PREMESSA
Valerio Zanone
All'antivigilia della Repubblica si parlava della libertà di informazione pensando essenzialmente alla carta stampata. Il 21 luglio 1945 Filippo Burzio scriveva sulla "Stampa" un editoriale che si muoveva in sintonia, pur senza citarlo, con l'articolo di Luigi Einaudi pubblicato nell'aprile in «Foreign Affairs» con il titolo The future of the italian press. La questione sollevata tanto da Einaudi quanto da Burzio riguardava le assegnazioni di carta, che nell'Italia appena liberata venivano riservate ai giornali dei partiti. Tanto Einaudi quanto Burzio ritenevano che quell'espediente non potesse prolungarsi se si voleva restituire agli italiani una vita politica veramente libera. Entrambi vedevano nella libertà di stampa la precondizione della libertà politica, sulla linea classica dei liberali britannici che si dicevano disposti addirittura a rinunciare a Westminster pur di non rinunciare al "Times".
Per Einaudi come per Burzio, alla dittatura fascista che aveva costretto i giornali indipendenti a prostituirsi per sopravvivere, non poteva subentrare la dittatura collegiale degli organi di partito; soltanto nella stampa indipendente il ceto medio dove si concentra il maggior numero dei lettori abituali poteva trovare la pluralità delle nuove idee e deí nuovi interessi.
Nel 1945 il primato della libertà di stampa era il naturale contrappasso della censura ventennale. La censura politica sulla stampa era cominciata dal decreto del luglio 1923 che attribuiva ai prefetti il potere di destituire i gerenti dei giornali, e si era compiuta con la legge del dicembre 1925 che ebbe fra i pochi dissenzienti i liberali piemontesi Marcello Soleri alla Camera e Francesco Ruffini al Senato.
Quella legge istituiva il direttore responsabile e l'albo, alias ordine, dei giornalisti, vincolando di fatto gli uni e gli altri all'obbedienza verso il regime. Lo scopo dell'operazione venne a nudo, nel significato osceno del termine, il 10 ottobre 1928 quando Mussolini convocò i direttori di tutti i giornali per avvisarli che la stampa più libera del mondo era la stampa italiana perché nessuno poteva condizionarla, sulla base della seguente logica leonina:
«in un regime totalitario la stampa è elemento di questo regime; partendo da questo incontrovertibile fatto, si ha immediatamente una bussola di orientamento; ciò che è nocivo si evita e ciò che è utile al Regime si fa».
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INDICE
Programma del Convegno
VALERIO ZANONE
Premessa
LUIGI LA SPINA
Il futuro della carta stampata
LUIGI BONANATE
Verità e informazione nei dibattiti
sulla democrazia internazionale
GIOVANNI CONSO
La libertà di informazione nella Carta costituzionale e nelle convenzioni internazionali
ANGELO RAFFAELE MEO
Le tecnologie dell'informazione e le loro conseguenze economiche e sociali
Indice dei nomi |
aa.vv.
IL FUTURO DELLA COMUNICAZIONE
editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2008
pagine 68
formato 15x21
brossura con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine 5 giorni
10.00 €
9.00 €
ISBN : 978-88-8262-133-9
EAN : 9788882621339
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