PREFAZIONE
Quando, cinque anni fa, il Comitato promotore pensò di organizzare il Convegno, il proposito non era solo quello di ricordare - doverosamente, civilmente - Giuseppe Baretti nella sua città d'origine, nell'occasione del bicentenario della morte. Era qualcosa di più e di diverso. Si intendeva, a oltre vent'anni dall'ampia e ancora fondamentale thèse di Jonard (1963) e ad ormai non breve distanza dalle edizioni degli scrittori barettiani curate da Fido (1967) e da Maier (1972), riunire nello spazio appunto di un convegno di studi cultori del Settecento e in particolare, per quanto possibile, dello scrittore torinese, sia per uno scambio, che in effetti è stato attivo, di informazioni e di vedute sia per verificarne la possibilità e proponibilità di nuove linee di ricerca o, ancor meglio, di lettura.
I testi ora raccolti in questi Atti danno prova, ritengo, della buona riuscita dell'iniziativa. E ne vien fuori, se ne delinea uп Baretti поп certo, ovviamente, altro rispetto all'immagine che di lui si era venuta definendo fra gli anni Sessanta e i Settanta (quando ai contributi già ricordati principalmente si aggiunsero nel '76 l'edizione di Lettere sparse ancora curata da Fido e l'anno seguente Il mestiere della metafora di Ang/ani), ma ulteriormente indagato nella ricchezza e complessità dei suoi rapporti con la cultura contemporanea e meglio illuminato in certe componenti, che sembrano oggi più significative e frequentabili, della sua fervida esperienza. Nell'un caso, si dovrà intendere поп solo il rapportarsi - in termini di idee, di scelte ecc. - a grandi figure come Metastasio, Goldoni, Voltaire e gli illuministi francesi, ma anche le personali relazioni, amicali, lavorative, conflittuali. Nel secondo, direi emergenti: la questione della situabilità o meno del Baretti nel quadro della cultura illuminata, o meglio degli "illuministi" del tempo (ripresa ancora di recente da Arnaldo Di Benedetto net volume, del '91, Tra Sette e Ottocento); la specificità della sua scrittura critica, con una rinnovata, anche nei modi del riflettervi, attenzione alla «Frusta letteraria», e basti in questo ambito ricordare, fra i densi contributi, le fini pagine di Romagnoli dedicate alle «forme della recensione barettiana»; infine il «viaggio», nella prospettiva dell'attuale crescente interesse per questa che è esperienza insieme di vita, di memoria, di scrittura e di comunicazione, interesse che, vale forse la pena di ricordarlo, ha trovato molto di recente (luglio '92) un momento di grande ed "ecumenica" vitalità nel Congresso di Aukland su «Literature Voyage and Quest». |
INDICE
Premessa
Norbert Jonard, G. Baretti e gli illuministi francesi
Bartolo Anglani, Baretti e il patto del viaggiatore illuminista
Michèle Stäuble - Lipman Wulf, La polemica di Baretti con Voltaire e il saggio di Elisabeth Montagu su Shakespeare
Guido Nicastro, Baretti e Metastasio
Paola Trivero, Baretti e Goldoni
Enrico Mattioda, Baretti e il problema della traduzione
Franco Fido, Didattica e "nonsense", invettiva e teatro: volti del Baretti inglese
Nicolo Mineo, Letteratura e cultura nella prospettiva della "Frusta letteraria"
Ilaria Crotti, Appunti per alcune prospettive di genere letterario
Sergio Romagnoli, Forme della recensione barettiana
Ricciarda Ricorda, «La frusta letteraria» e le tecniche del giornalismo «spettattoriale»
Gilberto Pizzamiglio, La «Frusta» a Venezia: appunti su Rebellini e Baretti
Elvio Guagnini, I viaggi di Baretti
Giorgio Barberi Squarotti, Lo stile del viaggio
William Spaggiari, Baretti nel Convito de' poeti burleschi
Giovanni Pagliero, Baretti e i piemontesi
Gianni Carlo Sciolla, Baretti e «Lo stato attuale delle Belle arti in Italia»
Marco Cerruti, Il Baretti di Michelstaedter |
Marco Cerruti - Paola Trivero
GIUSEPPE BARETTI
editore DELL'ORSO
edizione 1993
pagine 270
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
18.00 €
14.40 €
ISBN : 88-7694-125-8
EAN :
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