Giulia Colbert di Maulévrier (1785- 1864), discendente del ministro Colbert e dal 1807 moglie di Tancredi Falletti di Barolo (con i buoni uffici di... Napoleone Bonaparte), per cinquant'anni spese il suo immenso patrimonio e il suo tempo in opere di carità. 
      In particolare il suo impegno, pionieristico e di straordinaria rilevanza sociale, si rivolse al campo dell'assistenza carceraria; nel suo palazzo fondò il primo asilo infantile di Torino e creò numerosi istituti assistenziali. 
    Amica di Cavour, Pellico, Lamartine, benefattrice, la sua è fra le figure femminili più affascinanti del periodo risorgimentale piemontese. Di Giulia e Tancredi è in corso la causa di beatificazione. 
     
    PREFAZIONE 
     
    State per entrare in un affresco godibilissimo non solo della Torino, ma dell'Europa dell'Ottocento; con «finestre» - per usare un termine familiare nell'epoca dell'informatica - che si aprono di continuo su personaggi noti e meno noti; alcuni notissimi, come Camillo Benso conte di Cavour, rivoluzionario da giovane, fulminato sulla strada di Londra in seguito e legato da una strana commistione di rispetto, simpatia e disaccordi con la protagonista principale di quest'opera, Giulia Panetti di Barolo, nata Colbert. Già, discendente di quel Colbert che creò la moderna marina francese ai tempi del Re Sole, di cui fu uno dei principali collaboratori in materia di finanze. Questa signora a cavallo tra Sette e Ottocento è una santa che verrà, a cui molte persone devono tantissimo e a cui noi, più modestamente, dobbiamo oltre all'ammirazione la riconoscenza per il vino barolo così come lo gustiamo adesso. Ma consentiteci ancora una parola per lodare la struttura dell'opera che siete sul punto di leggere, impostata su due binari che corrono paralleli: la «Grande Storia» dell'epoca, dalla Rivoluzione francese fino alle prime battute dell'unità d'Italia, da una parte, e la storia personale di Giulia, dall'altra; una storia che sembra frutto di un romanziere dell'epoca, e invece è vera. 
    «In quanto a me, sono nata vandeana e vandeana morrò»; così una sera del 1846 Giulia replicò a Camillo Benso di Cavour. Nel salotto dei Barolo c'erano, oltre al conte, Cesare Balbo, Pietro di Santa Rosa e Silvio Pellico. Camillo «con l'ardore giovanile» spezzò più di una lancia in favore della Rivoluzione. 
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    SOMMARIO 
       
      Prefazione, di Marco Tosatti  
       
      CAPITOLO PRIMO 
      DAL CASTELLO DI MAULÉVRIER AI GIORNI DELL'ESILIO 
       
      CAPITOLO SECONDO 
      GIULIA E TANCREDI	 
       
      CAPITOLO TERZO 
      PALAZZO BAROLO, FUCINA DI PROGEM DI CARITÀ 
       
      CAPITOLO QUARTO 
      IL SALOTTO DELLA MARCHESA DI BAROLO: PENSATORI, AMICI, CARBONARI 
       
      CAPITOLO QUINTO 
      DOVERI E DOLORI 
       
      CAPITOLO SESTO 
      IN MEMORIA DELL'UNICO AMORE	 
       
      CAPITOLO SETTIMO 
    TEMPI DIFFICILI (1848-1858) 
     
    CAPITOLO OTTAVO
     
    GLI 
    ULTIMI ANNI E IL TESTAMENTO SEGRETO 
     
    Note 
     
    Bibliografia 
     
    Indice dei nomi
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             Simonetta Ronco  
 
 GIULIA DI BAROLO  
 
editore CAPRICORNO  
edizione 2011  
pagine 182  
formato 12x19,5  
 cartonato  
tempo medio evasione ordine  2 giorni  
 
8.90 €  
 7.60 €  
 
ISBN : 978-88-7707-064-7  
EAN  : 9788877070647  
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