Dalla Julia Augusta Taurinorum
alla Torino odierna
Il Theatrum Sabaudiae
Una distesa di tetti rossi, vie dritte, lunghi corsi, piazze ampie. Uria Torino vista dall'alto, come possiamo ammirarla oggi dall'aereo, ma, in questo caso, una Torino assolutamente fantastica perché raffigurata da Giovanni Tommaso Borgonio nel 1674, che immaginò di potersi innalzare sulla città per darcene una visione d'insieme.
Borgonio, nel medesimo anno, dipinse pure il cuore storico di Torino, piazza Castello, e sul suo disegno operò in modo mirabile Romyn de Hooge, uno degli incisori della stamperia dei Blaeu che in Olanda, ad Amsterdam, diedero vita al Theatrum Sabaudiae o, per usare il titolo completo di quest'opera, unica nel suo genere, Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis.
Questa piazza Castello, fastosa, trionfante, incisa dal Romyn, nipote del grande pittore fiammingo Pieter de Hooge, ha nel cielo lo stemma del ducato, sorretto da angeli in volo; giù, nella piazza, è un agitarsi di gente indaffarata, carrozze, portantine, mercanti, viandanti e cani, molti cani; un'immagine in gran movimento che Ada Peyrot - nel suo saggio Le immagini e gli artisti, introduttivo all'edizione 84 del Theatrum, - scopre «ricca di elementi nordici», proprio per i personaggi che, perfino nel panneggio degli abiti, si rivelano forse più fiamminghi che torinesi.
Se ci soffermiamo sul Theatrum e sulle immagini «magiche» che da esso si sprigionano, è perché esso racchiude, nella sua essenza, quanto di meglio è stato espresso su Torino e, soprattutto, perché le visioni che offre, relative al nucleo centrale della città, pur con gli inevitabili mutamenti intercorsi, hanno una loro innegabile attualità. Piazza S. Carlo, con poche modifiche strutturali, è così anche oggi, a parte l'assenza del monumento equestre a Emanuele Filiberto, che venne dopo; e pure il palazzo di Città ha mantenuto la sua fisionomia; per chi volge lo sguardo verso il verde della collina, anche la chiesa del Monte dei Cappuccini è sostanzialmente come si può ammirarla nel Theatrum.
Sembrerebbe quasi che gli ideatori dell'opera abbiano voluto affidarci un modello del centro-città, una sua struttura ideale; infatti nonostante le rivoluzioni urbanistiche e le distruzioni, soprattutto quelle della seconda guerra mondiale, Torino è come allora.
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Le grandi vie. quelle che hanno visto "passare la storia... ma anche le stradine affascinanti. i cortili misteriosi affondati nel N erde. tra archi e colonne. nel centro più antico: in ordine alfabetico proprio tutte le strade di Torino. con la loro denominazione presente e quella passata. con i loro palazzi, le chiese, le fontane e i monumenti, scorrono in queste pagine affollate da personaggi illustri che a Torino sono vissuti o sono solo passati, lasciando la loro impronta e ricavando spesso dalla città vivide impressioni. E il caso di Mozart. Nietzsche. Erasmo da Rotterdam. Champollion. Cristina di Svezia. oltre ai -grandi- di casa nostra, da Garibaldi a Cavour, da Mazzini a Verdi, alla maggior parte dei principi sabaudi. Renzo Rossotti completa con questo volume il suo itinerario alla scoperta di una delle più belle metropoli del mondo, attraverso 2200 anni di storia.
INDICE
Dalla Julia Augusta Taurinorum
alla Torino odierna
Avvertenza
LA GRANDE GUIDA ALFABETICA DELLE STRADE DI TORINO
Bibliografia
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Renzo Rossotti
LA GRANDE GUIDA DELLE STRADE DI TORINO
editore NEWTON & COMPTON
edizione 2003
pagine 768
formato 12,5x22,5
cartonato con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
23.00 €
23.00 €
ISBN : 88-8289-937-3
EAN : 9788882899370
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