E pensare che nel punto ove sorge il nostro "tempio", luogo privilegiato per godere della vista della maglia rossoblù sullo sfondo verde del prato, nei primi anni del ventesimo secolo si trovava il campo di calcio dell'Andrea Doria (chiamato "la Cajenna"), che diede poi vita alla squadra dei nostri cugini ciclisti: scherzi del destino.
Perché tifosi e perché allo stadio?
Una strana magia ha fatto sì che il calcio sia, fin dai suoi primi anni di vita, il re degli spettacoli, capace di generare passioni che non si limitano alla durata della gara.
Il gioco ci viene raccontato da radiocronisti, televisione, giornali, fotografi, internet, scrittori e registi... ma a noi "malati" questo modo indiretto non coinvolge a sufficienza: l'evento richiede la presenza, l'appartenenza, la partecipazione, la condivisione delle emozioni.
Il filosofo Aristotele sosteneva che lo spettatore, davanti a rappresentazioni di vicende in grado di suscitare forti emozioni, venga profondamente coinvolto dagli avvenimenti che travagliano i protagonisti del dramma. E perché genoani?
Il Grifone è figlio del fenomeno, primogenito e prediletto! L'antichissimo essere mitologico, incrocio tra aquila e leone, rappresenta magnificamente la fiera protettrice della nostra città e la nostra fede calcistica.
"Qualcuno è genoano perché c'è la gradinata Nord"... era uno dei motivi elencati in un manifestino fatto girare tempo fa tra i tifosi.
Possiamo anche ricordare, tra l'altro, che il Genoa è stata la prima società italiana a:
- possedere un documento scritto relativo alla fondazione (7 settembre 1893);
- vincere una partita fuori casa (Ginnastica Torino Genoa 1-2 1898)
- vincere il campionato nazionale (1898);
- istituire il settore giovanile (1902);
- disputare e vincere una partita all'estero (nel 1903 sul Nizza con un tre a zero);
- avere organizzato un "treno speciale" di tifosi in occasione di una partita (per Juventus-Genoa, disputata a Milano nel 1906);
- assumere un allenatore professionista (1912, William Garbutt, dando luogo alla consuetudine utilizzata fino ai giorni nostri di chiamare il tecnico "mister");
- avvalersi di giocatori professionisti (1912, Grant);
- organizzare una nave di tifosi al seguito della squadra (1922, viaggio Genova/Savona);
- vincere un campionato (34 partite) senza subire sconfitte (1922-23); - appuntare lo scudetto sulle maglie (1924);
- partecipare a una competizione europea (1929, Coppa Europa Centrale);
- vincere la Coppa delle Alpi (1962);
- per cui alcuni tifosi si organizzano in un club dotato di sede (1962, Little Club Genoa);
- affiancare alla società calcistica una fondazione esterna, con compiti di controllo e supervisione;
- fondare un newsgroup dedicato su internet.
Ma il nostro cuore non è rossoblù per questo, questi dati potranno essere
motivo di orgoglio ma in fondo rimangono fredda statistica. No, i motivi
sono diversi. Siamo genoani per genetica, perché i nostri genitori lo sono o
lo erano, e ci hanno portati al Ferraris bambini, con la sciarpa al collo
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SOMMARIO
Premessa
La Fossa
Le coreografie
Tifo e Bandiere
Calciatori e Società |
GRADINATA NORD
editore FRILLI EDITORI
edizione 2009
pagine 216
formato 16x16
brossura
tempo medio evasione ordine 5 giorni
8.90 €
7.50 €
ISBN : 978-88-7563-492-6
EAN : 9788875634926
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