La mia famiglia aveva dovuto attraversare momenti burra- scosi e rovesci di fortuna, da proprietari di fabbrica di caramelle (le famose caramelle Maggi) si era poi passati a direttori di alberghi.
Una vita dunque facile e dispendiosa, troncata di botto da vicissitudini che non anticipo, perché faranno parte della serie di racconti che ho scritto quasi di getto per ricordare soprattutto i miei meravigliosi genitori. Quattro figli, nonna, mamma e papà erano passati da un grande benessere ad una risicata piccola borghesia.
lo ero il più piccolo, un bambino dolce e tranquillo che una nostra vicina di casa (la Neta) aveva battezzato "semolino". Dunque, Semolino e la sua famiglia erano sbarcati a Moncalvo, reduci dal breve soggiorno nella stazione ferroviaria di Garessio, in provincia di Cuneo. Proprio a Garessio ebbi i natali ma ci rimasi pochissimo e subito approdai con la famiglia a Moncalvo, che sarebbe poi stata l'ultima tappa di queste peregrinazioni ferroviarie ...ma questo ve lo dirò nel libro. Ciao, neh!
PREFAZIONE
A ciascuno la sua tazza di tè. Dove vedere (ri-vedere) anime e cose del mondo di ieri, e così ritrovare il tempo che fu. È Moncalvo la cuna dí Massimo Scaglione, il paese (Città, come decretò Sua Maestà, per intercessione di nobili e onorevoli) che pavesianamente "ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Discende per li rami monferrini, Massimo Scaglione, regista di lungo corso e ampio ventaglio (prosa, lirica, radio, televisione, cinema, quell'espressione un po' così di noi subalpini, svagata e doverista insieme). Una galleria di orme, la collinare piccola patria, nei secoli nobili: da monsignor Bolla, parroco, cappellano militare, musicista, a la "Bela Rosin", dal medico-benefattore Giuseppe Gavello a Ferdinando Dal Pozzo, ministro di Carlo Alberto, a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, il pittore. A "i mè", ai privati lari e penati, alle carissime ombre in attesa di essere riconosciute, lì a esigere che si faccia loro da specchio, questa e quella virtù, e bizzarria, e fragilità, e ubbìa.
È una carovana intorno al focolare l'album Montiscalvi Civitatis, un debito sciolto verso le radici, l'età infine favolosa prima della maturità, la vita ingenua, "sanssòssi", come direbbe Augusto Monti. C'era una volta... A poco a poco, il rabdomante "ausculta" e suscita, passeggiando lungo la "lea", il viale alberato, provando e riprovando il boogie woogie nei balli a palchetto, coltivando zucche che la fantasia muterà in carrozze reali, gustando gli agnolotti del "Principe", vagamente liberty (il "Principe"), affilando il dialetto (l'arte di svuotare "ij boison"), la carne cruda e la miniera di identità che è, il setaccio a cui passare la quotidiana commedia, spillandone la misura autentica, robusta e prosaica, financo ecumenica, come testimonia la parlata ebraico-piemontese, l'osmosi fra i due alfabeti, qui, dov'è una sinagoga, felicemente compiuta (di Moncalvo non conosceva ogni zolla Primo Levi, tra gli amici, tra gli autori, di Massimo Scaglione?)... Sì, quando, hemingwayanamente, eravamo molto poveri e molto felici...
Un carosello di tipi, di caratteri, dí canovacci. Scrutati da un occhio birichino, ancorché imbevuto di affetto, gli affetti che - trascorrendo le stagioni - contano più dei concetti, come non mancò di osservare Norberto Bobbio. Le salvifiche zie di longanesiana memoria, i "partigia", le comari, la fattoria degli animali, i signori del mulino, del vino, delle granaglie, 'l teatro (quando arrivava Mario Casaleggio...), 'l cine, passerella di dive, suprema fantasia Maria Denis, la bicicletta, i proverbi, le bocce, il decoro, ovvero l'urgenza di far bella figura, il rebus del guardaroba, fra giacche rivoltate e pellicce di "pannofix"...
È un inventario, il "journal" di Massimo Scaglione, alias Semolino, tale la sua natura solitaria, "daspérmì", tradurrebbe il confrère prediletto, Gipo Farassino.
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INDICE
Fortunato il capostazione di Moncalvo
La "mia" Moncalvo
Il Pindo
La Minci
La nonna Maria
Zia Emma, ovvero la telenovela
Lo zio Giovanni
Che fatica essere "signori"!
La "Stassion" e i suoi abitanti
Teresot
La Pierina, 'l Mini, la Carla...
'L Giusto e il teatro
L'Anna Maria e le altre...
'L Nando
'L Gerolamo, la Maria, Tonia, Rita, Angelo, Evasio
L'Arnalda
La maestra brutta e il marito strano
L'asilo,
ovvero la prima guerra d'indipendenza
Il maestro Rosinganna
"Discoroma"
La Menga, la Fica, Cascine Bertana
"Andoma a svoidè ij bosion"
La corsa dei cavalli
"La scorta për 'l bal"
"'L trifolao"
"'L Tom e la Biki"
"Ij Ebreu"
"'L Tambass e 'l bocie"
"Le Player sisters"
"'L cine e 'l teatro"
"'L Principe"
Un ritorno
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Massimo Scaglione
FORTUNATO IL CAPOSTAZIONE DI MONCALVO! ediz. min.
editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2009
pagine 160
formato 11x17
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
7.00 €
7.00 €
ISBN : 978-88-88552-58-3
EAN : 9788888552583
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