEDIATO DOPOGUERRA
 
 IX L'Ordine nell'Italia repubblicana
 LA SICILIA DI SALVATORE GIULIANO
 IL DUALISMO CARABINIERI/POLIZIA
 LA RIORGANIZZAZIONE DEL 1962-64
 GLI ANNI DELLA CONTESTAZIONE
 LA STRATEGIA DELLA TENSIONE
 GLI ANNI DI PIOMBO
 L'ATTENTATO DI VIA CARINI
 L'ARMA DIVENTA FORZA ARMATA AUTONOMA
 
 Appendice
 
 Indice dei nomi
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            | Gianni Oliva 
 I CARABINIERI 1814-2014
 
 editore DANIELA PIAZZA
 edizione 2014
 pagine 352
 formato 16x22
 plastificato con alette
 tempo medio evasione ordine
 2 giorni
 
 
 18.00 €18.00 €
 
 ISBN : 978-88-7889-310-8
 EAN  : 9788878893108
 
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