Ghindo di Cravanzana: nostro perché appartiene al nostro paese, perché ha frequentato gli stessi selciati che ancora oggi noi calpestiamo e sui quali ha fatto rimbalzare, giovinetto, i suoi primi palloni, sui quali, come vuole la leggenda, sono colate stille del suo sudore d'atleta e quelle del suo sangue per una mano ferita contro un muro nel tentativo di un difficile ricaccio. Ghindo, testimonianza ludica perché le sue gesta agonistiche e le epiche sfide fanno parte della storia del balon che va oltre i confini geografici e territoriali del comprensorio e testimone di un paese che, senza di lui, sarebbe stato meno noto. Ghindo, immagine sportiva in un secolo (inizi anni '900) dove i personaggi sono ancora "cavalieri erranti" in contrade polverose e che come cavalieri medioevali sono portatori di valori, onestà, rispetto, lealtà: preziosa eredità morale lasciata alle generazione future ed esempio da imitare in tutti i campi di gioco e in tutte le discipline dello sport. A quei tempi il balon (ieri pallone elastico, oggi pallapugno) rappresentava un momento importante di aggregazione, divertimento e socialità di un mondo contadino, i cui valori caratterizzarono il nostro territorio e scandirono il tempo delle stagioni e della quotidianità domestica.
Questo tempo durò a lungo, anche dopo la seconda Guerra mondiale, fino agli anni '60-'70, quando - soprattutto (ma non solo) nei giorni festivi, prima e dopo le messe e i vespri - ogni vicolo, ogni strada, ogni piazza dei nostri paesi diventavano teatro di epiche sfide ai tetti, alla pantalera o alla lunga. Momenti solenni erano le feste patronali o le ricorrenze annuali, che registravano sfide, gare, tornei, a volte con partecipazione di grandi campioni quali Manzo, Balestra, Alemanni, Solferino, Bertola, Berruti, ecc, sostenuti e applauditi da tutto il paese, diviso nelle varie tifoserie. Ed era facile, tra il pubblico, sentire voci che parlavano di Ghindo, protagonista alla pari dei grandi campioni che hanno scritto pagine indimenticabili di questo sport tipicamente ligure e piemontese. Il libro, voluto dal Comune di Cravanzana, non solo vuol ricordare un grande giocatore di pallapugno, ma presentare uno spartito anche sociale di un periodo che merita di essere ricordato perché rappresenta le nostre radici, perché dà il - senso ed il respiro del - modo di vivere e dei costumi di un'epoca.
La pubblicazione è il mezzo per far conoscere in tutte le sue espressioni, Cravanzana e la sua gente, incuriosendo il lettore, invitandoro anche ad una visita del nostro paese. E se l'ospite fosse accolto da un gruppo di ragazzini che disputano una partita sulla piazza, il miracolo sarebbe compiuto. Per tutto questo l'amministrazione comunale di Cravanzana si sente onorata di patrocinare la pubblicazione "Ghindo di Cravanzana, sulle ali della leggenda" di Giorgio Caviglia al quale vanno i ringraziamenti per la passione profusa nel suo preziosissimo lavoro.
Cravanzana, novembre 2009
Il Sindaco di Cravanzana
Marco Robaldo |
INDICE
Parte prima
1. Pensieri e parole... dedicati a...
2. Piccoli e grandi eroi
3. Langa: terra di resistenza umana
Parte seconda
1. Ghindo di Cravanzana
2. Il tempo di Ghindo
2.1 Un paese profondamente arretrato
2.2 La nascita dello sport in Italia
2.3 Atleti che entrano nella leggenda
Parte Terza
1. Sulle ali della leggenda
1.1. La cronaca
Parte quarta
1. Ghindo e il gioco del bracciale toscano
Parte quinta
1. Il tramonto di Ghindo
Parte sesta
1. Ma tutto questo non è un romanzo?
Note e Fonti bibliografiche |
Giorgio Caviglia
GHINDO DI CRAVANZANA
editore EDITORIALE EUROPEA
edizione 2009
pagine 128
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
12.00 €
9.00 €
ISBN :
EAN :
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