PREFAZIONE
Ancora oggi, dopo anni che studio le piante della città, provo spesso vero stupore nello scoprire dove vivono, dove riescono a crescere, senza terra, senz'acqua, senza nutrienti. Penso che sia proprio lo stupore ad aver spinto i primi botanici a osservare le piante «cittadine», poi gli ecologi a studiarne le forme, le funzioni, il significato di indicatori delle condizioni ambientali. Dall'inizio del secolo scorso abbiamo notizie scientifiche sulla loro presenza e distribuzione nelle varie città europee e negli ultimi decenni gli studi sull'ecologia urbana e sulla flora urbica si sono moltiplicati, nel tentativo di trarre indicazioni accurate sulla qualità dell'ambiente cittadino e di mitigare le criticità che sono state evidenziate. Un grande impulso a questi studi è stato dato, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, da un gruppo di botanici dell'Università di Berlino Ovest che, essendo impossibilitati a uscire dal loro territorio, hanno messo in evidenza tutte le informazioni che la vegetazione spontanea nelle città poteva fornire: di tipo ecologico, storico, sociale, applicativo.
Le piante ci danno innanzitutto informazioni sulle condizioni ambientali della città in cui si trovano e in particolare sul clima, permettendo di capire, sulla base del confronto tra dati attuali e dati del passato, che vi sia stato un notevole innalzamento delle temperature: molte specie mediterranee alcuni anni fa non erano presenti nelle città del Nord Italia anche se il riscaldamento delle abitazioni era già in atto da molti decenni, creando d'inverno Ia cosiddetta isola di calore.
Il confronto tra flore urbiche di periodi diversi ci indica molto chiaramente anche i cambiamenti urbanistici e sociali: fino al 1920-30 a Torino erano presenti ancora molte specie di zone umide, oggi completamente scomparse per l'aumento delle costruzioni, o specie tipiche del bosco, oggi non più presenti. Le specie importate da Paesi lontani, usate come piante ornamentali, poi sfuggite alla coltura, segnalano con precisione quali Paesi sono stati esplorati nel tempo e hanno poi avuto scambi commerciali intensi con la città che si studia: a Torino sono prima arrivate specie asiatiche, poi, a partire dal 1950 circa, le nordamericane sono diventate assolutamente dominanti.
Un ultimo cenno alle possibili applicazioni delle conoscenze sulla flora cittadina: le piante rilasciano granuli pollinici allergenici e quindi conoscere la loro distribuzione e la loro biologia può suggerire le tecniche più idonee per ridurne la diffusione sul territorio.
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INDICE
PREFAZIONE, Consolata Siniscalco
BASTA UN'ERBACCIA, Caterina Gromis di Trana
INTRODUZIONE
LE RAGIONI DI UN CRESCENTE INTERESSE
Ecosistemi urbani
Allergopatie
Вiodiversità
Salvaguardia dei manufatti
Monitoraggio della qualità ambientale
Termoregolazione
Depurazione dell'aria
Estetica della piantaccia
IL VIAGGIO (MODALITÀ DI DIFFUSIONE E COLONIZZAZIONE)
Disseminazione naturale
Introduzione da parte dell'uomo
SOPRAVVIVENZA NEGLI HABITAT URBANI
Corrispondenza habitat naturale - habitat antropico
Elevata produzione e vitalità dei semi
Ciclo breve
Portamento e dimensione della pianta
A DESTINAZIONE (GLI HABITAT ANTROPICI)
Il sottosuolo
Superfici piane permeabili
Superfici piane impermeabili
Superfici verticali
Tetti e cornicioni
Aree ferroviarie
Aree di cantiere
LE SPECIE
Alberi, arbusti e rampicanti esotici
Alberi, arbusti e rampicanti autoctoni
Le specie muricole
Le infestanti erbacee dei coltivi
Piante degli incolti e dei ruderi
OSSERVARE, FOTOGRAFARE...
Ma quando è meglio guardare?
Dove guardare?
Come fotografare?
...e scrivere
CHECK LISI DELLE PRINCIPALI SPECIE RINVENUTE
CHECK LIST DELLE PRINCIPALI SPECIE CENSITE
UNA SEMPLICE TASSONOMIA
INDICE DELLE SPECIE
BIBLIOGRAFIA |
Daniele Fazio
GIUNGLA SULL'ASFALTO
editore BLU Edizioni
edizione 2008
pagine 180
formato 20,5x20,5
brossura
tempo medio evasione ordine ESAURITO
15.00 €
15.00 €
ISBN : 978-88-7904-061-7
EAN : 9788879040617
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