Thomas Szasz (noto in tutto il mondo per il celeberrimo libro Il mito della malattia mentale) racconta, in modo analitico, appassionato e avvincente, la vita di Virginia Woolf, dall'infanzia fino al tragico epilogo. L'autore è qui a un tempo analista e scrittore: una duplice disposizione all'ascolto che gli consente di cogliere i lati meno appariscenti della personalità di Virginia, in diretto e aperto contrasto con il discorso dominante, dalla critica letteraria alla psichiatria.
Della scrittrice inglese, Thomas Szasz ricostruisce la vita privata nei suoi rapporti con il padre, l'ambiente familiare, gli amici, i personaggi dell'eccentrico circolo di Bloomsbury, e con il marito Leonard.
Proprio di Leonard Woolf sono esaminati e descritti nei minimi dettagli il carattere, il modo di "sentirsi ebreo", l'attività editoriale (pubblicò le opere di Virginia e divenne editore ufficiale di Sigmund Freud), la "filosofia", le aspirazioni, le idee sociali e politiche, le idiosincrasie, l'ossessiva e ossessionante dedizione alla moglie.
Il rapporto con quest'uomo ebbe un ruolo determinante in tutte le scelte di Virginia, nelle sue gioie e nelle sue sofferenze, nella sua scrittura, nei suoi rapporti privati e pubblici, nel modo ambiguo di vivere la propria "follia" e nelle relazioni con coloro che ebbero l'incarico di gestirla.
Un romanzo? Proprio così, un romanzo che non è racconto di fantasia, ma l'affascinante ricostruzione della storia di una delle più rivoluzionarie scrittrici del secolo scorso.
Follia e psichiatria. La critica di Thomas Szasz al mito della malattia mentale
di Susan Petrilli
Umanità è il terreno dell'Altro che non si può espungere. Qual è la politica dell'Altro? Dove interviene l'Altro? Qual è la struttura dell'Altro? È il fare. Qual è il pragma? Qual è la politica dell'ascolto? Se l'Altro viene tolto, allora s'istituisce tutta una formalizzazione dell'ascolto, istituzionale. Il canone dell'ascolto non è l'ascolto. È l'ascolto canonico, cioè senza ascolto. È un ascolto formale e sostanziale, ma non è ascolto. La politica dell'ascolto sta alla base della comunicazione. Che comunicazione è quella in cui non ci sia l'ascolto? Tutto il discorso occidentale è senza l'ascolto perché pone alla base dell'ascolto il rapporto sociale, il dispositivo sociale, il dispositivo conformista, il rapporto medico paziente, anziché il dispositivo di parola (Armando Verdiglione, Per incominciare, in Medicina e umanità, p. 13).
"La psichiatria non è medicina, ma attività poliziesca"
Questo libro offre un'analisi critica del mito della "malattia mentale", ma anche, più in generale, della grammatica della vita quotidiana, del mondo così com'è, della vita nella sua articolazione in ruoli sulla base della logica dell'identità chiusa, pronta a sacrificare l'altro, a espungere l'altro
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INDICE
Follia e psichiatria. La critica di Thomas Szasz al mito della malattia mentale
di Susan Petrilli
Cronologia
Dramatis Personae
Prefazione
I "O comunque lo si voglia chiamare"
II "In testa, sai"
III "Rinchiudeva la gente"
IV "La mia follia mi ha salvato"
V "Un uomo molto vecchio, contorto e chiuso in se stesso"
VI "Andrà avanti, meglio senza di me"
VII "Mette le mani nella mia mente"
Appendice I Virginia Woolf, genio folle
Appendice II Il problema del genio folle
Note
Bibliografia
Indice dei nomi |
Thomas Szasz
"LA MIA FOLLIA MI HA SALVATO"
editore SPIRALI
edizione 2009
pagine 314
formato 14x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine ESAURITO
20.00 €
20.00 €
ISBN : 978-88-7770-872-4
EAN : 9788877708724
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