Flavia Steno, pseudonimo di Amalia Osta Cottini (1875-1946), entrò giovanissima, nel 1898, a «Il Secolo XIX». Le fu subito assegnato l'incarico di scrivere servizi giornalistici di rilievo, campagne di denuncia, "pezzi" di politica interna ed estera, ma anche di trattare soggetti di moda ed emancipazionismo femminile, argomento assai dibattuto a fine secolo. Il suo femminismo particolare, quasi un afemminismo, non le impedì di battersi in favore dell'emancipazione delle donne. La sua fortunata esperienza subì una decisa involuzione a seguito del mutamento di tutta l'impostazione economico-politica de «Il Secolo XIX», che alla luce degli eventi della guerra di Libia e dell'avvento del nazionalismo, si trasformò in "giornale-impresa", imponendo scelte in conseguenza delle quali la Steno perse quasi del tutto la sua visibilità.
L'unica parentesi di vera libertà professionale fu costituita per la giornalista da «La Chiosa», la rivista di politica rivolta alle donne, da lei fondata e diretta nel 1919 che durò, sia pure con notevoli difficoltà, fino alla fine del 1925. In tale esperimento la Steno profuse le sue convinzioni sui temi femminili, ma soprattutto, da convinta liberale, il suo credo politico antifascista. Invisa ai sostenitori del fascismo genovese, fu costretta ad un forzato "rientro nei ranghi". La ripresa della sua attività al foglio genovese, dopo la caduta del fascismo, fu interrotta dalla sua improvvisa morte nel 1946.
INTRODUZIONE
La ricostruzione della vita di Flavia Steno (Amalia Osta Cottini), giornalista redattrice del quotidiano «Il Secolo XIX» di Genova, è stata frutto di un lungo ed appassionante percorso di ricerca, teso a dare testimonianza - mediante l'investigazione di molteplici fonti - dell'intersezione tra le vicende del soggetto storico considerato ed il contesto culturale e sociale in cui si è trovato ad interagire. Per quanto riguarda il tipo di approccio, quello biografico, sulla cui complessità e validità storica la riflessione metodologica negli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo, specie in Francia e Germania, si è particolarmente dibattuta, non ho fatto riferimento ad un modello o ad una teoria particolare; ho lasciato piuttosto che l'attenta analisi dei documenti reperiti, collegata con rigore agli eventi socio-politici e culturali ad essi contemporanei, mi offrisse i necessari spunti conoscitivi. Sono sempre stata ben conscia dell'impossibilità di dare un senso storico "globale" ad una trama di vita, in cui la soggettività si esprime in mille rivoli, tra condizionamenti e scelte che riconfermano la contingenza degli eventi. Tuttavia, è stata una mia esigenza quella di addentrarmi non solo negli aspetti politici e istituzionali dell'epoca in cui è vissuta Flavia Steno, ma anche di cercare di cogliere le modalità con cui ella percepì il tempo e lo spazio, il dolore e la morte, le ambizioni e i timori, ovvero tutto il complesso di un'esperienza umana, ricca di eventi e sentimenti. Ho vissuto questa ricerca con razionalità, ma anche con la passione derivata dalla scelta di assumere consapevolmente la mia personalità ed il mio vissuto come parte integrante del progetto di ricerca, per potere esaltare, in un'alternanza di narrazione ed analisi, l'inscindibile legame tra soggetto e contesto, tra individualità e società.
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INDICE
Introduzione
Capitolo 1. La formazione
1.1. Un ambiente eterogeneo
1.2. Respirare la diversità
1.3. La tradizione e le nuove ideologie
1.4. Il dibattito sull'emancipazione femminile
1.5. Una figura "risolta"
Capitolo 2. I primi anni al Decimono (1898-1909)
2.1. A Genova
2.2. Una donna al Decimonono
2.3. Un "femminismo" particolare
2.4. Un impegno costante: l'istruzione femminile
2.5. Il lavoro delle donne
2.6. Maternità, riconoscimento di paternità e divorzio
2.7. Tra filantropia e statalismo: l'inchiesta sulle opere assistenziali
2.8. Successi
2.9. Nessuna battaglia per il voto alle donne
2.10. Un nuovo «Secolo»
Capitolo 3. Fino alla fine della
Prima Guerra Mondiale (1910-1918)
3.1. Una visibilità perduta
3.2. Politica interna ed estera a «Il Secolo XIX»
3.3. Verso la guerra
3.4. Reporter di guerra
3.5. La battaglia contro il pangermanesimo
3.6. Al fronte
3.7. Una lotta personale
3.8. Il silenzio sul femminismo
3.9. Speranza nel suffragio femminile
Capitolo 4. Il dopoguerra e «La Chiosa»
4.1. La guerra è finita?
4.2. Un primo tentativo di rivista
4.3. Il raggiungimento di un obbiettivo
4.4. «La Chiosa»
4.5. Un'attività su due fronti: «Il Secolo XIX» e «La Chiosa»
4.6. L'impegno politico: il partito liberale
4.7. La battaglia per la libertà di stampa
4.8. "Il rientro nei ranghi"
Capitolo 5. Il periodo oscuro
5.1. La sopravvivenza
5.2. Distacchi, allineamenti e memorie
5.3. Soggetti obbligati
5.4. Glí anni Trenta: adeguarsi
5.5. Gli anni Quaranta: resistere
Capitolo 6. «La Chiosa» (1919-1925)
6.1. La struttura
6.2. La politica
6.2.1. Contro i "rivoluzionari"
6.2.2. Contro Nitti: la Conferenza di Versailles e la questione adriatica
6.2.3. L'occupazione delle fabbriche
6.2.4. Nazionalismo, comunismo, fascismo
6.2.5. L'evoluzione del fascismo
6.2.6. Il fascismo al potere
6.2.7. Le ultime elezioni
6.3. I "referendum"
6.4. La questione femminile: il lavoro, il voto, il divorzio, la ricerca della paternità
6.4.1. Conquiste illusorie
6.4.2. Ancora arretramenti
6.4.3. Tentativi finali
6.4.4. Un suffragio "graduale"
6.4.5. La scomparsa dell'emancipazionismo femminile
Indice dei nomi |
Antonella Picchiotti
FLAVIA STENO - UNA GIORNALISTA, UNA DONNA
editore FRILLI EDITORI
edizione 2010
pagine 496
formato 14x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 3 giorni
20.00 €
17.00 €
ISBN : 978-88-7563-536-7
EAN : 9788875635367
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