PREFAZIONE
Farsa e dramma nel teatro in piemontese di Federico Garelli.
Federico Garelli appartiene a quella gloriosa pattuglia di scrittori di
teatro in lingua piemontese che annovera figure eminenti del secondo Ottocento,
quali Luigi Pietracqua, Giovanni Zoppis, Mario Leoni, e hanno in Vittorio
Bersezio e nel suo Travet la loro stella cometa.
Gli esiti del Travet non sono stati raggiunti da nessun altro scrittore
piemontese, ma certo l'importanza dei commediografi che abbiamo citato,
non può essere disgiunta da quella dell'attore cuneese Giovanni
Toselli, che per quattordici anni ha riempito la sala del Teatro d'Angennes
(affittatagli dall'attore francese Meynadier), e colmato quel vuoto culturale
lasciato dalla Compagnia Reale Sarda per una mozione del Parlamento Subalpino
che, dopo trent'anni, toglieva ogni forma di contributo ai comici del
Re.
Il teatro in piemontese si sviluppa e si cementa in parallelo agli avvenimenti
storici successivi alla prima guerra di indipendenza, che porteranno allo
spostamento della capitale d'Italia da Torino a Firenze prima, poi a Roma.
La sua tenuta sulle scene torinesi (quattordici anni di successi incontrastati
in una piazza difficile e ambita come Torino non sono poca cosa), in un
momento in cui le barriere protezionistiche erano cadute inseguito alla
fine della Reale Sarda e il teatro torinese era diventato terra di conquista
per attori importanti e mercenari, per maestri della declamazione e ciarlatani
saltimbanchi, è da ricercarsi in una solida impostazione ideologica
che ha finito per coinvolgere quegli strati della popolazione che erano
da sempre esclusi dall'arte drammatica.
Per sua stessa natura e costituzione infatti, la Sarda aveva rappresentato
un fenomeno di élite per un pubblico aristrocratico che ruotava
intorno alla Corte regia. Erano conti e marchesi, i signorotti della provincia
a ritrovarsi al Carignano nelle sere in cui recitavano i comici di S.M..
Occasioni di mondanità, omaggio deferente a casa Savoia, incontri
politici, erano le molle che spingevano a recarsi a teatro.
Toselli incrementando la drammaturgia in piemontese, inaugura per Torino
una forma di teatro borghese, perchè ora è il bottagaio,
l'avvocato, il segretario di cancelleria, il protagonista del nuovo teatro,
oppure il militare, la giovane popolana, il, il sensale, e il pubblico
nuovo facilmente si identifica con il nuovo eroe che balza prepotentemente
sulla scena di questa mutata realtà. [..] |
INDICE
Prefazione
La gabbia del merlo - La gabia del merlo
Scena prima
Scena seconda
Scena terza
Scena quarta
Scena quinta
Scena sesta
Scena settima
Scena ottava
Scena nona
Scena decima
Scena undicesima
Scena dodicesima
Scena tredicesima
Scena quattordicesima
Scena quindicesima
Scena sedicesima
Scena diciassettesima
Scena diciottesima
Scena diciannovesima
Scena ventesima
Scena vigesimaprima
Scena vigesimaseconda
Scena vigesimaterza
Scena vigesimaquarta
Scena vigesimaquinta
Scena vigesimasesta
Scena ultima
La voce dell'onore - La vos dl'onor
Scena prima
Scena seconda
Scena terza
Scena quarta
Scena quinta
Scena sesta
Scena settima
Scena ottava
Scena nona
Scena decima
Scena undicesima
Scena dodicesima
Scena tredicesima
Scena quattordicesima
Scena quindicesima
Scena sedicesima
Scena diciassettesima
Scena ultima
Nota Biografica
Bibliografia essenziale
Indice
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Federico Garelli
LA GABIA DEL MERLO & LA VOS DL'ONOR
editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2001
pagine 176
formato 11x17
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
6.50 €
3.00 €
ISBN : 88-86425-96-1
EAN :
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