GIARDINI E VILLE DEL LAGO MAGGIORE |
La
pubblicazione presenta i risultati di una ricerca multidisciplinare svolta
presso il Museo del Paesaggio di Verbania con il sostegno della Regione
Piemonte e avente per tema il paesaggio della sponda occidentale del Lago
Maggiore, fortemente connotato dalla presenza di numerose ville e giardini
edificati a partire dalla seconda metà dell’Ottocento sino
agli anni Venti del secolo scorso. Questo patrimonio paesaggistico, costituito da edifici eclettici di grande pregio architettonico ed artistico e circondati da giardini dalla componente botanica internazionalmente rinomata, occupa un posto preciso, individuabile per l’originalità dell’ispirazione, sia nella storia dell’architettura che in quella dell’arte dei giardini. PRESENTAZIONE Questa occasione che ci viene data dalla pubblicazione della ricerca sui giardini delle dimore storiche del lago Maggiore e del suo territorio è gradita alla Regione Piemonte i cui programmi in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e di promozione turistica prevedono interventi ad ampio raggio, utilizzando anche qui i metodi adottati quali adeguati strumenti di valorizzazione, e che confermano da un lato quanta strada ci sia da percorrere per un'effettiva conoscenza del nostro straordinario imponente patrimonio artistico e culturale; dall'altro da quanto si è fatto in questa direzione negli ultimi anni. La ricerca è orientata sull'analisi capillare di una porzione di territorio - quello del lago Maggiore - e non è riferita soltanto alle emergenze artistiche di grande rilievo, su cui la critica è in parte già intervenuta, ma anche alle testimonianze più neglette, alle sistemazioni meno seducenti da un punto di vista estetico, ma non meno interessanti sotto il profilo storico. Si tratta di un lavoro complesso e originale, fondato su nuove ricerche. Il filo conduttore è costituito dalla stessa individuazione di un'area geografica omogenea, e mette in evidenza la peculiarità storico-geografica di una porzione del territorio piemontese. Il Piemonte ha una disomogeneità culturale e geografica che non consente di individuare un comune denominatore per le espressioni artistiche frutto delle correnti e degli scambi che avvenivano nelle regioni storiche: una dimensione che ha più a che fare con la ripartizione delle provincie, specie quelle anteriori agli anni venti del Novecento e ancor più alla suddivisione territoriale ottocentesca che, in Piemonte, , riproduce precisamente le entità storico-geografiche anteriori all'omogeneizzazione prima sabauda e poi italiana. E' il caso del Novarese e del Verbano-Cusio-Ossola, regioni storiche che trattengono la radice lombarda come un segno antico di diversità, come una ricchezza per una regione quale il Piemonte, fra le più variegate e interessanti d'Italia. Anche il giardino storico si presenta fortemente diversificato negli esiti stilistici. Non trascura l'origine italiana dell'arte del giardinaggio, ma su questo fertile tronco si innestano le poderose ramificazioni francesi, e soprattutto inglesi, nel giardino paesistico e pittoresco che qui ha notevoli esempi intonati al luogo: un giardino umano che vorrebbe insegnare alla natura a essere naturale. Le analisi storico-territoriali in Piemonte hanno avuto presente un metodo d'approccio alle testimonianze materiali che è molto simile a quello adottato dagli autori e dagli uffici regionali e dagli enti di tutela. Un metodo stratigrafico, fondato su una minuziosa ricostruzione delle fonti a stampa e d'archivio e verifica in situ. E' una storia di tutela e di riappropriazione delle radici autoctone che almeno in parte, va a compensare gli effetti deleteri di una crescita disordinata, incentrata sul ruolo sempre crescente dei grandi centri inurbati e con il conseguente, trascurato abbandono del territorio che assume i connotati di un vero rifiuto della civiltà delle metropoli. [..] |
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